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Gianluca Petrachi voto 9: un 2016 fatto di colpi da maestro

foto Marco Parella

Il Pagellone di Natale / Dai colpi di scena Immobile e Hart, alla vincente telenovela Ljajic, per finire alle cessioni a peso d'oro di Maksimovic e Peres: il DS granata è ora tra i più ambiti e rispettati d'Italia

Gianluca Sartori

Parlando di Gianluca Petrachi, si potrebbe ricordare il fatto che fu presentato a fine 2009 tra le bombe carta che scoppiavano fuori dal container della Sisport, e che oggi, sette anni dopo, il Torino è una società in crescita dal punto di vista sportivo (l'obiettivo del ritorno in Europa League è una dimensione a cui si può e si deve puntare, già a partire da questa stagione) ed economico (il bilancio 2015 è stato chiuso con un altro attivo, roba più unica che rara nel calcio italiano di oggi). 

Preferiamo però concentrarci su quanto fatto dall'uomo mercato granata nel 2016, visto che si tratta di dargli un voto per questa annata, nel nostro Pagellone di Natale. Ebbene, difficilmente si riesce a trovare un'operazione sbagliata da parte sua. Partendo dagli albori del 2016, come non ricordare il colpo da maestro del ritorno di Ciro Immobile: ovvero, come aggiudicarsi in prestito (a meno di un milione) con diritto di riscatto ( a circa undici) un giocatore venduto un anno e mezzo prima a circa venti milioni. Purtroppo Immobile non ha potuto dare tutto quel che avrebbe voluto a causa di un infortunio mentre a giugno sia il calciatore che il Torino hanno imboccato strade differenti: cose che nel calcio ci stanno. Petrachi però ha trovato una strada alternativa delle sue: l'arrivo degli esterni Iago Falque e Adem Ljajic dalla Roma, al termine di una telenovela durata oltre un mese che però ha visto ilDS granata ottenere entrambi i giocatori, e alle sue condizioni: uno in prestito con diritto di riscatto (il quale riscatto può essere uno dei traguardi da centrare già nel mercato di gennaio alle porte) e l'altro, il serbo, a titolo definitivo, prelevato con l'investimento maggiore dell'era Cairo (8.5 milioni) e blindato con un contratto fino al 2020.

Un mercato, quello estivo, che ha visto altri veri e propri colpi di teatro. In primis, la cessione di Bruno Peres alla Roma. Un milione subito, più 12.5 da versare obbligatoriamente a giugno 2017 e inoltre i bonus al raggiungimento di determinati obiettivi del club capitolino. E il conseguente acquisto di De Silvestri dalla Sampdoria: pupillo di Mihajlovic, giocatore di sicuro affidamento, prelevato dal club genovese nonostante il terzino destro il Torino ce l'avesse già in casa, quel Davide Zappacosta che ora si ritrova anche titolare in Nazionale. Segno di come, per il DS granata, le richieste dell'allenatore siano sempre in cima ai pensieri quando si tratta di agire sul mercato.

La ciliegina sulla torta? Il colpo Joe Hart. Il Torino era arrivato a fine agosto in cerca di un portiere, dopo la "bocciatura" parziale di Alfred Gomis, colui che era il titolare designato a inizio estate. A Petrachi si è accesa la lampadina e ha stupito tutta l'Italia pallonara con un'operazione sensazionale dal punto di vista tecnico e del ritorno di immagine, sfruttando congiunture favorevoli irripetibili e spuntandola con delle condizioni inverosimili: ricordiamo che il Manchester City attualmente paga la maggior parte degli emolumenti del giocatore. A prescindere da quale sarà il futuro di Hart a partire dalla prossima estate (e qui è chiaro fin da oggi che il Torino potrà provarci, ma a far la differenza sarà la volontà del giocatore) aver portato un portiere del livello e della fama di Hart in granata - anche grazie alla collaborazione di Attilio Lombardo, che conosceva il portiere e ha contribuito a fargli scegliere il Toro - è un'operazione di calciomercato di quelle che restano negli annali.

Una parentesi a parte merita la questione Maksimovic. Era un giocatore chiave, uno di quelli su cui si pensava di poter costruire la stagione, poi la fuga del giocatore ha complicato i piani, a 15 giorni dalla fine del mercato. Per sostituirlo, il DS granata si è dapprima cautelato accelerando per Rossettini, non un fenomeno ma un buon giocatore di categoria. Poi si è tentato di prendere un elemento di valore paragonabile a quello del serbo. Ma prima la Dinamo Kiev ha chiuso i battenti per Domagoj Vida. Poi, la questione Jozo Simunovic: era stato trovato l'accordo per il giocatore, sbarcato a Torino per le visite mediche, poi il DS granata ha fatto una scelta di prudenza comprensibile, evitando di fare un investimento là dove non era sicuro al 100% delle condizioni del giocatore. E così il Torino è rimasto senza un vero sostituto di Maksimovic, ma non per negligenza o per mancata volontà, ma perchè le circostanze hanno remato contro. C'è comunque da scommettere che in questo mercato invernale si interverrà a dovere.

E Maksimovic? E' stato venduto il 31 agosto per qualcosa come 25 milioni di Euro (da incassare il prossimo giugno): cifra astronomica per un giocatore che era promesso sposo del Napoli da almeno un anno ma che ad oggi, agli ordini di Maurizio Sarri, fa panchina. E così il tesoretto per il prossimo mercato estivo c'è già, senza bisogno di ricorrere ad altre cessioni eccellenti. Un colpo di mercato in uscita da maestro, l'ennesimo, di Gianluca Petrachi: colui che oggi è forse il Direttore Sportivo più ambito e rispettato d'Italia, per il suo modo di essere e di lavorare. E c'è da dire che, con il presidente Cairo oberato dagli impegni di lavoro, è sempre più coinvolto in compiti di gestione, grazie ai quali si sta completando come dirigente sportivo a 360°.

P.S. Chiudere l'anno con i rinnovi di Barreca e Belotti non è male e fa capire come nel Torino non si pensi solo all'oggi ma anche al domani: il voto è 9, e non 10, solo perchè la perfezione non è di questo mondo.