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Ciammaglichella: “Prendo il calcio seriamente. Il Toro è una seconda casa”

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Il centrocampista classe 2005 ha parlato ai microfoni di Torino Channel raccontandosi
Redazione Toro News

Durante il ritiro di Pinzolo, tra un allenamento e l'altro con mister Juric, i giocatori del Torino hanno avuto tempo per commentare con alcune loro sensazioni la pre-season. Uno di questi è Aaron Ciammaglichella che è intervenuto ai microfoni di Torino Channel. Il centrocampista classe 2005 ha parlato di diversi temi. Di seguito le sue dichiarazioni.

Aaron, 18 anni d'età e 14 in maglia granata. Cos'è il Toro per te? "Per me il Toro è una seconda casa. Ho fatto un percorso che è iniziato quando avevo quattro anni e mi sono iscritto, non sono arrivato da una squadra provinciale. Sono nato e cresciuto vicino allo stadio, il Toro è una seconda casa"

Tuo papà è un ex calciatore di Serie D e di futsal. Come ha indirizzato la tua crescita di giovane calciatore? "Mio padre non mi ha mai messo tante pressioni, non ha mai voluto che io proseguissi una carriera calcistica come la sua. Mi ha sempre coinvolto durante le sue partite e io mi sono innamorato di questo sport, un po' grazie a lui e un po' per come sono fatto io perché sono nato per giocare a calcio ed è questa la mia passione. Mi dà consigli, sono sempre stato tranquillo e senza pressioni da parte di mio padre, una cosa molto positiva"

Alla prima da titolare con la maglia dell'Italia Under 18 sei subito andato in gol. "E' stata un'emozione incredibile, eravamo a Potenza. Lo stadio era pieno perché c'erano tante scuole, i ragazzi ci incitavano. Era la nostra prima partita e la mia prima da titolare con l'Italia. Segnare con questa maglia è qualcosa di incredibile e indescrivibile. Sono emozioni che non provi tutti i giorni e quando le provi senti che c'è una differenza"

Nell'ultima stagione in Primavera hai raccolto un bottino di 3 gol e 1 assist, tuo record personale. In cosa ti senti migliorato? "Penso che ogni anno si alzi il livello. Penso di essere cresciuto calcisticamente e umanamente. Sono cresciuto di un anno e so di essere maturato ma devo ancora alzare la mia asticella per raggiungere livelli ancora più alti"

In un'intervista tuo papà ha detto che sei un terminator per precisione e metodicità. Ti rispecchi in questa descrizione? "Secondo me ha esagerato un po' (ride, ndr) ma sono uno molto serio che prende seriamente questa professione che spero diventi un lavoro. Cerco sempre di essere preciso, perché se voglio alzare il livello devo essere serio e cercare di sacrificare qualcosa al di fuori dello sport. Ovviamente devo curare i dettagli più piccoli"

Ti piace leggere. Come va a scuola? "La scuola per molti calciatori è sempre stata un tabù. Io penso che sia importante perché si deve avere sempre una seconda strada o avere in contemporanea con lo sport qualcosa che riesce ad aprirti la mente e non solo a pensare a uno svago, perché il calcio ti tira fuori tante energie e io uso la scuola per rilassarti e cercare di espandere la mia cultura. I miei genitori ci tengono molto, quest'anno avrò la maturità. Dovrò impegnarmi perché non è una passeggiata. A me piacerebbe poi continuare gli studi, non so ancora cosa farò ma qualcosa lo troverò al di fuori del campo"

Anche Buongiorno, da poco laureato, ha ribadito più volte l'importanza di terminare un percorso scolastico. Voi lo ascoltate? "Alessandro è un esempio per tutti. Ha fatto capire che un lavoro del genere che toglie tante energie e ti sfinisce, ma avere una seconda strada e avviare la propria cultura con lo studio è importante. Ha fatto questo percorso facendo capire che la scuola è importante quanto il calcio"

Come stai vivendo il ritiro di Pinzolo? "Per me è bellissimo, un'esperienza unica. Non ho mai provato questa emozione. Allenarsi con i tifosi e avere il calore anche al di fuori dell'hotel in questo paesino che è diventato granata in queste due settimane è un'emozione unica. E' bello confrontarsi con gente più grande, con più esperienza e con Juric, che è un grande mister"

Quanto è importante per voi ragazzi della Primavera allenarvi con Juric anche durante la stagione? "Secondo me è importantissimo. Io cerco sempre di guardare i minimi dettagli che sembrano banali, ma i più grandi li fanno perfetti. Quando sei perfetto riesci ad alzare il tuo livello. Sia con Juric che con i compagni cerco di prendere tutto, è un onore essere qui con loro e stare in mezzo a loro durante l'anno. Migliori calcisticamente, ma anche mentalmente"

Ti appaga maggiormente il gol o l'assist? "E' una domanda difficile. Ma ti dico l'assist. Preferisco aiutare il mio compagno a gioire perché è uno sport con undici e più giocatori e preferisco vedere il mio compagno esultare ed esultare con lui che fare gol"

Come ti piacerebbe essere descritto come giovane calciatore? "Penso di essere descritto come un ragazzo serio che ama questo grandissimo sport. Mi trovo in una via di mezzo. Come calciatore cerco di apprendere dai più grande ma di essere d'esempio per i più piccoli, che è un onore"

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