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Toro, contro la Lazio ultima chiamata per l’Europa

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L'editoriale di Gino Strippoli / Granata costretti a uscire imbattuti per credere ancora al posto in Europa League
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Ormai non ci sono più possibilità d'attesa. Per credere ancora nell'Europa League il Toro questa sera deve necessariamente uscire imbattuto sul terreno dell'Olimpico di Roma contro la squadra della Lazio allenata da Simone Inzaghi. Una squadra votata all'offensiva, con l'ex granata Ciro Immobile primattore, con ben 35 reti all'attivo e sole 16 subite, ma con una partita in meno da giocare. Uno score che porta la squadra romana a battersi per un posto in Champions League. Partita, guardando le cifre tra le due squadre, già decisa a priori. Ma la bellezza del calcio è a volte l'imprevedibilità, e poi la palla è rotonda, per cui al momento del fischio d'inizio dell' arbitro tutte e due le compagini partiranno alla pari.

Di certo per il Toro il rischio è davvero grande, perché uscendo sconfitto e magari con molti gol le ripercussioni sulla prossima sfida contro il Napoli sarebbero terrificanti, per non parlare della partita di Coppa Italia contro la Roma, senza andare più in là guardando con un cannocchiale la Spal in quel di Ferrara. Brutte gatte da pelare per i granata. Guardando partita dopo partita,  l'oggi è caratterizzato dalla sfida contro i biancocelesti e il Toro ha la necessità di uscire con un risultato positivo proprio per evitare di essere travolto in una serie di prestazioni e sconfitte che lederebbero sicuramente anche le minime certezze di portare a termine un campionato che sin dall'inizio ha sempre avuto un obiettivo preciso, ovvero l'Europa League. Inutile adesso piangere sul latte versato sin qui, sui vari moduli e tattiche spesso errate da inizio campionato sino alla vittoria contro il Cagliari, e anche sui giocatori presi quest'estate come Berenguer e Niang, attuali fallimenti, che non hanno mai dato un contributo pari al loro costo e forse nemmeno al loro attuale sottocosto: già, perché la loro attuale svalutazione è sotto gli occhi di tutti.

Qui si tratta quindi di fare una prestazione convincente e poi magari cercare di uscire imbattuti. Grinta e volontà sono quello che si aspettano i tifosi, poi può starci anche la sconfitta ma con l'onore delle armi. Le ultime prestazioni contro Chievo, Milan e Atalanta sebbene condite da tre pareggi - una buona media per una squadra che ha come traguardo la salvezza e non certo per chi vuole puntare verso altri e alti traguardi - sono state deludenti, e la squadra non ha mai convinto. Vero è che le occasioni gol il Toro le ha avute sempre, ma spesso attraverso personalismi solistici o da calci da fermo. Manca il gioco e se ciò non c'è per varie motivazioni allora si può sopperire con la forza di volontà mettendoci tutta la grinta possibile, cercando di giocare anche senza palla, muovendosi e facendosi trovare per i compagni, seguendo le azioni. Tutto questo sinora non è avvenuto se non poche volte.

Oggi il Toro ha la possibilità di far ricredere tutti contro una Lazio che ormai è nell'Olimpo delle grandi squadre di Serie A da molti anni. Vedremo come mister Mihajlovic sia riuscito a preparare la partita. Spesso si punta il dito contro l' allenatore, e per me il tecnico granata ha le sue colpe, però in campo poi ci vanno i giocatori che devono essere i primi allenatori di se stessi quando hanno i loro tacchetti sul terreno di gioco, per cui cerchino loro in primis di primeggiare sui loro avversari, anche perché questa potrebbe esse l'ultima chiama per l' Europa.