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Toro-Roma 3-1: un giorno felice

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Culto di Francesco Bugnone vuole ricordare Sinisa Mihajlovic con la partita probabilmente più bella del suo anno e mezza al Toro. Un match che inaugurò un periodo fantastico ricco di vittorie e di reti. Un giorno felice per lui e per noi.

Francesco Bugnone

Il rapporto tra Sinisa Mihajlovic e il Toro è durato un anno e mezzo, ma è stato molto intenso. Il suo calcio aggressivo, fatto di uno contro uno, è arrivato indubbiamente al momento giusto per farci drizzare le antenne dopo un anno di piattume come l’ultimo di Ventura in cui, dopo un avvio molto promettente, il tecnico ligure sembrava quasi aver messo in pratica il manuale per chiudere male un’esperienza che, guardando agli anni precedenti, era stata più che positiva.

Mihajlovic costruisce una squadra con un attacco pazzesco dove Iago Falque e Ljajic sono ai lati di Belotti che, ancora lontano dall’intestardirsi a partire largo per poi accentrarsi, stando nel mezzo diventa devastante e svaria ugualmente su tutto il fronte offensivo. La coperta è corta in difesa, dove davanti ad Hart, acquisto inaspettato, i buchi sono un pochino troppi e costringono il portiere inglese a raccogliere spesso il pallone nel sacco per lo più, al netto di un paio di topiche, per colpe non propriamente sue.

Per due mesi, dal 25 settembre col successo 3-1 sulla Roma al 29 novembre con la vittoria in coppa Italia contro il Pisa, il Toro è devastante. Gioca con intensità pazzesca, crea, fa spettacolo, segna almeno due reti a partita, escludendo il ko contro l’Inter in extremis. Non vedevo letteralmente l’ora di andare allo stadio, sicuro che avrei assistito a qualcosa se non di memorabile, di godurioso. Purtroppo il resto del campionato e della permanenza di Sinisa a Torino non fu sempre così e, a una prestazione mostruosa, talvolta faceva seguito una partita insipida o buttata via. Quel momento d’oro, però, non riesco a levarmelo dalla testa e, soprattutto, dal cuore. Per celebrarlo volevo raccontare della partita che l’ha inaugurato, forse la più bella.

L’inizio di campionato è stato sulle montagne russe: sconfitta rocambolesca e immeritata in casa del Milan (Gallo inaugura il suo rapporto conflittuale coi rigori facendosene parare uno da Donnarumma nel recupero), goleada al Bologna, ko in rimonta contro l’Atalanta, pareggi a reti bianche contro Empoli in casa e a Pescara dove, in nove contro undici, a momenti portiamo a casa la partita con uno spunto gallesco di Belotti, subentrato nella ripresa e al rientro dopo un infortunio, ma la palla finisce sul palo. Contro la Roma, nell’anticipo delle 12:30, siamo a uno snodo importante. In campionato non battiamo i giallorossi in casa dal 1990 (gol di testa di Romano). A chi c’era può sembrare l’altro ieri per la proprietà elastica del tempo, ma in realtà si tratta di ventisei anni. Tradotto: molte persone presenti sugli spalti non c’erano o erano troppo piccole per ricordarsi di quel pomeriggio.

Mihajlovic schiera Hart in porta, De Silvestri e Barreca, che vivrà proprio in questo periodo il miglior momento della carriera, terzini, Rossettini e l’ex Castan in mezzo alla difesa, a centrocampo Benassi, Valdifiori e Obi e in avanti Iago, Belotti e il giovanissimo Boyè. Ljajic, che si è infortunato banalmente con il Bologna, siede soltanto in panchina. I nomi della Roma di Spalletti fanno paura: Strootman, Salah, Nainggolan, De Rossi, Perotti, Dzeko. Totti inizia dalla panchina la caccia al duecentocinquantesimo gol in serie A, mentre Bruno Peres è alla prima da avversario.

La Roma sembra partire meglio con Hart che deve uscire su Dzeko e una fucilata di Nainggolan che esce di nulla, ma all’8’ il Toro passa in vantaggio facendo esplodere uno stadio stupendo. Su lancio di Barreca, Belotti prende la posizione su Fazio con uno strapotere fisico da urlo e fa da sponda per Iago Falque sul cui sinistro Sczeszny si distende e respinge. Boyè non riesce a ribadire in rete, ma non c’è tempo per imprecare perché l’argentino recupera e scarica a Obi sul cui cross il Gallo si mangia ancora la difesa della Roma schiacciando in rete di testa. Un gol di squadra e di voglia che ci fa moltiplicare le forze in campo.

