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Lukic: “Sono ambizioso. Dopo il Mondiale o in estate arriverò dove prefissato”

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Le parole di Sasa Lukic in un'intervista a Sportal in vista del Mondiale e sulla sua situazione al Torino

Redazione Toro News

Il centrocampista del Torino, Sasa Lukic, a pochi giorni dall'inizio del Mondiale, nel quale sarà impegnato con la maglia della nazionale serba, si è raccontato ai microfoni di Sportal.rs. Queste le sue dichiarazioni nell'intervista a lui dedicata.

Sei considerato un ragazzo con i piedi per terra, che ci ha messo 6 anni ad emergere in Serie A. Oltre alle abilità calcistiche, si può dire che la modestia sia la tua virtù?

"Cerco di rimanere sempre lo stesso, com'ero all'inizio, quando non ero ancora nessuno. Non cambierò mai, garantito! Anche se sono in un club più importante, rimarrò lo stesso. E’ una cosa che mi è stata insegnata dalla mia famiglia e questo mi guida nella vita".

Hai giocato in vari ruoli, ma con l'arrivo di Ivan Juric ti sei affermato come mediano di centrocampo.

"Mi piace questa posizione. Anche se non scelgo io (sorride)”…

Pochi sanno che hai fatto due doppiette consecutive da numero 10. Al Torino non accadeva dal 1950. C'è una testimonianza nello spogliatoio.

"Sono l'unico straniero che lo ha fatto. Sono contento che l'abbiano messo in evidenza in un punto dello stadio. Un giorno quando me ne andrò ci sarà questo ricordo".

Com'è la vita a Torino? C'è una comunità serba?

"È una città bellissima, piccola, ma con una popolazione di quasi un milione di persone. Ci sono molte persone provenienti dai Balcani, quindi mi sento davvero a mio agio. Il mare è vicino, le montagne sono vicine. E’ tutto fantastico".

Parlando del Torino, siete tre serbi. Come passi il tuo tempo? Quanto conta per te la presenza di Vanja Milinkovic-Savic e Nemanja Radonjic?

"Sono stato a lungo circondato da miei connazionali. Prima c'erano Ljajic, Maksimovic e come allenatore Mihajlovic. Ora ci sono Vanja e Nemanja. È più facile per ognuno di noi perché possiamo contare l'uno con l'altro. Sicuramente anche per loro è così. Ci vediamo anche fuori dal campo, passiamo intere giornate insieme. Succede anche che ci annoiamo e allora poi scappiamo ognuno a casa propria (ride, ndr)".

A Torino ci sono anche i serbi Vlahovic e Kostic. Riuscite a vedervi tutti quanti?

"È difficile coordinarsi. Ad esempio, noi ci alleniamo al mattino e loro al pomeriggio. Poi loro giocavano la Champions League il martedì o il mercoledì e ora dovranno giocare l'Europa League il giovedì. Nel weekend si gioca in campionato, alle volte in giorni differenti. Quindi, per noi è impossibile vederci tutti insieme, ma le occasioni ci sono state a inizio stagione e l'ultima volta quando ci ha fatto visita il ct Stojkovic".

Hai insegnato ai tuoi compagni di squadra qualche parola in serbo?

"Ci capiscono, soprattutto quando sfugge qualche parolaccia (sorride)... Scherzo, certo".

Hai perdonato Radonjic per il dito nella zuppa? Quel videoclip girato durante la quarantena tra le partite con Svezia e Norvegia di Nations League, era diventato virale sui social media.

(Risata)..."Beh, anche questo faceva parte dello scherzo... Ma sicuramente lo ripagherò (sorride)..."

A differenza di Nemanja e Vanja, e dell'80% dei giocatori, non hai un tatuaggio. Sei pronto a farti un tatuaggio in caso di vittoria della Serbia al Mondiale?

“Uhm… non mi piacciono i tatuaggi. Non ho nulla contro le altre persone che si fanno tatuaggi, ma personalmente non mi piacciono. Quindi non succederà (sorride)..."

Quale cosa “folle” potresti promettere in caso di vittoria del Mondiale della Serbia? Ad esempio dei tennisti si sono rasati a zero i capelli dopo grandi vittorie.

"Se necessario, mi taglierò i capelli a zero (sorriso)..."

Ha accennato alla visita del tecnico Stojkovic. Ci racconti qualche aneddoto.

"Il mister ha visto prima Torino-Juventus, poi noi. Già prima della partita aveva detto che Vlahovic avrebbe segnato, così noi tre del Torino a cena ce l'avevamo con lui, perché quel gol lo aveva chiamato (sorride)... Ovviamente era tutto uno scherzo".

