Non si è chiuso nel migliore dei modi il 2015 della Primavera del Torino, con la sconfitta per 3-2 rimediata a Sassuolo, nell'ultima gara dell'anno solare. Un 2015 che, peraltro, per i colori granata ha significato non poco, con la conquista dello Scudetto e della Supercoppa Italiana, ma che, una volta messi in bacheca i trofei, ovviamente richiede ora uno sguardo rivolto al futuro.
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Torino Primavera: non è un 5° posto a cancellare un capolavoro
La sosta arriva nel momento giusto: 6 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte in campionato, intervallate dall'avventura della Youth League e dalla finalissima di Coppa vinta contro la Lazio, forse non sono il bottino che alla vigilia i più ottimisti si sarebbero aspettati, ma restano un buon risultato, da analizzare con lucidità e senza isterismi.
Partiamo – tanto per ribadirlo – dal presupposto sempre valido quando si parla di calcio giovanile: il fine ultimo di un vivaio non è quello di vincere trofei, per quanto questo rappresenti una bella soddisfazione e un bel premio per i protagonisti e per l'ambiente, bensì quello di produrre calciatori. Un obiettivo che, finora, non può certo dirsi disatteso, e che, ovviamente, per essere valutato appieno nei propri effetti, necessita di tempo e di pazienza. Solo tra qualche stagione, infatti, si potranno percepire appieno gli effetti del gran lavoro svolto, testimoniato con le quattro partecipazioni consecutive alla Final Eight Primavera (con Asta nel 2011/2012 e poi con Longo tutte le successive tre stagioni, con due finali Scudetto di cui una vinta).
Inutile negare, infatti, che soltanto quando i ragazzi nati dal '93 in poi e fuoriusciti dal vivaio saranno valutati appieno nel professionismo, allora si potrà percepire il valore reale di quanto raccolto. Nel calcio italiano, affetto da gerontofilia cronica, questa valutazione è costantemente rimandata, e dunque il nostro giudizio non può che essere sospeso, ma che dalle strutture del Torino siano fuoriusciti giocatori decisamente interessanti, lo si può dire già oggi senza ombra di dubbio.
Senza andare troppo in là, però, oggi è bene pensare alla stagione in corso per la Primavera: a questo riguardo, sfido qualunque club, di qualsiasi categoria, a perdere in un colpo solo la propria coppia d'attacco titolare per sei mesi. Il doppio infortunio rimediato da Gabriel Debeljuh e Massimo Martino, da ascriversi alla categoria “sfiga nera”, è stato, ovviamente, un colpo durissimo da ammortizzare, e la società è al lavoro per cercare rinforzi, anche se, in continuità con la grande stagione vissuta nel 2014/2015, proseguire il percorso avviato con due ragazzi che si erano meritatamente conquistati il titolo di Campioni d'Italia, sarebbe stato più coerente e, soprattutto, più gratificante, per loro e per il gruppo. Il destino ha voluto che ciò non dovesse accadere, e dunque si dovrà ricorrere a rinforzi dall'esterno.
Non solo: non ci dobbiamo mai dimenticare che il Torino ha un serbatoio pronto cui attingere, rappresentato dalla Berretti. Nella passata stagione, il vero “colpo di mercato” è stato fatto in casa, “promuovendo” Zenuni e Martino. Quest'anno, lo stesso processo è già stato avviato con Tobaldo, sabato alla seconda rete consecutiva nella categoria, e potrà avvenire a gennaio con il bomber De Luca e con il centrocampista Kouakou, già precettati da Longo per il girone di ritorno.
Lasciando Massimo Bava e il suo staff liberi di lavorare nel migliore dei modi, non si dovrà mai prescindere dal giudizio sulla Primavera granata senza trascurare un fatto: Moreno Longo ha a disposizione un gruppo che, se paragonato a club come Juventus e Fiorentina, ma forse persino Sampdoria (il bomber paraguaiano Ponce è stato frutto di un investimento importante sul cartellino e acquistato in prospettiva di prima squadra, tanto per intenderci) ha degli evidenti gap in termini di investimento economico. Questa è una realtà da non nascondere mai, e di cui – anzi – andare orgogliosi, se si considerano gli eccezionali risultati raggiunti in questi anni, ed il rapporto, mi si consenta un termine commerciale, “qualità-prezzo” davvero da record.
Spendendo il giusto, e lavorando soprattutto sulla promozione di giovani fatti in casa, il Torino sta dando lezioni di calcio giovanile a tutti i club d'Italia, e non sarà un quinto posto nel Girone A al termine del girone d'andata del Campionato Primavera a nascondere questo fatto. Parlando di risultati sportivi, è ancora tutto apertissimo. Parlando di risultati societari, ancora di più: siamo pronti a scommettere ancora una volta che, combinando la scelta di qualche buona occasione sul mercato, e la valorizzazione delle risorse che già si posseggono, questo Torino Primavera sia pronto a stupire anche stavolta. Sarà Scudetto? Non lo sappiamo, difficile dirlo, e le dinamiche sono tante e troppe per fare un pronostico, ma quel che è certo è che sarà ancora una volta Toro. Quello vero, quello che in questa categoria non è mai mancato...
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