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Schuurs: “Porto i miei amici dell’Olanda a Superga. Juric? Mi chiama Piero…”

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Il difensore centrale del Toro ha raccontato alcuni curiosità e retroscena dei suoi primi mesi in Italia e sugli allenamenti con Juric

Redazione Toro News

Torino Channel, la TV ufficiale del club granata ha pubblicato un'intervista a Perr Schuurs. Il difensore del Toro ha parlato in inglese rispondendo a molte domande riguardo i suoi primi mesi in Italia e su questa sua stagione d'esordio nel campionato di Serie A.

Lo sport è nel tuo sangue. Tuo padre e tua sorella Fleau giocano a pallamano e tua sorella Demi è una tennista.

"Sì, c'è una grande differenza tra questi sport: la pallamano, il tennis e il calcio. Da piccolo giocavo sia a tennis che a calcio ma poi a 12/13 anni ho scelto il calcio. Sono stato obbligato a decidere perché dovevo intraprendere un percorso professionistico. In quel periodo mi piaceva di più il calcio perché volevo giocare in una squadra e insieme a degli amici. Ecco perché ho scelto il calcio. Con la famiglia spesso parliamo solo di sport. Mia mamma credo sia la donna più importante per noi perché ci aiuta e si assicura che tutto vada bene".

Sei diventato un difensore centrale fin da subito?

"No, all'inizio giocavo come attaccante. Fino ai 15/16 anni ho fatto questo ruolo ma poi sono andato in un club professionistico e l'allenatore mi ha fatto fare subito il difensore".

In Olanda per la scuola è importante praticare sport?

"Sì in Olanda tutti pensano che praticare sport e andare a scuola contemporaneamente sia importante perché è salutare. Per me, quando ero a scuola, era molto importante poter fare il mio lavoro, cioè lo sport, mentre continuavo a studiare. In Olanda c'è un percorso specifico che ti permette di avere più libertà se ti devi allenare o se hai una partita".

Tu sei un ragazzo molto diligente. Quanto è importante nel tuo lavoro?

"Sono un tipo molto serio. Quando devo allenarmi o giocare una partita devo concentrarmi al massimo per dare il 100%. Voglio anche svolgere del lavoro in più in palestra per migliorare. Credo che nel nostro mestiere sia importante concentrarci al massimo ogni giorno".

Da chi hai ereditato queste caratteristiche?

"Da mio padre credo. Lui è sempre stato un esempio nello sport per me e ci sono dei principi da seguire sia nel calcio, che nella pallamano o nello sport. Bisogna sempre essere concentrati e mostrare a sé stessi cosa si vuole ottenere. Questa è la cosa più importante".

Prima di venire in Italia qual è il tuo ricordo più bello nel mondo del calcio?

"Quando avevo 16 e 17 anni giocavo nel Fortuna Sittard, ho giocato molti anni nelle giovanili e poi sono diventato capitano della prima squadra al primo anno. Siamo stati promossi in Eredivisie e per me è stato tra i momenti più belli, anche la festa che abbiamo fatto con i tifosi".

La Serie A è stata una scelta importante?

"Per me era stato già un grande passo dal Fortuna Sittard all'Ajax. Quella era la prima volta che io e la mia ragazza andavamo a vivere lontano dai nostri genitori, è successo tutto velocemente. Ho giocato bene all'Ajax, facendo anche errori ma tutto serve per migliorare. Penso che io avessi bisogno di giocare in Serie A".

Che differenze ci sono?

"In Olanda si gioca molto con la palla mentre in Italia bisogna pensare di più perché tutto è più tattico. Ogni squadra qui è forte fisicamente mentre in Olanda si fa più gioco di possesso. Credo che questo campionato sia più combattuto e forte".

E fuori dal campo? I tifosi e l'ambiente?

"Con l'Ajax abbiamo giocato la Champions League quindi l'atmosfera era sempre al top, ci sono i tifosi migliori d'Olanda e lo stadio è grandioso. Tutto era molto bello. In Italia invece, specialmente qui a Torino, c'è più emozione da parte dei tifosi e se combatti per loro lo apprezzano soprattutto se vinci".

I tifosi ti amano molto, ti fermano per chiedere autografi e foto?

"Sì, soprattutto a fine allenamento o quando giro in città con la mia ragazza. Vogliono foto e autografi, so di piacergli molto ma anche loro piacciono a me. I tifosi sono molto importanti per noi e anche per me personalmente. Senza di loro non avremmo raggiunto ciò che abbiamo ora".

Cosa ti piace di più della città di Torino?

"Quando vengono miei amici dall'Olanda andiamo in città e mi piace far vedere loro anche qualcosa del club. Per me la cosa più importante è Superga. Mangiamo qualcosa lì e anche il clima è perfetto".

Cucini o vai fuori a cena?

"La mia ragazza cucina sempre. Se devo cucinare io andiamo fuori perché io non sono capace. Per me il cibo italiano è il migliore al mondo. Da giovane sono venuto in vacanza in Italia per 15 anni ogni estate e conoscevo già la cucina. Ora che sono qui però non voglio più tornare in Olanda per la cucina, resto qui".

Come ti trovi con i compagni di squadra?

"Dal primo giorno mi sono trovato molto bene, sono felice di essere qui. Ci sono ragazzi davvero simpatici e parliamo molte lingue diverse, prima di arrivare pensavo che sarebbe stato difficile ma mi sono sentito a mio agio fin dal primo giorno perché vogliono aiutarmi. Se non riesco a parlare italiano provano in inglese. Mi sento molto bene qui. Con la mia ragazza facciamo lezione con un insegnante olandese due o tre volte a settimana. So che c'è tempo ma per me è importante imparare presto l'italiano".

Conosci bene la storia di questo club essendo già stato a Superga?

"Sì, la conosco. Prima di venire qui sapevo che il Torino aveva giocato due volte contro l'Ajax. La cosa che considero più importante è Superga. Vederla è stato interessante perché avevo visto solo foto e video e non riuscivo a credere che fosse così, è stato impressionante da vedere. Quando sei lì senti cosa significa il club e penso sia positivo andarci ogni anno con la squadra per vedere e sentire quanto sia forte il legame tra la squadra, i tifosi e la storia".

Juric spende bella parole per te, ti fa piacere?

"Certo, quando ero all'Ajax era chiaro che volessi venire al Torino e ho cercato informazioni sull'allenatore. Ho letto che tutti erano contenti di lui e che gli allenamenti erano molto duri. Fin da subito ho sentito di dare il 100% in ogni sessione e questo è positivo. Con lui ho migliorato molte cose perché lui vuole aiutarmi. Se ho una domanda vado da lui e mi aiuta mostrandomi i video di cosa devo fare. Penso che lui sappia cosa possiamo fare davvero e credo che sappia metterlo in pratica benissimo".

Sei molto bravo nelle punizioni, quando hai imparato?

"Quando ero molto giovane e dopo scuola andavo con gli amici al campo a giocare e a tirare. Giocavo sempre con la palla e se ti alleni allora migliorerai. C'è stata una partita in cui sono passato dalle giovanili alla prima squadra e l'allenatore mi diceva di tirare. Ho provato a metterla nell'angolino e a fine stagione ne avevo segnate sei. Quando ero nella squadra B dell'Ajax altre tre credo e poi una in prima squadra. Penso che con tanto allenamento si possa sempre migliorare".

Come ti chiama l'allenatore in campo?

"In Olanda Perr Schuurs ma il mister qui Piero Schuurs (ride, ndr)".

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