La “rivoluzione silenziosa” del settore giovanile del Torino, processo avviato da Massimo Bava nell'ultimo triennio di gestione, dopo la faticosa ma efficace ricostruzione del vivaio firmata Comi – Benedetti, potrebbe a breve far registrare un altro passaggio chiave, capace di dare una svolta decisiva all'attività delle categorie dagli Under 17 (un tempo: Allievi Nazionali) in giù.
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Toro, fatti un regalo… Prenditi il “Nizza”
Chi mastica qualcosa di calcio locale torinese, conoscerà sicuramente l'impianto sportivo “Robaldo”, situato in Strada Castello di Mirafiori, a due passi dal Mausoleo della Bela Rosin, ma anche dalla delicata zona di Via Artom, estremo confine tra Torino e Nichelino. Un impianto che, per anni, ha ospitato la società sportiva Nizza Millefonti, tanto da essere definito dalla maggior parte degli utenti, semplicemente, come il “Nizza”. Cinque campi da calcio regolamentari, di cui uno ridotto ormai a poco più di un prato, oltre spogliatoi e bar. Un impianto che il Toro ha usato molto, nelle passate stagioni, per le categorie di raccordo tra Scuola Calcio e settore giovanile vero e proprio (Esordienti e Giovanissimi Regionali in primis), come da accordi con la società che ne deteneva la concessione da parte del Comune di Torino. Un impianto che, però, ha ospitato anche i ritiri estivi di alcune categorie nazionali, e persino gli allenamenti della Primavera, spesso utilizzato, per la propria posizione strategica a due passi dall'autostrada, come base di appoggio dei miniritiri prepartita più o meno di ogni categoria.
La situazione del “Robaldo”, semplificata per sommi capi, è piuttosto delicata: il Comune di Torino, dopo il fallimento della società “Nizza Millefonti”, nonché all'esito della sfortunata avventura del “Nizza Calcio Città di Torino”, che era sorto sulle ceneri del vecchio club nel 2014, è ora alla ricerca di una società che ne rilevi la gestione, ristrutturando la struttura (magari con dei contributi?), e, soprattutto, riqualificando una zona “difficile”, che ha bisogno come il pane di un polmone sportivo e ricreativo, venuto a mancare negli ultimi mesi. Per farlo, ha indetto un bando, le cui candidature scadranno il prossimo 12 febbraio, anche se i rumors, o forse gli auspici di Palazzo di Città, vedrebbero proprio nel Torino FC il soggetto ideale per l'assegnazione, considerata l'ormai chiara insostenibilità di costi per le società dilettantistiche del panorama cittadino.
Da sponda granata, ufficialmente, non trapelano indicazioni: il Torino non ha ancora espresso una posizione chiara a riguardo, anche se pare che Massimo Bava ci stia seriamente pensando. Con la ricostruzione del Filadelfia, a partire da ottobre 2016 la Primavera granata dovrebbe ritrovare una “casa”, liberando l'impianto di Orbassano, recentemente risistemato proprio in favore di Moreno Longo e dei suoi ragazzi. Già, Orbassano: nella vecchia sede di allenamento del Torino Calcio, il club granata, anche in questo caso su fortissima volontà di Bava, ha predisposto un impianto di allenamento per la massima categoria giovanile, nonché un vero e proprio piccolo quartier generale per i Pulcini, ma resta “scoperta” tutta quella fascia di categorie che va dalla Berretti agli Esordienti, i cui impianti di allenamento, nonché di gara, sono sparpagliati ai quattro angoli della città.
Una situazione non ottimale, e la dirigenza granata lo sa bene: riunire più categorie possibile in un'unica sede rappresenterebbe un passo in avanti importante dal punto di vista organizzativo, consentendo un lavoro migliore ai tecnici, ai giocatori, ai dirigenti e, non da ultimo, alle famiglie, vera forza pulsante di un settore giovanile (ricordo, ovviamente, che non stiamo parlando di professionisti strapagati, ma di ragazzi dai 12 ai 19 anni).
Ecco perché un “Nizza” tutto granata sarebbe un grande regalo che il Torino può fare innanzitutto a se stesso. Ovviamente, servirebbero investimenti per ristrutturare un impianto che non sta passando i propri giorni migliori, e per rimodernare i cinque campi regolamentari, ma è ben difficile immagine che possa non valerne la pena (ed è auspicabile che l’amministrazione torinese, che ha necessità e urgenza di riqualificare l’impianto e la zona, possa contribuire almeno in parte). Con una mossa di questo livello, il Toro farebbe un deciso passo in avanti verso il completamento del grande lavoro fatto a livello giovanile in questi anni. Le vittorie vanno e vengono, come è normale che sia, ma strutture adeguate non potranno che porre le basi per continuare così, facilitando i compiti di tutti. Per un Toro Del Futuro che, oltre al “Fila”, potrà contare anche su un vero e proprio quartier generale del proprio vivaio…
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