mondo granata

Oscar Giammarinaro: “Io, Ezio Bosso e la Maratona degli anni Ottanta”

Ezio Bosso con Oscar Giammarinaro (in alto a sinistra) e altri amici

Esclusiva TN / Il cantante degli Statuto ripercorre la sua amicizia col maestro deceduto ieri: "E' sempre stato tifoso granata, in Italia è stato scoperto troppo tardi"

Gianluca Sartori

""Sto vivendo un incubo perchè Ezio è come un fratello, l'avevo sentito solo l'altro ieri, questa è una botta tremenda e inaspettata". Oscar Giammarinaro, detto oSKAr, è il leader degli Statuto, nota band torinese che nacque nel 1983 dall'omonima piazza torinese, abituale punto di ritrovo dei Mods. Qui Ezio Bosso, morto ieri a Bologna, mosse i primi passi, con il nomignolo "Xico", di una carriera strepitosa che lo ha visto affermarsi nei palcoscenici di tutto il mondo. "Lo conobbi al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, nonostante avessi qualche anno in più nacque fin da subito una bella amicizia. Eravamo giovani e fondammo gli Statuto, era il 1983. Lui poi divenne il nostro bassista tra il 1986 e il 1987. Un biennio passato fianco a fianco, eravamo e siamo rimasti fratelli anche quando poi si trasferì a studiare altrove dopo aver avuto dissapori con un insegnante". 

 L'ultima visita di Ezio Bosso a Torino con gli Statuto (maggio 2019)

"LA PIAZZA E LA CURVA - In quegli anni di ragazzo, Ezio Bosso vive la fede granata con grande trasporto. "Sì, eravamo sempre presenti in Maratona, in tutte le partite in casa. Devo dire che Ezio però è sempre stato più misurato di me, che ero una vera testa calda - racconta Oscar -. Ma è sempre stato anche lui un grande cuore granata. Con gli anni, allontanandosi dall'Italia, non ha più seguito il calcio con la stessa continuità ma è sempre rimasto tifoso del Toro, assolutamente, e quando tornava a Torino non mancavamo di parlarne", garantisce il frontman degli Statuto. Che ha un rammarico: "Il grande pubblico in Italia ha scoperto Ezio solo dopo la sua esibizione al Festival di Sanremo del 2016, troppo tardi. Ora sento che la sindaca Appendino propone di intitolare un luogo di Torino alla sua memoria. La scelta a mio avviso non può che ricadere sui giardini davanti a Palazzo Paravia in piazza Statuto 18. E' lì che Ezio ha condiviso i suoi sogni con noi".