Ci sono luoghi che diventano per me metafore degli stati d'animo e lo stato d'animo oggi si chiama John O'Groats, a nord della Scozia. Di lì si vedono le Orcadi MA si percepisce che al di là di esse è tutto oceano. Sì, ci sono terre in lontananza... in lontananza, appunto. Sembrano essere irraggiungibili. Lo sono. Si è puntini nel blu. E fa freddo. E si rimane in piedi grazie al vento perché la forza nelle gambe se ne è andata via.
Marca male, eh?Eppure so che non appena sarò dentro allo stadio si risveglierà l'entusiasmo solito e (in questo momento) sopito. Ma non ho voglia di pensarci adesso. Ora ho bisogno di sentire tutto il peso della mia infelicità di essere granata. Una caduta verso il basso per amare il Toro ancora di più, se è possibile.
Sempre domenica 23 novembre 2008, dopo, anzi: quasi lunedì
Caro Diario,prima del dopo ti devo raccontare che la Stefi, venuta a prendermi per la partita, mi ha trovata in pieno John O'Groats ed ha iniziato a preoccuparsi.“Che cosa c'è che non va?”“Eeeeh, che cosa c'è che non va... fa un freddo cane, stiamo per immergerci in una specie di ghiacciaia, torneremo a casa con una brutta sconfitta sulle spalle e mio marito è milanista. Devo aggiungere altro?”“Ma come? Tu che ti dai per sconfitta?? Tu??? Che roba strana...”“Eeeeh, che roba strana... ma non ti rendi conto che stiamo andando a prendercene una caterva???”“Ma che cosa dici? Sei posseduta da uno spirito maligno? Non ti riconosco...”“Neppure io mi riconosco, neppure io... non mi sento neppure del Toro, questa sera...”Una vera lagna.E tra una lamentela e l'altra siamo arrivate in prossimità dello stadio ed abbiamo parcheggiato. All'angolo di corso Galileo con corso Sebastopoli. Rimango sempre stupita dal fatto che la Stefi trovi SEMPRE parcheggio dove desidera e, soprattutto, in modo da minimizzare la percorrenza a piedi di qualsiasi tragitto ella decida di compiere. E sempre sempre sempre lei non si pone il problema: sa che troverà il parcheggio che vuole. E' anche grazie a lei se non credo alla sfiga: volere è potere...
Bene.Scese dall'auto ho visto volare per aria una piccola luna: chiudendo la portiera mi è saltata via mezza unghia (sì, mezza unghia, proprio mezza, così). Ne ho seguito incredula la traiettoria verso il suolo prima di iniziare a vedere le stelle per il male.Ed è radicalmente cambiato il mio umore. Anche il mio approccio verso la partita: “Testa bassa e caricare? Andiamo!”.Così: dopo aver visto la luna e le stelle.In realtà dopo aver visto il brulicare granata che si agitava su corso Sebastopoli... mi commuove sempre. E mi fa venire voglia di correre senza motivo, come fanno i bambini: corrono per il gusto di correre.Due panini in fretta e furia, quattro chiacchiere con i soliti amici, cinque minuti per arrivare ai tornelli, mille palpiti del cuore che – quando sono lì – batte all'impazzata.Sai di che cosa parlo, no? 'sto mio cuore che sta diventando vecchio... sembra essersi irrobustito con gli anni, via...
La partita.
Giochicchiano.Giocano.Oh, cavoli, giocano!E sotto ai miei occhi, proprio lì proprio lì, la zucca lucida di Stelùn apre un'improvvisa voragine di gioia.Alzo la bandiera verso il cielo urlando “Gol! Gol! Gol!” (più qualche vaffa sentito verso la tifoseria avversaria, lo ammetto...) e... piango.Piango perché già so che nel giro di pochi minuti la situazione sicuramente cambierà, lo sento nelle ossa, come quando sta per arrivare la neve, piango perché cazzochegol!!!, piango perché il Toro... perché è troppo bello il Toro, è troppo bello essere del Toro.Le mie ossa avevano ragione ed il vento cambia: bim (1-1), bum (1-2), crash (tutti).Ma mi metto a sorridere sorniona. La Stefi mi guarda come se io fossi improvvisamente impazzita. Ha la conferma della mia pazzia quando le dico di stare tranquilla, che si aggiusterà tutto.Ed il tutto si aggiusta.Aaaaaaaaaaaaaaaaah!Me lo sentivo.Semplicemente.Tutta la depressione pre partitam era solo un po' di paura causa disabitudine ai rivolgimenti positivi di situazioni complesse.Mica facile essere me... sono veramente pesante.Ma no, dai, non è proprio così... sono solo del Toro. Io. Io sono del Toro. Del Toro. Il Toro. E' troppo bello il Toro.
Domenica 30 novembre 2008, verso sera
Caro Diario,qualche giorno fa ti dicevo che è troppo bello il Toro, vero? Ah, be', oggi non lo è stato di sicuro.Non va bene così ma tant'è... tant'è che fra tre giorni il Toro compirà centodue anni. Centodue. Sotto il segno del Sagittario.Lo sai, no? In astrologia il Sagittario è rappresentato da un centauro, creatura mitologica metà uomo e metà cavallo, la parte umana nel gesto di scoccare una freccia verso l'alto, verso un punto in cui non ci sono bersagli reali. Il centauro è spirito d'avventura, ha una sua personalissima filosofia di vita.Sicuramente NOI, noi ingranatiti fino al midollo, siamo quella freccia che sta per essere scoccata, immobili e vibranti, pronti ad immergerci nel cielo, spesso trattenuti a terra da un peso che non sappiamo neppure definire e che non dipende da noi. Noi... noi ti auguriamo un felice compleanno, Toro. Sempre insieme a te comunque vada. Il regalo faccelo tu, però, forza... forza... forza Toro... FORZA TORO
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