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Torino, Pellegri e un minutaggio che lascia degli interrogativi

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Sette partite giocate, una sola dal primo minuto e un solo gol segnato (in Coppa Italia contro il Palermo), l’avvio di stagione di Pietro Pellegri lascia qualche punto interrogativo perché non si può dire abbia ricevuto troppe opportunità...

Roberto Ugliono

Sette partite giocate, una sola dal primo minuto e un solo gol segnato (in Coppa Italia contro il Palermo), l'avvio di stagione di Pietro Pellegri lascia qualche punto interrogativo perché non si può dire abbia ricevuto troppe opportunità per mostrare le sue doti. La certezza è che lui ora raggiungerà l'Under 21 italiana per ritrovare smalto e continuità, poi il ritorno in granata per rilanciarsi e chissà magari diventare ancora più importante.

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I ragionamenti sul suo impiego sono diversi. Da un lato un minutaggio così basso (253' in sette match di Serie A) fa pensare che il Torino (e in tal senso si intende sia Juric sia l'area medica granata) stia cercando di gestire il fisico di Pellegri. D'altronde il ragazzo non ha mai giocato con continuità e quest'anno è l'unica alternativa a Sanabria, quindi dovrà reggere ed essere abile (e arruolabile) sempre. Un altro ragionamento possibile è che sia lo stesso Juric a voler gestire man mano il suo inserimento in rosa. Pellegri ha bisogno di fare esperienza e quindi vuole provare a inserirlo con i giusti tempi. Fin qui le gerarchie indicano che Sanabria è il titolare nel ruolo di punta centrale, mentre Pellegri ha giocato dall'inizio solo una volta (contro il Lecce). Se da un lato Pietro ha mostrato degli sprazzi di talento che stuzzicano e destano la curiosità di vederlo più spesso in campo, dall'altro il ragazzo non può essere indicato come il salvatore della patria né la panacea del mal di gol che affligge il Torino.

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Proprio per questo non va bruciato troppo presto e bisogna concedergli il tempo che necessita. Sicuramente lui scalpita e vorrà sempre più spazio, ma la linea di Juric da un lato lo dosa dal punto di vista fisico e dall'altro lo fa crescere un passo alla volta. D'altronde da inizio stagione a oggi ha comunque sempre visto il campo, anche se a volte per pochissimi minuti, come con Cremonese e Inter. Proprio a San Siro, però, probabilmente sarebbe servito prima un giocatore di peso in avanti in grado di tenere palla e far salire la squadra. Mentre col Sassuolo la scelta di Juric è stata di partire senza punte per poi inserire sia lui che Sanabria all'ora di gioco: ma insieme avevano giocato solo 11' e non c'è stato da sorprendersi se i due in campo non si sono trovati a meraviglia. Insomma, le scelte di Juric - che pure è il mentore indiscutibile di Pellegri - fin qui non lo hanno troppo favorito.

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La Nazionale sarà ora un'opportunità. Contro i pari età avrà modo di far vedere ancora una volta il suo talento - questo indubbio e insindacabile - e di prendere fiducia. Poi il ritorno in granata per continuare il suo cammino. La strada fin qui è stata di certo tortuosa, ma lui non ha mai mollato. In futuro potrà essere una risorsa fondamentale per il Toro, ora deve avere pazienza e prendersi il suo tempo per crescere. L'età è dalla sua, il talento pure.

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