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Cairo non ci sta e risponde dopo il video virale: “Non ho tempo per vergognarmi”

Multimedia / Il Presidente risponde su Instagram alle critiche ricevute

Andrea Marchello

Nei giorni scorsi Urbano Cairo è stato al centro delle polemiche per un video che ha rapidamente fatto il giro del web e divenuto argomento di dibattito e di commento. Della questione avevamo già parlato, ma oggi il Presidente del Torino ha ritenuto opportuno aggiungere un capitolo alla saga, rispondendo alle accuse rivoltegli in questi giorni.

Il luogo che ha ospitato il messaggio di Cairo è stato ancora Instagram. Il presidente granata, oltre che dei gruppi editoriali RCS e Cairo Communication, ha postato un suo selfie, corredato da un lungo messaggio: "Mi dispiace, non ho tempo per “vergognarmi” come molti chiedono. Non vendo mascherine al triplo del prezzo, non fabbrico finta amuchina, faccio l’editore di giornali e tv di qualità, che assicurano al Paese la giusta e libera informazione in un momento difficile come questo. Per farlo - incredibile segreto - ho bisogno della pubblicità. Non ho chiuso un programma televisivo, né uno solo dei miei giornali.

Sento su di me la responsabilità quotidiana di migliaia di posti di lavoro. C’è da mettere le mani nel fango? Ce le metto volentieri. Il video che è uscito era una riunione di spogliatoio. Non doveva essere pubblicato. E nello spogliatoio per motivare si dicono anche cose che possono sembrare discutibili. Mi scuso per le persone citate. Avevo bisogno di dare fiducia per tentare di raggiungere l’obiettivo. E l’obiettivo è salvare le aziende e salvare i lavoratori che le costruiscono tutti i giorni. Perché ci sarà anche un “dopo” questi giorni orrendi e non vorrei che questo “dopo” fosse ancora peggio di oggi. Se ce la faremo, ce la dovremo fare tutti assieme. Questo è sempre stato il mio obiettivo: salvare tutti i posti di lavoro. Devo usare metodi “poco educati”? Devo essere diretto nella comunicazione? Me ne prendo la responsabilità. Come quando sono andato quasi un mese fa ospite dalla Gruber - unica volta in Tv su La7 - per dire che andava chiuso il Paese per salvarlo. Anche lì giù critiche e distinguo.

Mi dispiace, dico e faccio quello che penso perché domani ci sia ancora terra da coltivare e da mangiare per tutti. Questo è il mio compito di imprenditore e di editore che non ha altro interesse che questo, che non ha mai interferito con il libero lavoro delle proprie testate e tv, facendo della loro autonomia il suo unico credo".