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Inter-Torino: a San Siro in campo non c’era il Torino di Mihajlovic

MILAN, ITALY - OCTOBER 26:  Antonio Candreva of FC Internazionale in action during the Serie A match between FC Internazionale and FC Torino at Stadio Giuseppe Meazza on October 26, 2016 in Milan, Italy.  (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)

Analisi a mente fredda / I granata hanno aspettato anzichè aggredire, non costruendo mai azioni pericolose: una partita sbagliata che va archiviata al più presto come tale

Raffaele Lima

Il Torino, ieri sera a San Siro, non è stato di certo protagonista di una delle sue migliori prestazioni. La sconfitta contro i nerazzurri - reduci da tre sconfitte consecutive - non ha affatto reso felice il tecnico granata Sinisa Mihajlovic, il quale pretende chiaramente molto più coraggio da parte dei suoi ragazzi.

Sin dal 1' di gioco, il Toro di Mihajlovic è stato vittima sacrificale dell'Inter. Anzichè aggredire fin da subito un avversario che sicuramente si portava dietro dei dubbi, i granata sono stati timorosi, guardinghi e timidi; il gollonzo subito, una palla fortunosa finita in rete grazie a Icardi, è stata la giusta punizione. Un atteggiamento del tutto passivo che con il Torino non ha niente a che fare: la squadra che è scesa in campo ieri sera a Milano  non è di certo quella che vuole il tecnico serbo, il cui credo calcistico è totalmente antitetico, come si è visto chiaramente nelle nove partite precedenti. Una prestazione sbagliata è più che concessa, anzi, può essere un fattore positivo se presa nel modo giusto, ma la brutta partita resta e il fatto di non aver messo in pratica ciò che si era preparato e ciò che la squadra ha nelle sue potenzialità aumenta la delusione. Nel Torino visto ieri sera, si può persino trovare qualche analogia con il Torino di Ventura, attendista e guardingo, il quale però, al contrario della squadra vista ieri in campo, almeno sapeva ripartire con efficacia.

Un emblematico dato negativo, è che il Toro ha tirato soltanto in due occasioni: il tiro di Acquah  da 35 metri nel primo tempo (parato facilissimamente da Handanovic) e quello di Belotti, finito in rete grazie ad un pasticcio difensivo nerazzurro e alla sua determinazione. Un'atteggiamento passivo, dunque, che si è riversato anche sulla fase d'attacco, la quale ne ha risentito di più: uno dei migliori attacchi della Serie A infatti non si può permettere di tirare così poche volte, non rischiando quasi mai. Qualche segnale di ripresa si è visto soltanto nel secondo tempo, quando Maxi Lopez ha cambiato in parte l'inerzia della partita, spostando di fatto un po' più avanti il baricentro della squadra, ma non è stato sufficiente. E dopo aver trovato il pari con Belotti, invece di "saltare" addosso agli avversari, i granata si sono sfilacciati ulteriormente, concedendo all'Inter diverse nitide occasioni e finendo per capitolare, a due minuti dalla fine, in modo meritato.

Incassare, cancellare la serataccia di ieri, ripartire da quanto di buono era stato fatto sin qui e ricompattarsi verso Udine è ora la missione del Torino di Mihajlovic, che ora ha davanti a sè un calendario contro squadre alla portata fino al derby dell'11 dicembre.