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Un Toro che non ha voglia di lottare, al Filadelfia non è degno di entrare

GENOA, GE - MAY 21:  Giovanni Simeone of Genoa CFC celebrates with teammates after scoring a goal 2-0 during the Serie A match between Genoa CFC and FC Torino at Stadio Luigi Ferraris on May 21, 2017 in Genoa, Italy.  (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

L'Editoriale / Poca voglia di giocare, arrendevolezza, due gol concessi da dilettanti e nessun tiro in porta. Bel modo di onorare la maglia e il campionato...

Gianluca Sartori

Mentre il Filadelfia rinasce, la Juventus festeggia il sesto Scudetto di fila, dando modo ai giornali di sfoderare titoli come "Bianconeri meglio del Grande Torino", e il Toro va a Genova a farsi prendere in giro. Ci auguriamo di essere smentiti nell'inutile passerella finale contro il Sassuolo, ma si può dire ad oggi che la disfatta contro il Napoli non era un caso: la squadra ha staccato la spina dopo il derby e non sembra avere più voglia e motivazione di onorare il campionato. Spiace dirlo, consapevoli dei livelli stellari degli emolumenti di calciatori che avrebbero solo un dovere, quello di onorare la maglia e i propri tifosi.

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Si faccia qualche domanda, Sinisa Mihajlovic: il ritiro punitivo non è servito a nulla, perchè a Genova le risposte che ha dato il Torino sono un tiro in porta e due gol concessi senza colpo ferire. Soprattutto il primo. Si sapeva benissimo che il Genoa ha un calciatore da tenere d'occhio in particolare sulle palle inattive: quel Luca Rigoni che già al Toro aveva fatto male in passato. Eppure il centrocampista è libero di scorrazzare in area e anticipare un Hart che, per primo, ha ormai la testa altrove. Per il resto, i tecnici che hanno il compito di montare il video delle azioni salienti devono arrampicarsi sugli specchi. Un tiro verso la porta in tutta la partita più il gol trovato, su punizione deviata, di un Adem Ljajic che saluta il campionato (sarà squalificato col Sassuolo) con una prova inesistente e il decimo acuto in campionato. Per il resto, un Genoa visibilmente impaurito e impacciato ha avuto la meglio in ogni zona del campo, specie sulle fasce, dove De Silvestri e Iturbe da una parte e Avelar e Boyè dall'altra si sono dimostrati inadeguati.

Serve a poco spendere altro tempo e altre parole per commentare la prova di una squadra che scarsa non è, ma che ha deciso di terminare il proprio campionato con qualche giornata di anticipo. Solo una notazione: arrivare all'inaugurazione del Filadelfia con questa prestazione non fa onore al Toro visto ieri, che certamente non è degno di varcare per primo quello storico cancello.