Quanto significa per te il supporto da parte del CT? Sembra che nessun allenatore, ad eccezione di Radomir Antic, abbia visitato così tanto i giocatori e abbia parlato con loro come un amico, un fratello.

"In realtà non era successo prima. Ha visitato quasi tutti i giocatori. Personalmente sento grande fiducia da parte sua e del suo staff. Sicuramente fa piacere anche agli altri. Possiamo sempre parlare di tutto con lui, e anche adesso è stato così".

Cosa porta la Serbia ad essere finalmente una nazionale che gioca un calcio di alto livello? Il CT, la maturità dei giocatori, qualche altra cosa o tutte insieme?

"Da quando è arrivato Stojkovic è cambiato tutto. Tutto è migliorato. Spero che staremo sempre meglio, ma siamo un gruppo unito. Ogni giocatore non vede l'ora di un nuovo raduno, per giocare in Nazionale. E lo si sente e si vede in campo. Faremo del nostro meglio per mantenere questo spirito, anche perché ora sentiamo il sostegno del pubblico. Forse negli anni precedenti non sentivamo il sostegno dei tifosi, ma ora sì. Segno che anche i tifosi si accorgono che stiamo migliorando".

La Serbia ai Mondiale è nel girone con la Svizzera di Ricardo Rodriguez, tuo compagno al Torino. Come vivi questa cosa?

"Avevamo già giocato l'ultima partita del girone in Russia, ma ora vedremo chi ne uscirà vincitore. Lo ripeto, credo in noi. Penso che contro di loro, e contro il Brasile, dimostreremo di giocare a un calcio vero".

Come si comportano gli italiani? Sei circondato da loro, eppure non sono ai Mondiali.

"Sono una nazione calcistica, credono molto nel calcio e nei loro giocatori. È molto difficile per loro non essere andati in Qatar, soprattutto perché non erano nemmeno in Russia nel 2018. Sono in Italia da molto tempo, quindi voglio che vadano ai prossimi Mondiali. C'è posto per loro”.

Cosa vuoi e cosa ti aspetti? Molti vedono la Serbia ai quarti di finale o anche in semifinale... Un tale ottimismo è un peso o è una realtà?

"Per il tipo di squadra abbiamo è normale che ci siano grandi aspettative. Giochiamo bene, con maturità, ma pensiamo a una partita alla volta. Questo è il modo giusto. Quindi continuiamo così in modo da mostrare la nostra qualità a tutti".

Il Brasile è il primo rivale. Loro sono i favoriti per la vittoria del Mondiale e molto forti, ma anche la Serbia lo è.

"Abbiamo perso contro di loro all'ultimo Mondiale. Non c’ero, ma è una partita aperta per me indipendentemente dalla loro qualità. Vorrei che fossimo competitivi con tutti, anche con il Brasile. Di certo non ci arrenderemo".

Non c'eri all'ultimo Mondiale. L'allora ct della Serbia, ora l'allenatore della Bulgaria, nostra rivale nelle qualificazioni europee, non ti convocò.

"Non biasimo nessuno per non avermi convocato in Russia. Ognuno prende le proprie decisioni, ognuno è responsabile delle proprie azioni e io lo rispetto. Ho continuato ad allenarmi e ora Dio farà avverare il mio desiderio di disputare il Mondiale. Krstajic ora è l'allenatore della Bulgaria, con loro ci saranno partite interessanti nelle prossime qualificazioni all’Europeo del 2024. Realisticamente, abbiamo grande qualità nel girone ed è ora che la Serbia partecipi all'Europeo dopo tanti anni”.

Dove ti vedi dopo il Mondiale o nella prossima stagione. Il Partizan vorrebbe il tuo trasferimento in un altro paese per ottenere un bonus. Hai parlato con il Leeds?

"Ad essere onesto, ho grandi ambizioni. Sono sicuro che arriverò dove mi ero prefissato, e se sarà dopo il Mondiale o la prossima estate, vedremo".

Per finire, collezioni le figurine?

"In realtà non colleziono figurine, ma mio padre sì. Quando vado in Serbia vedo quali ha e quali no, quindi mi impegno un po' per aiutarlo. Ha la mia figurina l'ha messa nell’album. Sono orgoglioso di far parte dell'album Panini. Da bambino ho collezionato molte figurine di chi giocava ai Mondiali e ora alcuni ragazzi collezionano me e gli altri che andranno in Qatar".

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