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Toro, quanti giocatori non riscattati: negli ultimi 5 anni sono 10 su 14 prestiti

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Una formula cui i granata hanno fatto riferimento con frequenza negli ultimi mercati, ma spesso senza acquistare i giocatori a titolo definitivo

Alberto Giulini

Un tema di grande attualità in casa Toro è quello legato agli ormai noti prestiti con diritto di riscatto. Una formula cui i granata stanno facendo sempre più ricorso e che sta facendo discutere soprattutto per quanto accaduto lo scorso mese di giugno, quando la società decise di non esercitare l'opzione d'acquisto per la quasi totalità dei giocatori in rosa. Il discorso si sta dunque riproponendo dopo gli arrivi di Vlasic e Miranchuk, entrambi prelevati con la medesima formula e con un diritto di riscatto superiore ai dieci milioni di euro per acquistarne i cartellini (15 più bonus il primo, 12 il secondo).

Prestiti con diritto, una tendenza degli ultimi mercati

Andando ad analizzare come si sono comportati i granata nelle ultime cinque stagioni, emerge subito in modo abbastanza chiaro come il prestito con diritto di riscatto sia diventata una formula sempre più ricorrente nelle ultime sessioni di mercato. Dopo il 2020, alle prese con la crisi economica portata dalla pandemia e pesanti investimenti sbagliati da smaltire, il Toro ha ridotto il numero di trasferimenti a titolo definitivo per affidarsi in modo consistente ai prestiti con diritto di riscatto o a prestiti che prevedevano un obbligo di acquisto subordinato al raggiungimento di determinate condizioni. Ed effettivamente, andando ad analizzare i numeri complessivi dei trasferimenti a titolo temporaneo delle ultime cinque stagioni (dal 2017/2018 al 2021/2022) è più che legittimo affermare che i granata - nella stragrande maggioranza dei casi non hanno riscattato i giocatori: appena giocatori su 14 sono stati acquistati a titolo definitivo.

 I prestiti di Petrachi: spicca Nkoulou

Nelle stagioni 2017/2018 e 2018/2019, quando il ds del Toro era ancora Gianluca Petrachi, il Toro ha fatto ricorso in cinque occasioni ai prestiti con diritto di riscatto. Nell'estate del 2017, con Mihajlovic in panchina ed esonerato poi a gennaio, arrivarono in granata Nkoulou e Sadiq. Il primo disputò una stagione ad altissimi livelli e fu riscattato per circa 3,5 milioni di euro, cifra irrisoria per quello che si era rivelato il valore del giocatore. Il secondo, per il quale la Roma si era riservata un controriscatto, salutò già a gennaio dopo una manciata di presenze deludenti. Un anno più tardi, con Mazzarri in panchina, arrivarono Djidji, Aina e Soriano. I primi due furono riscattati, rispettivamente per circa 3 e 10 milioni di euro, il centrocampista salutò invece a gennaio dopo sei mesi deludenti e macchiati dalla polemica per i like ai giocatori della Juventus dopo la sconfitta del Toro nel derby. Nell'estate del 2019, con Bava ds, i granata prelevarono in prestito con diritto di riscatto (fissato a circa 12 milioni) il solo Laxalt: dopo sei mesi senza acuti, il paraguayano a gennaio tornò al Milan.

Vagnati e le difficoltà economiche: il boom dei prestiti

Come detto, complici le difficoltà economiche dettate da pandemia ed ingenti investimenti sbagliati nelle stagioni precedenti, Davide Vagnati ha fatto ricorso con frequenza ai prestiti con diritto di riscatto o con obbligo di riscatto condizionato. Nell'estate del 2021, con Giampaolo in panchina, arrivarono Murru, Gojak e Bonazzoli e nessuno di questi fu acquistato a titolo definitivo. Per il primo non fu esercitata l'opzione per acquistarne il cartellino, per gli altri due non maturarono le condizioni per far scattare l'obbligo di riscatto. Nel mercato di gennaio arrivò invece Mandragora, in prestito con diritto di riscatto (obbligatorio al raggiungimento di due obiettivi) per diciotto mesi. E come noto, venute meno le condizioni per l'obbligo, i granata hanno deciso di non esercitare il diritto fissato a 14 milioni e ritenuto troppo elevato. La scorsa estate è stato il turno di Praet (riscatto fissato a 15 milioni), Brekalo (12 milioni) e Pjaca (6 milioni): per motivi diversi, nessuno di loro è stato riscattato. Si può invece parlare di riscatto per Pellegri, prelevato a gennaio dal Monaco: non è stata propriamente esercitata l'opzione prevista nel contratto, ma i granata hanno deciso di investire sull'ex enfant prodige che ora va a caccia della definitiva consacrazione.

Quattro riscatti su quattordici: occorre contestualizzare

Il bilancio dei riscatti è dunque netto: nella stragrande maggioranza dei casi (10 su 14), i granata non hanno esercitato l'opzione per trasformare i trasferimenti a titolo temporaneo in acquisti definitivi. Andando però ad analizzare i dieci casi in cui i riscatti non sono stati esercitati, occorre operare alcune distinzioni. In alcuni casi, la scelta di non acquistare i giocatori è stata dettata da bocciature tecniche: si pensi ai vari Sadiq, Soriano, Laxalt, Murru, Gojak e Bonazzoli che non sono mai riusciti ad imporsi con i vari allenatori che li hanno avuti a disposizione. Diversi i discorsi per i mancati riscatti dell'ultima estate: la richiesta di Brekalo di cambiare aria è cosa nota, Pjaca è stata una scommessa persa (qualche sprazzo interessante all'andata, poi diversi acciacchi e tante prestazioni sottotono). Per Mandragora e Praet hanno pesato le cifre ritenute troppo elevate, rispettivamente 14 e 15 milioni di euro.

 

 

 

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