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Torino, che succede a Sirigu? Col Sassuolo è di nuovo impreciso

Il tema / Per la seconda partita consecutiva il portiere sardo non si è espresso sui suoi livelli abituali

Gianluca Sartori

"Salvatore Sirigu aveva abituato tutti troppo bene. Sta di fatto, però, che se su un singolo errore, seppur importante – quello che ha di fatto deciso la partita col Cagliari – non si poteva non chiudere un occhio, la partita di Reggio Emilia un campanellino d’allarme lo ha fatto risuonare nella testa di molti tifosi. Contro il Sassuolo, per la seconda volta in pochi giorni, il portiere sardo non si è espresso sui livelli per lui consueti e questo risalta ancora di più proprio perchè si tratta di Sirigu.

"Per due volte, nel secondo tempo di Reggio Emilia, “Tore” è uscito a vuoto su traversoni spioventi dalle fasce: valutazioni sulle traiettorie stranamente sbagliate, errori che di certo non hanno mai fatto parte del bagaglio del portiere da quando è a Torino. In un’occasione soprattutto, è stato un banale strafalcione di Boga di testa a porta vuota a graziare Sirigu: altrimenti staremmo parlando di un altro gol – che avrebbe anche potuto essere decisivo – sulla sua coscienza. Per la seconda partita consecutiva, quindi, Sirigu è stato tra i peggiori in campo in casa Toro: un dato che non può non far notizia.

"Non mancano ovviamente le malelingue che collegano i recenti errori di Sirigu alle indiscrezioni che lo hanno riguardato durante l’estate, le quali vociferavano di un portiere in rotta con la società. Ricostruzioni che sono state smentite a più riprese da Davide Vagnati e Marco Giampaolo, che hanno escluso l’esistenza di qualsivoglia “caso” intorno al portiere di Siniscola. Più semplicemente, è possibile che il pesante errore commesso contro il Cagliari possa aver tolto qualche sicurezza a Sirigu, anche se è qualcosa che non ci si aspetta da un atleta maturo e consapevole delle proprie qualità come lo è Salvatore. Il quale ora sa benissimo quale è la strada giusta per far dimenticare al più presto i due passaggi a vuoto: far parlare il campo, come è abituato a fare.