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Circolo Soci Torino, che serata con Ventura e Asta: “Il Toro resta nel cuore”

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L'allenatore genovese racconta: "Mi sono fermato dopo 39 anni di calcio, ora ho preso casa a Torino e tifo Toro"

Redazione Toro News

Una serata all'insegna dei sorrisi, dell'affetto, e del tifo granata. Ieri sera presso l'Unione industriale di Torino si è tenuta la cena del Circolo Soci del Torino Fc, un'occasione per ritrovarsi insieme e celebrare l'amore per la maglia del Toro. Orchestrata dal presidente del circolo Leonardo D'Alessandro, la serata ha avuto come ospiti d'onore l'attuale tecnico dell'Under 18 ed ex capitano granata Antonino Asta e l'ex allenatore del Toro Giampiero Ventura, che in cinque anni dal 2011 al 2016 era riuscito nell'impresa di portare il Torino dalla Serie B all'Europa League. Presente anche il padre spirituale del Torino, don Riccardo Robella. Asta e Ventura, concedendosi alle domande del pubblico, hanno avuto modo di raccontare qualche aneddoto.

Asta: "Il Toro sta ritrovando i tifosi allo stadio, un dato positivo"

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I colori del Torino sono difficili da dimenticare, soprattutto se ne sei stato capitano. Lo sa bene Antonino Asta: "Quando ci si ritrova tra cuori granata è sempre un'emozione. Sono partito dalla Prima categoria, e ho fatto tanta gavetta prima di arrivare al Toro; tutto quello che ho fatto mi ha portato a questo grande traguardo, e quello che mi ha lasciato la maglia granata è indimenticabile". Ad Asta viene chiesto quali sono i tre momenti più belli vissuti al Toro: "La prima promozione dalla B alla A del 2001, il derby del 3-3 e la chiamata in Nazionale". Tonino commenta un po' anche l'attualità granata: "Per quanto riguarda il Torino attuale, penso che stia andando abbastanza bene, stiamo anche vedendo un ritorno dei tifosi allo stadio e questo è positivo".  Non manca anche un riferimento al principale obiettivo del suo lavoro di allenatore delle giovanili: "Vogliamo portare più ragazzi possibili in Primavera e in seguito in Prima squadra, so cosa rappresenta il settore giovanile del Toro e l'obiettivo è quello di migliorare e cercare di riportarlo ai fasti dei vari Lentini e Fuser".  Sotto la Mole l'ex capitano granata ha trovato una seconda casa: "Io non sono originario di Torino, ma qui ho conosciuto mia moglie e ho sempre trovato tantissimo affetto dalle persone, ormai mi considero un torinese d'adozione: ho sempre detto di non essere mai stato un grande calciatore, ma sulla fascia davo tutto quello che avevo e non mollavo mai. Penso che questo mi abbia fatto entrare nel cuore dei tifosi".

Ventura: "Sono fiducioso per il futuro, forza Toro!"

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Emozionato e sorridente anche l'ex tecnico granata Giampiero Ventura: "Per me questo è come un ritorno a casa, io e mia moglie abitiamo a Bari ma abbiamo preso un alloggio a Torino perchè siamo legatissimi a questa città. Io torno per tifare, in granata ho passato cinque anni vissuti intensamente, con voglia, umiltà e professionalità, anni che mi hanno trasformato in un tifoso granata. Prima non ero tifoso di alcuna squadra, ma cinque anni qui mi hanno fatto diventare tifoso; quando non guardo le partite, il risultato del Toro è il primo che chiedo"

Anche a Ventura viene chiesto di rievocare qualche bel momento: "Ne ho tanti, ma alcuni non si possono raccontare. Ricordo sempre due frasi che mi sono sentito dire appena messo piede a Torino. La prima, è quando un tassista che mi portava in albergo mi disse che non mi chiedeva nessun risultato in particolare ma solo di restituire la dignità e di dare una mano a tirare fuori le sciarpe dai cassetti. Nel momento in cui siamo tornati in Serie A mi è tornato in mente. La seconda è di un giornalista di Torino, che alla mia presentazione mi disse che ero un pazzo o un visionario se pensavo di portare la squadra in A o di sopravvivere più di qualche mese con il presidente Cairo. Io gli dissi: ho la speranza di arrivare in A e perchè no, magari in Europa. Lui rispose: allora sei un pazzo...". A Ventura viene chiesto anche quale sia stato il miglior giocatore che abbia mai allenato: "Senza dubbio Fabian O'Neill ai tempi del Cagliari. Un talento mai visto. Ma aveva il vizio dell'alcool che gli rovinò la carriera".

Il tecnico genovese chiude dicendo: "Ci rivedremo spesso, alla prossima partita del Toro io ci sarò. Ho deciso di fermarmi dopo 39 anni di calcio, lo dovevo a mia moglie, per dedicare più tempo a noi. Concludo con un Forza Toro, che viene dal cuore, anche se ora il campionato è fermo, ma vale per la ripartenza, noi del Toro abbiamo voglia di ritornare dove la società merita". 

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