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Torino, le lezioni da imparare: la separazione da Mazzarri, giusta ma tardiva

TURIN, ITALY - JANUARY 25:  Torino FC head coach Walter Mazzarri looks on during the Serie A match between Torino FC and  Atalanta BC at Stadio Olimpico di Torino on January 25, 2020 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Approfondimento / L'analisi degli errori commessi dalla dirigenza del Torino da inizio anno ad oggi. Secondo punto: l'esonero di Mazzarri

Nicolò Muggianu

"La stagione del Torino fino a questo momento è stata a dir poco al di sotto delle aspettative. Il progetto di inizio campionato era quello di migliorare il settimo posto dello scorso anno, oggi invece i granata si trovano a navigare pericolosamente in zona retrocessione a sole cinque lunghezze dal terz'ultimo posto. A questo punto, dunque, ci pare doveroso chiederci cosa sia andato storto. Quali siano le ragioni del naufragio del progetto-Mazzarri prima e del progetto-Toro poi. Nel primo punto di questo nostro approfondimento abbiamo parlato della gestione di un mercato estivo sicuramente discutibile. 

"PROGETTO - Il secondo punto toccato da questa analisi è quello riguardante il divorzio con Walter Mazzarri. Un divorzio parso necessario dopo il vortice di risultati negativi in cui era (ed è tutt'oggi) finito il Torino, ma che non ha convinto per le tempistiche. Tardiva la separazione dal tecnico toscano, che già dopo lo 0-7 contro l'Atalanta (il peggior risultato casalingo della storia granata) pareva al capolinea della sua esperienza sulla panchina del Torino, ma ancora prima già in un paio di occasioni il campanello d'allarme sarebbe dovuto risuonare (il 4-0 subito in casa della Lazio ma soprattutto, visto che poi c'era la pausa natalizia da sfruttare, la sconfitta interna contro la Spal).

"RITARDO - Il presidente Cairo credeva in Mazzarri e ha insistito su di lui contro corrente: una scelta che non ha trovato riscontri sul campo, con il Torino eliminato in Coppa Italia e sconfitto successivamente a Lecce per 4-0. Soltanto in quel momento tecnico e società decisero di dividere consensualmente le proprie strade. Una soluzione che, come detto, pare giusta nelle finalità ma sbagliata nelle tempistiche. Soprattutto per quanto riguarda il calciomercato invernale, operato in base alle specifiche di un allenatore il cui destino pareva essere già segnato. Così il suo successore, Moreno Longo, si è trovato a subentrare in corsa - il 4 di febbraio - senza l'opportunità di operare scelte sul mercato; né in entrata né in uscita.

"FUTURO - Inevitabili, di conseguenza, le difficoltà riscontrate dall'ex mister di Frosinone e Pro Vercelli; arrivato in una squadra in grande difficoltà fisica e mentale. Una condizione atletica da rivedere e tante lacune, ma questo Longo poteva immaginarselo accettando quella che - almeno sulla carta - era per molti una mission impossible. Una sfida che l'ex tecnico della Primavera granata è chiamato a portare a termine con l'obiettivo della salvezza, provando a rendere meno amara una stagione già fallimentare. Sempre che il campionato si concluda regolarmente, soltanto una volta salvi si ricomincerà a pensare al futuro, se con o senza Longo sulla panchina del Torino sarà soltanto il tempo a dircelo.

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