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Torino, Buongiorno omaggia Juric: “Un uomo vero, come un padre”

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Alcune dichiarazioni di Alessandro Buongiorno, intervenuto all'evento Festa dello Sport di Dronero
Piero Coletta

Alessandro Buongiorno, difensore del Torino e della Nazionale, è intervenuto come ospite presso Cinema Teatro Iris di Dronero per l’evento “Lo Sport e la Scuola nel mondo del Professionismo”, un evento della Festa dello Sport. Ha partecipato all’evento anche Alessandro Baretti di Tuttosport. Il giornalista ha introdotto l’evento parlando del percorso di studente del difensore centrale (fa parte del 4% degli calciatori che sono laureati in Italia).

L'approccio al calcio

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Il giocatore ha parlato di calcio, studio e anche qualche hobby personale. "Ho iniziato a sei anni a giocare a calcio. Il Toro poi mi ha chiamato, ho iniziato a fare qualche provino e qualche allenamento. Dopo qualche mese, mi hanno chiamato per andare a vestire la maglia del Toro. Inizialmente non ero sicuro di voler andare. Ho avuto un attimo di titubanza, poi Silvano Benedetti mi disse di provare per tre settimane e vedere come mi trovavo. Direi che è andata bene. Non è stato facile conciliare studio e sport, soprattutto gli ultimi anni di superiori. Molte volte avevo gli allenamenti al mattino e dovevo saltare la scuola. Ho avuto dei professori che hanno capito la situazione e che hanno visto che da parte mia c’era la voglia di portare avanti le cose".

Il rapporto con lo studio

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"La quarta e la quinta liceo sono stati faticosi, poi ho deciso di prendere un anno sabbatico. Però lì mi sono reso conto che avevo tempo a disposizione, ma che lo buttavo. L’anno dopo, tornato a Torino, mi sono iscritto all’università online. Ho notato la differenza quando ho ripreso a studiare, mi aiuta anche in campo a pensare e ad anticipare le situazioni. Ad ascoltare il mister, capire cosa vuole. Un consiglio che posso dare è quello di dare il 100%. Nel momento in cui studio o gioco mi impegno a fondo per non avere rimpianti. Per quanto riguarda lo studio è una cosa importantissima che serve a tutti. A livello pratico programmo i fogli da studiare al giorno, in modo tale da avere una costanza. Uso molto il fatto di avere riassunti e schemi, che mi permettono di ripassare prima degli esami".

Il quattro maggio e la stagione attuale

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"Un'emozione unica leggere i nomi dei caduti, la prima volta per quell’emozione così forte mi tremarono le gambe. Quest’anno pensavo di gestirla meglio, in realtà no (ride). Si sta in un posto iconico per il Toro e per la società. Si avverte questa aura dove ci sono le anime dei tifosi, dei caduti e della storia. Una sorta di connessione che si ha e che viene tirata fuori mentre si leggono i nomi. Si prova poche volte un’emozione simile”. Buongiorno passa poi a parlare del presente, con l’ultima partita di campionato alle porte. “Stiamo preparando la sfida contro l'Atalanta come abbiamo fatto con le altre. Il gruppo è bello, danno tutti il massimo e questi due-tre giorni di allenamenti li stiamo facendo bene. Verso il finire delle stagioni dal punto di vista fisico qualcosa si perde. Dobbiamo restare lucidi e concentrati, da questo punto di vista ho compagni fantastici e sono sicuro che arriveremo nelle condizioni giuste. Lavorare con Juric è fantastico. È stato un padre. Uomo vero, dice le cose come le pensa e con cui puoi parlare anche al di fuori del calcio. Mi ha permesso di crescere e maturare, ma ha fatto così con tanti giocatori. Grandissimo allenatore, ma prima grandissima persona”.

 

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