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Chiambretti: “Il Toro sta costruendo il suo cantiere. Covid? Ti uccide come il cancro”

Esclusiva TN / Intervista al conduttore Mediaset, grande tifoso granata. “Giampaolo è l’uomo giusto nel momento sbagliato, come io alla conduzione di Tiki Taka”

Andrea Calderoni

Il primo bilancio della nuova stagione del Torino è affidato a Piero Chiambretti, noto volto televisivo, super tifoso granata. Toro News si affida al conduttore di Tiki Taka, programma calcistico targato Mediaset, per ripercorrere i primi mesi della gestione di Marco Giampaolo.

Buongiorno Piero, ultima sosta per le Nazionali del 2020. È tempo di un primo sommario bilancio. La convince il nuovo Torino di Giampaolo?

“Se la Juventus è un cantiere aperto, noi stiamo costruendo il nostro cantiere, perché abbiamo cambiato allenatore, direttore sportivo, alcuni giocatori, modulo di gioco e quindi non ci si può aspettare in poche partite dei grandi balzi verso la Coppa dei Campioni. A Tika Taka non ho mai l’opportunità di parlare del Torino, perché le partite dei granata sono sempre poco definite. Rimandiamo la discussione sul Torino ogni settimana, sebbene partecipino al programma grandi cuori granata come Pasquale Bruno e Ciccio Graziani”.

Siamo agli albori della stagione e il quesito può apparire prematuro, ma a cosa può ambire realisticamente il Torino?

“Il Torino nel suo piccolo potrà fare discretamente bene, ad una condizione però. Bisognerà lasciare tempo a Giampaolo di amalgamare i giocatori che ha. Come ha ricordato pochi giorni fa Carlo Ancelotti, il destino di un allenatore è per il 5% legato alla stampa, per il 10% ai tifosi e per il rimanente 85% alla società. Se la società terrà duro, manterrà le proprie promesse sul mercato e si dimostrerà dalla parte del mister, allora qualcosa il Torino ne ricaverà. La nostra rosa non è da Coppa dei Campioni, ma non è inferiore a molte altre che ci stanno al momento davanti”.

Parliamo di Giampaolo. Che ne pensa?

“Parlando con diversi addetti ai lavori è considerato uno dei migliori allenatori italiani. Io ne sono fermamente convinto. Il problema di Giampaolo è che ha bisogno di più tempo rispetto a tutti gli altri, perché non è uno che spezza il gioco per ripartire in contropiede ma è uno che vuole fare calcio muovendo i giocatori secondo una certa logica di cui lui è padrone. A mio giudizio, è l’uomo giusto nel momento storico sbagliato, perché il Torino deve recuperare da una stagione fallimentare”.

Mi offre l’assist. L’annata 2019/2020 è ormai in archivio. Come si è spiegato il rendimento fallimentare del Torino?

“Secondo me, l’anno passato hanno pagato più gli allenatori, Walter Mazzarri e Moreno Longo, di quanto avrebbero meritato i giocatori. Spero sinceramente che Giampaolo possa avere maggior fortuna dei suoi predecessori, ma avrà bisogno di un aiuto dal calciomercato di gennaio. Il mercato invernale, tuttavia, è storicamente insidioso: chi compra a gennaio di solito compra male, Ibrahimovic a parte. Mi auguro, però che qualche rinforzo possa aiutare Giampaolo e la squadra”.

Si aspettava qualche operazione in entrata in più tra agosto ed inizio ottobre?

“I tifosi di tutto il mondo sono grandi sognatori. Tutti gli anni vorremmo la squadra da scudetto, la squadra che getti il cuore oltre l’ostacolo. Poi, però, ci sono variabili che non permettono di realizzare i sogni: il Covid, i bilanci societari e la gestione generale del mondo del calcio. Premesso questo, è chiaro che avrei voluto qualche giocatore in più al Torino. Alcuni nomi erano altisonanti e probabilmente erano soltanto nella mente dei giornalisti e non in quella dei dirigenti granata. Torreira avrebbe fatto sicuramente comodo ma era richiesto dalle più importanti società europee. Mi sarebbe piaciuto avere Gaston Ramirez che poteva diventare la spalla ideale di Belotti. E poi non mi sarebbe dispiaciuto Joao Pedro, giocatore in grado di darci quella qualità in più dalla cintola in su, dove pecchiamo enormemente. Belotti meriterebbe più palloni giocabili rispetto a quelli che deve costruirsi da solo”.

Ha parlato della gestione generale del mondo del calcio. Come redazione di Tiki Taka, state preparando un approfondimento a tal proposito. Cosa può anticiparci?

“I numeri sono veramente inquietanti. Ci sono tanti club che rischiano l’esclusione dai campionati se l’emergenza proseguirà a lungo a causa degli ingenti debiti accumulati negli ultimi mesi. Piaccia o non piaccia, il calcio è una grande azienda e crea utili. I soldi prodotti dal calcio non vanno soltanto a giocatori ed allenatori, ma anche allo Stato sotto forma di tasse. Proprio per questo il calcio deve rimanere aperto anche in questi giorni difficili. È un grande motivo di svago per milioni di italiani e dona allo Stato un benefit di tasse non indifferente”.

Torniamo al Torino. Bremer e Lyanco, giovani, brasiliani, difensori, possono diventare due punti di riferimento del nuovo progetto tecnico?

“Uno dei primi risultati raggiunti da Giampaolo, oltre ad alcune trame di gioco viste con Sassuolo, Lazio e Genoa, è stato la valorizzazione di Bremer e soprattutto Lyanco, uno che sembrava destinato a partire. Al di là di qualche incertezza Lyanco ha dimostrato che può tranquillamente sostituire Nkoulou. Il camerunese è un grande giocatore, ma ha dato tanti problemi alla squadra, a partire dall’anno scorso. È da addebitarsi a lui in parte l’uscita dall’Europa League che poi ha fatto terminare bruscamente la magia intorno alla squadra di Mazzarri”.

Bene anche Lukic fin qui.

“Sì, è stato bravo ma non mi fa e non mi ha mai fatto impazzire, non è tra i miei giocatori prediletti, mettiamola così. C’è da capire se Bonazzoli e Murru riusciranno ad essere almeno come Linetty che in queste prime giornate ha già messo in vetrina parte del suo valore”.

Ultime due domande un po’ più personali. Come sta andando la nuova esperienza su Mediaset con Tiki Taka?

“Anch’io come Giampaolo sono arrivato nell’anno sbagliato. Non ci sono le partite, non ci sono gli spettatori, c’è il Covid. Le polemiche sono ridotte senza il pubblico, manca la foga abituale intorno al mondo del calcio d’oggi. I match di Serie A fino ad ora, salvo qualche rara eccezione, sono stati noiosi e sono assomigliati a test d’allenamento. Il programma, comunque, va bene e siamo sulla media ascolti dello scorso anno. Spero che il campionato entri nel vivo e con il campionato anche la trasmissione entrerà nel vivo”.

Non possiamo non chiederle, infine, due parole sull’attuale emergenza sanitaria. Lei in primavera ha avuto il Covid e ha dovuto convivere con la perdita della madre. Un messaggio che può dare ai lettori di Toro News?

“Il Covid non va sottovalutato. Nonostante il semi-lockdown, nonostante l’aumento dei ricoverati, nonostante l’incremento dei decessi, in tanti pensano che il Covid tocca gli altri e non loro. Invece, non c’è cosa più facile di prendersi il Covid. Su un aspetto hanno ragione i negazionisti, ovvero è come prendere un’influenza, ma si dimenticano che ti uccide come un cancro”.

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