Il tecnico croato resta imbattuto contro il collega lusitano. Il Torino si è dimostrato superiore all'attuale Salernitana
Il Torino all'Arechi è stato per la prima volta in stagione cinico. Non che lo fosse sempre stato nella passata annata, nella quale tante volte sono stati persi punti per la mancanza di cattiveria in zona porta. Per trasformarsi da squadra di centro classifica a pretendente per un piazzamento in Europa il Torino deve trovare una continuità di cinismo, solo così possono maturare i punti pesanti. Quello di ieri sera, lunedì 18 settembre, non è stato il Torino più bello dell'era Ivan Juric ma ha dimostrato con i fatti di essere una squadra più attrezzata dell'attuale Salernitana. I granata piemontesi hanno fatto valere la miglior organizzazione e la maggior qualità praticamente in ogni reparto. Nonostante le assenze, la formazione di Juric ha ben lavorato e ha confermato quanto di buono visto in questo inizio di stagione in fase di non possesso (trasferta di Milano a parte). Per tre volte in quattro turni Vanja Milinkovic-Savic e compagni hanno tenuto la porta inviolata e tre indizi danno certamente una prova: il Torino sa interpretare molto bene la fase difensiva. Non va dimenticato che ieri ha rischiato di capitolare sulla traversa piena di Cabral, ma anche in quel caso l'azione dei campani è stata frutto di un disimpegno sbagliato e non di un posizionamento errato della retroguardia.
Le mosse dal primo minuto: funziona la mediana composta da Tameze e Ricci
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Dunque, sono arrivati i gol ed è questa la principale notizia della serata dell'Arechi. Juric ha preparato bene la partita, sebbene le assenze di Vlasic, Vojvoda e Ilic fossero pesanti. La profondità della rosa granata non si discute in questa stagione e la dimostrazione è stata lampante contro la Salernitana. L'avversario di turno non sta attraversando il miglior momento dal punto di vista mentale, ma il Torino è stato bravo a complicare ancor di più la vita ai campani. Come l'ha fatto? Con un buonissimo approccio alla partita, con una mediana che ha alternato i muscoli di Tameze e le geometrie di Ricci, con Seck dietro le punte insieme all'ispirato Radonjic e con la novità Zapata al centro dell'attacco. Le scelte di Juric, alcune più obbligate di altre, hanno pagato. Tameze sta crescendo e può garantire quelle coperture che donano serenità a Ricci in fase di impostazione e di inserimento. Zapata in attacco è un tipo di giocatore che crea spazi ai compagni perché calamita su di sè l'attenzione delle difese. Quindi, anche se non segna aiuta il reparto offensivo a rendere di più e meglio. Può perciò essere lui l'uomo della svolta in casa Torino, come analizzato nell'Editoriale odierno su queste colonne. Ecco perché, a nostro giudizio, il Torino dal punto di vista del gioco ha ancora grandi margini di crescita.