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Porte chiuse, gli effetti sul Torino: da preventivare anche un danno economico

Emergenza Coronavirus / I granata dovranno giocare contro Parma ed Udinese senza pubblico, non potendo contare sugli introiti derivati dal botteghino

Lorenzo Bonansea

"L’emergenza Coronavirus ha naturalmente (e giustamente) coinvolto anche il calcio e giocoforza il Toro: il decreto legge (qui i dettagli) varato dal governo negli scorsi giorno ha infatti imposto per il prossimo mese le portechiuse alla Serie A, che cercherà di riassestarsi dopo due settimane di caos nel calendario - ma lo farà, per almeno30giorni, senza pubblico negli stadi.

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"Un provvedimento necessario per mettere la salute al primo posto contro il Coronavirus, e che cade in un momento sportivo sicuramente non facile per il Toro: i granata, indietro di una partita, sono pericolosamente vicini alla zona rovente della classifica, e contro Parma ed Udinese (qui il nuovo calendario ufficializzato dalla Lega) non potranno contare sul sostegno del proprio pubblico. Il Toro si prodigherà  nel rimborso del rateo degli abbonamenti e dei biglietti già venduti per la sfida col Parma. Tuttavia subirà un danno “necessario” da questa vicenda non potendo contare sugli introiti derivati dal botteghino.

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"Premettendo che la salute va prima di ogni altro aspetto, il Torino si troverà a dover rinunciare alla vendita dei biglietti del botteghino. Considerando la media di paganti di questa stagione (8.800, meno di 7000 senza le partite di cartello) la società dovrà far fronte ad un mancatoincasso stimabile intorno ai 210mila euro. Non pochi, se si considera che nell’anno 2018 il bilancio del botteghino segnava una cifra complessiva di 3.4 milioni di entrate.  Se poi il provvedimento dovesse essere esteso fino a fine campionato, naturalmente il danno potrebbe farsi più ingente e più impattante. La salute, però, non ha prezzo e la priorità per tutti deve essere quella di attenersi alle disposizioni ministeriali. Il resto, per ora, passa in secondo piano.