Il Torino, ieri sera a San Siro, non è stato di certo protagonista di una delle sue migliori prestazioni. La sconfitta contro i nerazzurri - reduci da tre sconfitte consecutive - non ha affatto reso felice il tecnico granata Sinisa Mihajlovic, il quale pretende chiaramente molto più coraggio da parte dei suoi ragazzi.
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Inter-Torino: a San Siro in campo non c’era il Torino di Mihajlovic
Analisi a mente fredda / I granata hanno aspettato anzichè aggredire, non costruendo mai azioni pericolose: una partita sbagliata che va archiviata al più presto come tale
Sin dal 1' di gioco, il Toro di Mihajlovic è stato vittima sacrificale dell'Inter. Anzichè aggredire fin da subito un avversario che sicuramente si portava dietro dei dubbi, i granata sono stati timorosi, guardinghi e timidi; il gollonzo subito, una palla fortunosa finita in rete grazie a Icardi, è stata la giusta punizione. Un atteggiamento del tutto passivo che con il Torino non ha niente a che fare: la squadra che è scesa in campo ieri sera a Milano non è di certo quella che vuole il tecnico serbo, il cui credo calcistico è totalmente antitetico, come si è visto chiaramente nelle nove partite precedenti. Una prestazione sbagliata è più che concessa, anzi, può essere un fattore positivo se presa nel modo giusto, ma la brutta partita resta e il fatto di non aver messo in pratica ciò che si era preparato e ciò che la squadra ha nelle sue potenzialità aumenta la delusione. Nel Torino visto ieri sera, si può persino trovare qualche analogia con il Torino di Ventura, attendista e guardingo, il quale però, al contrario della squadra vista ieri in campo, almeno sapeva ripartire con efficacia.
Un emblematico dato negativo, è che il Toro ha tirato soltanto in due occasioni: il tiro di Acquah da 35 metri nel primo tempo (parato facilissimamente da Handanovic) e quello di Belotti, finito in rete grazie ad un pasticcio difensivo nerazzurro e alla sua determinazione. Un'atteggiamento passivo, dunque, che si è riversato anche sulla fase d'attacco, la quale ne ha risentito di più: uno dei migliori attacchi della Serie A infatti non si può permettere di tirare così poche volte, non rischiando quasi mai. Qualche segnale di ripresa si è visto soltanto nel secondo tempo, quando Maxi Lopez ha cambiato in parte l'inerzia della partita, spostando di fatto un po' più avanti il baricentro della squadra, ma non è stato sufficiente. E dopo aver trovato il pari con Belotti, invece di "saltare" addosso agli avversari, i granata si sono sfilacciati ulteriormente, concedendo all'Inter diverse nitide occasioni e finendo per capitolare, a due minuti dalla fine, in modo meritato.
Incassare, cancellare la serataccia di ieri, ripartire da quanto di buono era stato fatto sin qui e ricompattarsi verso Udine è ora la missione del Torino di Mihajlovic, che ora ha davanti a sè un calendario contro squadre alla portata fino al derby dell'11 dicembre.
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