A margine del concorso di idee che si è concluso con la consegna di ben 34 progetti (più altri 7 pervenuti fuori tempo), che la commissione nominata dalla Fondazione Filadelfia sta esaminando per dare il via alla fase definitiva di realizzazione, la componente dei tifosi nella stessa Fondazione ha portato avanti un'iniziativa molto interessante: una classe di architettura del Politecnico di Berlino, infatti, capitanata dal professor Mathias Ballestrim, è venuta in trasferta sino a Torino per effettuare un sopralluogo in quello che ormai resta del tempio degli Invincibili.
mondo granata
Fila, progetti made in Deutschland
Misurazioni, fotografie e parecchie domande hanno caratterizzato la visita sul terreno di gioco degli studenti che, istruiti sulla storia del Filadelfia e sulla leggenda della squadra che vi giocò, hanno poi provato a capire i perchè dei tanti vincoli imposti per la ricostruzione. ''Siamo venuti a conoscenza del concorso di idee tramite il bando della Fondazione - ha raccontato in buon italiano lo stesso professor Ballestrim ai microfoni di TN - ed abbiamo pensato di cogliere l'occasione per proporre ai nostri studenti questo tema per i loro lavori''.
La classe intera è infatti rimasta molto incuriosita dalla vicenda e, dopo aver ascoltato attentamente le condizioni alle quali attenersi per la progettazione, ha proposto molti quesiti tecnici relativi all'orientamento del terreno di gioco, al riscaldamento artificiale del prato, al tipo di partite che si vorrebbero giocare sul campo e persino all'abbassamento del suo livello per aumentare la capienza e ragionare sul settore ospiti: "L'impianto deve essere ricostruito come era l'originale - ha spiegato il prof. Ballestrim ai giovani architetti - e questo sarà uno stimolo per voi, perchè dovrete trovare le soluzioni giuste per fare un buon progetto nei limiti previsti, ma usando al massimo la vostra creatività e inventiva''.
Il discorso si è poi spostato più in generale sul mito e la leggenda che circondano il Filadelfia: ''Ci pare di aver capito - ha concluso lo stesso illustre insegnante, traducendo i pensieri dei propri studenti - che questo stadio deve rinascere più per il significato racchiude in sè, per la storia che ha scritto e che conserva, piuttosto che per ospitare le partite di calcio: questo sarà un ingrediente molto importante da aggiungere ai progetti che verranno fuori da questa nostra esercitazione".
Ancora una volta, quindi, capitan Valentino e compagni, a distanza di anni, sono riusciti a commuovere, stupire e farsi ammirare ben al di fuori delle quattro gradinate che delimitano l'anima ed il cuore dei colori granata; ma oltre alla loro influenza "celeste" c'è voluto l'impegno "terreno" dei tifosi (superfluo aggiungere "e non delle istituzioni") perchè l'interesse per questo piccolo quadrilatero varcasse i confini cittadini e nazionali, arrivando lontano.
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