"Un lampo, nella notte. In un derby difficile, contro la più forte, in casa della più forte, Adem Ljajic ha trovato il miglior palcoscenico per inventarsi una punizione che per bellezza ed effetti resterà a lungo nella memoria dei tifosi granata. Un gesto tecnico perfetto, con la gamba che non segue ma si apre, per dare il giusto giro alla sfera; il pallone segue i binari perfetti, bacia la parte bassa della traversa e fa a spegnersi in rete, mentre il Torino, che ha saputo soffrire e difendersi al cospetto della Juve, inizia a credere nell'impresa.
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Juventus-Torino 1-1: magia e sacrificio, per Ljajic è un derby da ricordare
Protagonista / Prima il colpo da maestro sulla punizione, poi tanta tanta corsa: il serbo si conferma profondamente cambiato
"Ma il derby di Ljajic non è tutto qui: in una partita di sacrificio e compattezza, gli si chiedeva uno sforzo in più anche in fase di non possesso, e questo sforzo è arrivato. Tante volte lo si è visto, anche e soprattutto quando la squadra ha giocato in 10, rincorrere l'avversario e fare quello sforzo per recuperare una posizione lasciata vacante da se stesso o da un compagno. Ed è anche questo che fa del derby di Ljajic un gran derby, giocato con quella mentalità che il Torino richiede sempre ma il serbo ha offerto solo a tratti.
"Con la marcatura asfissiante di Benatia e Bonucci su Belotti, il serbo era chiamato a diventare l'uomo più pericolo dei granata, e così è stato, con un paio di conclusioni dalla distanza nel primo tempo. E se la prima finisce alle stelle, la seconda è un tiro a giro dei suoi che non si alza troppo sotto la traversa. Al 6', poi, sulla punizione derivante da un fallo di mano di Asamoah, la magia che fino al 91' stava regalando ai granata i primi 3 punti allo Juventus Stadium. Higuain ha poi cambiato la storia, ma la parabola perfetta di Ljajic era ormai incastonata nel mosaico dei gesti che fanno la storia del derby.
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