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Roma-Torino 1-1, Juric in conferenza: “In queste gare servono cose che non abbiamo”

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Le parole dei protagonisti della sfida tra Roma e Torino

Redazione Toro News

Al termine di Roma-Torino, il tecnico granata Ivan Juric si è presentato ai microfoni dei broadcaster per le parole a caldo sulla gara. Successivamente è intervenuto in conferenza stampa all'Olimpico di Roma per rispondere alle domande dei giornalisti presenti allo stadio. Di seguito le sue parole.

Mister, Sanabria dall’inizio come centravanti: tanti pensavano che a lei piacesse l’assetto coi tre trequartisti. Perché la scelta? Come cambia il rendimento dei trequartisti quando c’è una punta davanti a loro? Il gol è arrivato di Linetty che si è inserito da dietro con Sanabria che ha portato via un uomo?

“Ci sono partite e partite. In certe partite va bene giocare senza attaccante puro, in altre preferisco averlo. Sanabria ha fatto molto bene ma ha sbagliato due gol in situazioni che poteva fare meglio. Si è trovato nella situazione giusta, peccato che ha sbagliato. La scelta è stata questa. Contro la Sampdoria la situazione era diversa”.

Quale è il sentimento che prevale dopo questa partita?

“E’ un peccato che non facciamo le cose per migliorare la squadra. Ci vogliono altre cose per portare i risultati a casa ma non le abbiamo. Oggi era una partita che negli ultimi venti minuti è diventata più fisica e lo abbiamo pagato. Poi c’è grande orgoglio per le occasioni create e per come l’abbiamo interpretata. Ma grande rammarico perché quando giochi così devi vincere o stravincere, o portare a casa in altri modi, non ci siamo riusciti”.

Avete tre punti in più dell’anno scorso quando eravate tredicesimi. Si può fare un bilancio?

“Penso che abbiamo perso giocatori quasi insostituibili come Bremer, centrocampisti e attaccanti che non abbiamo sostituito. I ragazzi sono stati fantastici. Chi c’era già l’anno scorso conosceva il modo di giocare, gli altri si sono integrati bene. Il gruppo è fantastico come atteggiamento ma io vorrei qualcosa in più; vincere gare come questa ti dà ambizioni diverse. Così siamo soddisfatti e contenti ma siamo sempre lì”.

Vojvoda out, scelta tecnica?

“Sì, non mi è piaciuto per niente”.

Tornando agli ultimi 10-15 minuti si è visto un Torino che subiva troppo. Non aveva cambi in panchina?

“Vlasic, Linetty e Zima faticavano perché hanno giocato tre partite in una settimana. Ma negli ultimi minuti le partite cambiano, con tutti quei lanci lunghi. Se hai uno in avanti che tiene palla, la porti a casa facile. La Roma può permettersi dei cambi che ti mettono pressione e alla fine pareggi. Il rammarico è enorme, quando la partita diventa sporca devi rispondere in modo diverso. Non devi più pensare a dominare, ma a portarla a casa”.

Ci sarà il mercato di gennaio. Lei in passato ha detto: facciano quello che vogliono. Lo spirito è cambiato?

“Non rispondo” (sorridendo).

Ma sembra un no, diplomatico…

“Secondo me… Nel senso che… Non lo so”.

Mourinho ha detto che sono state due diverse partite. Lei aveva descritto la Roma più forte, ma per settanta minuti c’è stata una sola squadra in campo.

“Abbiamo dominato a livello di palleggio. I due centrocampisti hanno fatto benissimo. Uno si allargava, l’altro veniva dentro, così non permettevamo al loro centrocampista di marcare il nostro trequartista. Noi dominavamo su questa cosa qui e loro ballavano. Ricci e Linetty hanno interpretato benissimo la partita, non andavano dalla stessa parte ma si allargavano per poi trovare Vlasic e Miranchuk. Poi la partita è cambiata, è diventata di lanci lunghi e di pressione, e bisogna rispondere in altro modo, servono altre cose per portare la gara a casa. Poi mancavano anche Lukic, Schuurs e Aina, giocatori di spessore che se fossero stati in panchina avrebbero dato una mano in certe situazioni. Mancato un cambio in mezzo. Ma la partita per 70’ l’abbiamo fatta come volevamo e con un po’ più di cattiveria avremmo fatto più gol”.

Può chiarire il programma di lavoro da qui a Natale? Farà conferenze stampa?

“Non lo so, di conferenze non abbiamo parlato. Noi abbiamo in testa tante idee, da martedì cominciamo a fare riunioni con gente dall’estero per migliorare il nostro lavoro. Abbiamo idee giuste, vediamo se riusciamo ad alzare il livello di lavoro. Ci siamo agitati per trovare nuove strade. Da martedì lavoriamo così mentre la squadra ha due settimane libere, poi abbiamo 35 giorni per lavorare bene e migliorare tante cose. Andremo in Spagna, per dieci giorni”.

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