Esclusiva

Vives a TN: “Belotti? Non è una questione di soldi, ma di motivazioni”

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In esclusiva le parole dell’ex capitano granata che si esprime sulla mediana del Torino e sulla questione Belotti

Andrea Calderoni

Giuseppe Vives arrivò al Torino in punta di piedi, se ne andò via con il massimo grado di riconoscenza da parte del mondo granata. Un umile “operaio” del pallone che sotto la Mole si ritagliò uno spazio importante, tanto da trasformarsi in un leader del centrocampo dell’allora squadra di Gian Piero Ventura. In esclusiva su Toro News l’ex capitano granata torna a parlare delle sue emozioni in granata e si esprime anche su quello che potrebbe diventare un addio silenzioso da parte di Andrea Belotti, suo ex compagno ai tempi del Torino

Vives, la prima domanda riguarda il progetto tecnico di Ivan Juric: le è piaciuta questa prima annata del croato?

“Il Torino arrivava da due anni difficili. Non era facile ripartire. Juric è stato bravo a ricompattare la squadra e ha fatto un buon lavoro. Ora bisogna proseguire sulla via tracciata per tornare a un livello ancor superiore”.

Juric ha potuto fare affidamento su una mediana di ottimo livello: Tommaso Pobega però non rimarrà. A suo giudizio Rolando Mandragora è da riscattare?

“Sia Pobega sia Mandragora sono di grande qualità. Purtroppo Pobega dovrà tornare al Milan. Mandragora è un ragazzo di grande affidabilità, è un ragazzo serio e quindi sicuramente Juric lo vuole tenere stretto. Mandragora ha già giocato con Juric quest’anno e avrebbe indubbiamente un vantaggio rispetto a un nuovo innesto”.

Con Samuele Ricci in mezzo al campo il Torino è cambiato?

“Sì, Ricci è un giocatore importante. Un leader della nostra Under-21. L’acquisto di Ricci si è inserito in un percorso giusto. Bisogna puntare su ragazzi giovani di grande qualità e Ricci è il profilo ideale. Juric è un allenatore che sa far tirare fuori il massimo da tutti i suoi calciatori, giovani compresi. I ragazzi devono sfruttare al massimo l’occasione di allenarsi con il tecnico croato”.

Il Torino andrà in ritiro in Austria in due località differenti: quanto è importante il ritiro estivo?

“Come sempre, il ritiro è importantissimo sia a livello fisico sia a livello relazionale. Vivi per qualche settimana a stretto contatto con i tuoi compagni e possono diventare tuoi amici. C’è l’opportunità di conoscersi meglio e si costruisce in estate il gruppo che poi lavorerà insieme tutta la stagione. A livello fisico si mette benzina nelle gambe, a livello tattico puoi giostrarti nel migliore dei modi avendo a disposizione più giorni e più sedute”.

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Quando lasciò il Torino, i tifosi le tributarono una grande ovazione. Andrea Belotti invece potrebbe andarsene in modo silenzioso. Che idea si è fatto su questa lunga vicenda?

“Al di là della scelta finale di Andrea, secondo me va elogiato e ringraziato per quello che ha fatto nel Toro. Non si è mai risparmiato, nemmeno nei suoi momenti di difficoltà personali. L’impegno e la massima dedizione non sono mai mancati. Ho avuto il piacere di vivere lo spogliatoio del Torino insieme a lui, so che persona è. Al di là della sua scelta va applaudito per quello che ha fatto”.

Belotti è in procinto di firmare quello che potrebbe essere il suo ultimo grande contratto: alla sua età le scelte pesano un po’ di più?

“Purtroppo sì. Ti trovi in una situazione in cui non sono i soldi al primo posto, ma le motivazioni. Dopo tanti anni in una stessa squadra ti puoi accorgere che le motivazioni non sono più quelle di un tempo. Quando senti queste sensazioni, è corretto e rispettoso nei confronti dei tifosi prendere la scelta di cambiare squadra. Andrea è molto intelligente, rispetta tutti e forse si è reso conto che le motivazioni sono un po’ diverse rispetto al recente passato. Fa parte del gioco e della carriera, purtroppo non si resta sempre uguali. Proprio per questo, essendo saggio, non vuole mancare di rispetto a nessuno nel mondo Toro e sta valutando altre chiamate”.

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A distanza di qualche anno cosa le rimane a livello emotivo di quella ovazione nella sua ultima gara granata?

“Quel congedo lo porterò sempre nel mio cuore. Mio figlio ogni tanto me lo fa rivivere. Si mette su You Tube e mi fa vedere il video della mia uscita dal campo. Si tratta di un’emozione che rivivo spesso”.

Le piacerebbe essere inserito nel Toro di oggi?

“Sicuramente sì, perché il Toro mi ha regalato emozioni enormi. La mia volontà era rimanere in granata. Anche con la mia famiglia avevamo fatto la scelta di abitare a Torino. Si era creato un bel ambiente e mi sentivo a casa. Ancora oggi quando torno a Torino mi sento a casa. Le scelte però bisogna farle sempre in due e io non posso imporre nulla alla controparte”.

Che cosa fa oggi Vives?

“Come molti sanno gestisco una scuola calcio insieme a mio fratello. Si tratta di una scuola calcio del mio paese ed è inserita nel circuito delle Torino Academy. Ci divertiamo con i giovani. E poi ho aperto dei campi da padel. Sono sempre nell’ambito dello sport perché senza sport impazzisco”.

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