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Buongiorno: “Sogno la Nazionale, Mancini valorizza i giovani”

Buongiorno: “Sogno la Nazionale, Mancini valorizza i giovani”

Il difensore classe 1999: "Spero sia l'anno della mia consacrazione. Sto lavorando per questo, per migliorarmi sempre di più ed acquisire esperienza"

Redazione Toro News

Dai nostri inviati a Santa Cristina Marco De Rito Alberto Giulini

Dal ritiro di Santa Cristina in Val Gardena ha parlato Alessandro Buongiorno. Il centrale granata ha risposto alle domande dei cronisti presenti nella località delle Dolomiti. Il difensore classe 1999 ha innanzitutto sottolineato: "L’importante è lavorare tanto e impegnarsi, senza avere nessun rimpianto guardandosi indietro".

Qual è ruolo in difesa che senti più tuo?

“Io principalmente mi trovo bene sul centrosinistra nella difesa a tre. Anche se quando sono stato in prestito in Serie B o con Giampaolo ho fatto tutti i ruoli. Se devo dire un ruolo dico centrosinistra, ma in difesa in realtà li ho fatti tutti”.

Dopo aver visto l’Europeo dove giocava un ’99 come te, Bastoni, che stimoli hai?

“Mi ha sicuramente colpito l’unione del gruppo, colonna portante anche se c’erano diversi giovani. Sarebbe uno dei sogni arrivare in Nazionale. Convocando miei coetanei Roberto Mancini ha dimostrato che il gruppo e la presenza dei giovani non compromettono la possibilità di vincere l’Europeo. È un aspetto che può valorizzare i giovani italiani”.

Nel tuo percorso hai studiato qualche difensore in particolare?

“Mi sono sempre ispirato a difensori italiani, guardavo tanti video di Maldini e Nesta. Nel Toro mi ha dato una grande mano Moretti insieme a Burdisso. Erano le prime volte in cui mi affacciavo nel mondo dei grandi e i loro consigli mi sono stati molto utili. In una delle mie prime convocazioni Burdisso mi disse di giocare come se fossi uno di loro e di non sentirmi il giovane”.

Hai la sensazione che questo possa essere l’anno della consacrazione?

“Lo spero. Sto lavorando per questo, per migliorarmi sempre di più ed acquisire esperienza”.

Sembra che ci sia un’empatia particolare con Juric: hai anche tu questa percezione?

“Il mister ci aiuta molto, se vede che ti impegni dà consigli e dispensa aiuti. In campo ci dà parecchia carica: trasmette molto quando ci alleniamo ma anche fuori dal rettangolo di gioco”.

Giampaolo disse di essersi sbagliato a lasciarti inizialmente in disparte. Come lo avevi vissuto da dentro?

“Mi ha fatto molto piacere. Quando giocavo meno degli altri non ero contento, ma ho cercato di darmi da fare e lavorare con il massimo impegno. Sono riuscito a ritagliarmi uno spazio abbastanza importante per quello che era il mio primo anno. Sono ancora più contento perché il lavoro svolto evidentemente era un buon lavoro”.

Si sa che il portiere è una ruolo essenziale per la squadra, soprattutto per un difensore. Puoi raccontare il vostro rapporto con Milinkovic-Savic?

"A livello di consiglio e di comunicazione tra di noi c'è molta stima ci aiutiamo, siamo amici. C'è molta disponibilità sia alla comunicazione che a tutto il resto. Come portiere può darci una grande mano. E' bravo a parare ma anche con i piedi. Ha il lancio lungo che ci può aiutare. Essendo giovane poi ha un ottimo approccio con tutti noi. Ci aiutiamo, ci diamo consigli tra di noi".

Parlando in generale, c'è questa moda in tutte le squadre che iniziano l'azione dal portiere, al terzino poi al mediano. Non sarebbe più utile calciare lungo e risparmiare tempo? 

"Diventa utile quando si riesce a fare gol. Se una squadra riesce a segnare meglio calciando lungo, prova questa soluzione, altrimenti procede per passaggi. Dipende dai giocatori, dalla squadra e dall'allenatore. Ci sono molte variabili che inficiano su questo".