Il Gallo ha l’argento vivo addosso e, chiuso in un sandwich di difensori giallorossi, riesce comunque a giocare palla smarcando Iago Falque il cui primo tiro, a colpo ultrasicuro, centra il palo e il secondo è ribattuto da un bravissimo Szczesny. Boyè sta giocando una partita incredibile, che purtroppo non avrà grosso seguito, e una sua percussione centrale si chiude con un delizioso assist che manda al tiro un Belotti per il quale non bastano gli aggettivi, ma il portiere polacco si salva ancora, stavolta in angolo. La Roma c'è solo in un paio di spunti di Dzeko, per il resto tenuto bene da Rossettini: Hart salva in uscita sul primo e si supera parando a terra e tenendo la palla lì sul secondo.

Quando Tagliavento fischia la fine della frazione siamo divisi tra l’esaltazione per la bella prova e il dispiacere di avere un solo gol di vantaggio, che si unisce a quello dell’uscita a metà tempo di Obi, sin lì ottimo, rilevato da Baselli. Spalletti prova a correre ai ripari inserendo Totti al posto di De Rossi e lo stadio Grande Torino accoglie il numero dieci con l’ovazione che si riserva ai grandi. Dzeko ci prova subito di testa trovando la respinta quasi pallanuotistica di Hart, ma, poco dopo, ricomincia a esserci troppo Toro per la Roma. Prima Baselli indugia troppo in area dopo aver duettato con Benassi, poi Belotti, lanciato in profondità da Valdifiori, scatta in profondità e fa tutto da solo prima di trovare il piedino di Bruno Peres, frastornato ed emozionato, che lo mette giù in area. Rigore: Szczesny intuisce, ma il sinistro di Iago Falque è troppo angolato e non si prende. Siamo 2-0.

Neanche il tempo di gioire che nell’area opposta De Silvestri atterra Perotti: altro rigore. Totti non manca l’appuntamento con la storia e ne fa 250. Non lo sappiamo ancora, ma sarà anche l’ultima rete in serie A del Pupone in una stagione che si farà così tribolata da diventare una fiction. Il Toro corre un paio di rischi, ma non cede al braccino e quando può attacca. Così, al 65’, arriva il terzo gol. Palla splendidamente recuperata a centrocampo da Castan che serve Baselli che lancia Belotti, il cui tocco per liberarsi al tiro diventa un assist per Iago. Il sinistro deviato da Fazio ci dice che gli dei del calcio sono con noi: Szczesny scavalcato, doppietta dell’ex e margine di sicurezza ristabilito. Mihajlovic che abbraccia Castan, che col suo intervento rabbioso ha avviato l’azione, è la fotografia dello stato d’animo granata.

Manca tanto, ma è finita. La Roma si fa viva un paio di volte con Dzeko e Salah, ma è il Toro a impegnare ancora Szczesny che evita la goleada sui diagonali di Zappacosta e Martinez. Al triplice fischio tutti sotto la curva. Ci sembra di volare.

Domenica 25 settembre 2016 è stato un giorno felice. Una grande vittoria, uno scalpo importante, uscire dallo stadio col sorriso, affrontare con dolcezza la settimana felici perché la domenica successiva si tornerà allo stadio contro la Fiorentina (e andrà bene anche lì). Mi sembrava giusto ricordare Sinisa Mihajlovic in un giorno così dove eravamo contenti tutti, noi e lui, consci che quella domenica ce la saremmo sempre ricordata comunque fosse andato a finire il campionato e ce la ricordiamo anche in un periodo di notizie cupe (è fatto delle ultime ore la morte del figlio di Fabio Tricarico a cui va il mio grande abbraccio, lo stesso che va alla famiglia di Sinisa e a coloro che gli hanno voluto bene). Ce la ricordiamo per provare a dimenticare, per un attimo, quanto può essere cupa la vita e quanto può fare paura. Buon viaggio, Mister.

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Culto si prende qualche settimana di vacanza per ricaricare le batterie e ritorna mercoledì 18 gennaio perché ci sono ancora tantissime storie da raccontare. A tutti voi e ai vostri cari auguro di passare delle festività serene. Ve lo auguro di cuore. Ovviamente granata.

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo. 

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