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Torino, Juric a cuore aperto: “Ha senso che resto solo se vado in Europa”

Le parole di Juric nella conferenza stampa straordinaria indetta dal tecnico
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Ivan Juric torna a presentarsi di fronte ai media nel primo pomeriggio della giornata odierna, lunedì 5 febbraio, in una conferenza stampa straordinaria indetta dopo la partita di ieri contro la Salernitana e dopo le parole rilasciate in conferenza stampa. Presenti in platea anche Davide Vagnati ed Emiliano Moretti.

Inizia a parlare Juric. "Le mie idee espresse ieri erano propositive e non c'era la volontà di creare scontento e delusione. Avevo raccolto le parole di Peyote, tifoso del Toro, che si era espresso in quel modo, e mi sono riconosciuto. Il discorso era: siamo vicini a un obiettivo importante, dobbiamo essere tutti uniti al 100% e dobbiamo cercare di ottenere qualcosa che secondo me sarebbe fantastico".

Il giornalista Fabrizio Turco interviene:"Il Toro per me è il ricordo di mio padre, grande uomo che non c'è più, dei miei nonni e di tanti amici del cuore che anch'essi non ci sono più. Non sono ricordi legati a vittorie, anche perché da trent'anni non si vince più. Se la gente fosse legata alle vittorie chissà dove saremmo finiti. Il Toro per molti è quasi una filosofia di vita. Quando c'è un film io tifo per il personaggio sfigato che magari è perdente ma che prova a tirarsi su. Non certo per un personaggio che magari possa essere arrogante. Ora le sue sono delle scuse?"

Juric risponde infervorandosi: "Ormai ci conosciamo da due anni e mezzo, anche se solo tramite le conferenze stampa. Ho letto delle strumentalizzazioni. Dal mio punto di vista abbiamo fatto delle cose che sono favolose in due anni e mezzo, partendo da una situazione molto difficoltosa. Ci siamo messi a lavorare come cani per ottenere la parte sinistra della classifica, il secondo anno idem. Nel terzo anno, dopo una grande difficoltà iniziale dove c'erano le premesse perché andasse tutto male, siamo riusciti a ribaltare la situazione con uno spirito Toro pazzesco, vincendo 3-0 con Napoli e Atalanta, battendosi sempre. Quando uno mi chiede perché sono andato al Torino, io rispondo che sono andato per la storia e per lo spirito. Una delle ragioni per cui sono qui è questa: a me ha dato fastidio che la partita di Genova, che per me è stata esaltazione dello spirito Toro perché ho visto giocatori sfiniti dopo la partita, non è stata percepita in questo modo. Il discorso non c'entrava con ieri, vengo qui a parlare sinceramente, come se fossero amici. Se qualcuno si è offeso non era mia intenzione. Mai io ho voluto offendere nessuno. Non mi è passato per la testa. Io sono qui per ottenere grandi obiettivi, non dormo la notte per questo - dice Juric, alzando la voce e battendo i pugni sul tavolo - . Poi certe volte non dovrei parlarvi sinceramente, come ho fatto anche col presidente e con Vagnati. Magari delle volte bisogna essere paraculi... Però offendere i tifosi del Toro non mi è mai passato per la testa. Per me era un richiamo di unione, per la volontà di ottenere un obiettivo che secondo me ci meritiamo tutti".

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