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Genoa-Torino, sperimentalismo contro tradizione: Motta sfida Mazzarri

Focus on / I due tecnici saranno alla prima sfida da allenatori. L’italo-brasiliano alla sesta panchina in Serie A

Andrea Calderoni

Thiago Motta contro Walter Mazzarri. Uno dei tanti duelli del match di domani alle 18 allo stadio “Ferraris” di Genova. Una gara molto delicata per il Genoa e per il Torino in chiave classifica. I rossoblù vogliono proseguire sulla buona strada imboccata con l’arrivo dell’ex centrocampista dell’Italia, mentre i granata avranno l’obbligo di svoltare centrando la seconda vittoria di fila lontano dalla Mole. Sarà il primo incrocio da allenatori per Motta e Mazzarri.

TRADIZIONE/SPERIMENTALISMO - Che sfida dobbiamo aspettarci? Almeno a concetti quella tra tradizione e sperimentalismo. Da una parte c’è, infatti, Mazzarri, ovvero il vecchio sostenitore del calcio difensivista italiano, dall’altra c’è Motta, cioè colui il quale è passato alle cronache per il suo ormai celeberrimo 2-7-2. L’italo-brasiliano ha appeso le scarpette al chiodo da un anno e mezzo, quindi è ancora fresco degli insegnamenti ricevuti nel corso degli anni da grandissimi maestri come Van Gaal, Mourinho, Ancelotti e Conte, che sono stati tutti suoi allenatori. Prendendo spunto da loro, ha creato uno stile tutto suo, improntato fortemente sul possesso palla, uno dei dati che ha subito maggiormente un’impennata nel Genoa con il suo arrivo. Nelle ultime cinque uscite, difatti, il Grifone si piazza dietro soltanto alla Juventus nella specifica graduatoria (57,1% di possesso rossoblù, 57,8% bianconero).

POSSESSO PALLA - Il Torino, perciò, si troverà di fronte una squadra dietro in classifica che, però, è abituata a tenere in mano il pallino. Il Genoa di Motta si è caratterizzato per un buon equilibrio tra i reparti e per un’ottima aggressività (emblematica la partita a Torino contro la Juventus). I granata avranno, dunque, l’opportunità di aspettare l’avversario ma dovranno dimostrare di essere maturati dal punto di vista difensivo. In chiave offensiva servirà personalità; qualcuno, infatti, dovrà prendersi la responsabilità di forzare il passaggio o il tiro in porta. A proposito di conclusioni è stato chiaro Mazzarri in conferenza stampa: “Quando si deve concludere bisogna essere lucidi”. Lo stesso tecnico ha poi ribadito che anche il Toro è cresciuto in quanto a possesso palla, come testimoniano i dati del match con l’Inter (LEGGI QUI). Staremo a vedere a Marassi come si evolverà la gara, ma una cosa è certa: il Torino dovrà dimostrarsi solido, organizzato, quadrato, in poche parole mazzariano, altrimenti sarà notte fonda.