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ITALIA GRANATA

I prestiti del Toro: Onisa, poco spazio e contesti difficili tra Cavese e Imolese

I prestiti del Toro: Onisa, poco spazio e contesti difficili tra Cavese e Imolese

Appena undici presenze per il centrocampista, che a gennaio ha cambiato squadra. E tra un anno scade il contratto

Alberto Giulini

A campionati conclusi, è tempo di analizzare la stagione dei giocatori del Toro in prestito tra serie minori e campionati stranieri. Tra questi c'è Mihael Onisa, centrocampista classe 2000 che ha chiuso la stagione tra le fila dell'Imolese dopo l'iniziale avventura alla Cavese.

LE DIFFICOLTÀ - Due esperienze tutt'altro che facili per l'ex capitano della Primavera, che non si è trovato in contesti semplici per ambientarsi nel mondo dei professionisti. La Cavese, tra diversi stravolgimenti societari, è infatti retrocessa in Serie D, mentre la salvezza dell'Imolese è arrivata solamente ieri sera con i playout (solo panchina per il classe 2000). Una situazione sicuramente non delle più semplici per affidarsi ad un calciatore giovane, tanto che Onisa non ha trovato molto spazio. Ma vivere la quotidianità di campionati così difficili può comunque aiutare a crescere.

IL GIUDIZIO - Sul piano meramente tecnico, è difficile dare un giudizio alla stagione del centrocampista. Il bilancio complessivo è di sole 11 presenze (7 con l'Imolese e 4 con la Cavese) per un totale di 375' giocati. Troppo poco per valutare il campionato di un giocatore che, nei due anni di Primavera, aveva fatto intravedere buonissime cose. Sicuramente hanno pesato gli stravolgimenti in casa Cavese: con il cambio di direzione sportiva e guida tecnica, gli scenari sono mutati radicalmente a stagione in corsa. Quindi con il passaggio all'Imolese si è cercato di porre rimedio, ma sono arrivati solamente sei spezzoni ed appena una gara da titolare.

IL FUTURO - Ora, al termine di una stagione complicata, andrà valutato con attenzione il futuro. Ad Onisa resta solamente un anno di contratto con il Torino e questo pone subito di fronte ad un bivio: dare fiducia al giocatore lavorando ad un rinnovo o cederlo a titolo definitivo per evitare di perderlo a zero tra un anno. L'unica certezza, limitandosi alla stagione appena conclusa, è che le undici presenze complessive non hanno sicuramente aiutato il centrocampista a mettersi in mostra.