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Io sto nel cerchio con Nicola

TURIN, ITALY - JANUARY 29: Torino FC form a group huddle after the final whistle in the Serie A match between Torino FC and ACF Fiorentina at Stadio Olimpico di Torino on January 29, 2021 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Il Granata Della Porta Accanto / Credere nel lavoro del mister è un po' come accettare la scommessa del filosofo Pascal

Alessandro Costantino

"Ha colpito molto l'immaginario dei tifosi ciò che ha detto Nicola alla vigilia di Torino-Genoa riguardo questa abitudine di ritrovarsi in cerchio alla fine delle partite: il mister in conferenza stampa ha esteso idealmente e metaforicamente quest'immagine alla situazione che sta vivendo lui stesso con tutto il gruppo in questo periodo ed ha suscitato l'approvazione, ma anche qualche critica da parte dei tifosi granata. Da un lato comprendo chi dopo un anno abbondante di risultati pessimi è stufo di stare a sentire le "difese d'ufficio" che i quattro allenatori che si sono succeduti sulla panchina del Toro hanno fatto o fanno di questo gruppo di giocatori il cui rendimento, di fatto, non è cambiato quasi di nulla da gennaio dello scorso anno. Comprendo anche quanto sia frustrante per noi tifosi, partita dopo partita  vedere che questo gruppo di giocatori molto ben pagati (parliamo dell'ottavo monte ingaggi della A) non riesca a cambiare marcia nonostante gli sforzi di quattro allenatori: in campo ci vanno i giocatori e fino a prova contraria se un calciatore pagato 25 milioni di euro, lodato per essere ambidestro e molto tecnico, tira all'ultimo minuto di recupero una punizione potenzialmente decisiva direttamente in curva non è certo colpa né dell'allenatore, dell'arbitro o del pubblico… 

"Anch'io sono deluso da questa benedetta ricerca della "vittoria della svolta" che non vuole mai arrivare, ma non per questo mi voglio far prendere dalla classica smania, tipica italiana, di gettare via il bambino con l'acqua sporca. Pertanto idealmente mi colloco anch'io nel cerchio insieme a Nicola e ai giocatori perché, scusate il gioco di parole, è proprio questo il momento di fare quadrato tutti insieme. Il mister non sarà Guardiola o Klopp, né va valutato solo in funzione della sua grinta o del suo "cuore granata", però penso francamente che stia facendo un buon lavoro, anzi un lavoro titanico per traghettare questo gruppo fuori dalle sabbie mobili della classifica pericolante e delle proprie paure ed incertezze ormai calcificate nelle menti dei giocatori da troppo tempo. La partita col Genoa era da vincere? Certo che sì, ma gli avversari esistono e, di solito, non stanno lì ad assecondare quello che è nelle intenzioni di chi scende in campo per sfidarli. La squadra di Ballardini sta vivendo un momento incredibile di forma fisica, condizione mentale e risultati positivi tali che forse è uno dei peggiori avversari da affrontare in questo frangente del campionato. Non per niente il Grifone viaggia ad un ritmo Champions e il punto di sabato non è così da disprezzare. Sono consapevole che per salvarsi occorrerà vincere 5\6 partite delle ultime 16 e pareggiarne altrettante: un sensibile cambio di marcia, quindi, rispetto alla media attuale e che imporrà di provare a fare risultato contro chiunque, indipendentemente dal blasone o dalla posizione in classifica di chi si incontra. 

"Capisco le forti preoccupazioni di tutti noi per la traballante situazione di classifica che ci vede troppo coinvolti nella zona rossa e con un distacco che inizia ad essere sostanzioso dalle squadre che ci precedono, ma io vedo il bicchiere mezzo pieno. Se da un lato i numeri parlano di una squadra che non sa vincere (e men che meno in casa) dall'altro vedo anche che si è persa solo una delle ultime nove partite e che, numeri alla mano, si sta cercando di trovare una solidità difensiva che è alla base dei requisiti di chi vuole salvarsi. Analizzando la classifica possiamo notare che il Toro ha lo stesso numero di sconfitte, se non meno, della squadre che vanno dal decimo posto in giù: è il numero esiguo delle vittorie, sommato al record di pareggi, a pesare sulla classifica e a segnare la modesta cifra di 17 alla voce punti conquistati in queste ventidue partite. È chiaro che se Zaza facesse più doppiette come a Benevento qualche punto in più lo avremmo, che se Sirigu avesse parato come contro il Genoa, qualche punto in più lo avremmo, che se Verdi avesse fatto il Verdi visto a Bologna, qualche punto in più lo avremmo, ma ormai, oggi, conta solo cosa succederà domani. Per quanto io possa criticare il presidente, vero ed unico responsabile della situazione sportiva e societaria in cui versa il Torino, non voglio vedere la mia squadra del cuore scivolare in serie B. Pertanto propongo di rifarci tutti alla versione sportiva della scommessa di Pascal: il filosofo francese diceva di credere in Dio per una sorta di scommessa, perché, sosteneva lui, se scopriremo una volta morti che Dio esiste, credendoci ci saremo guadagnati il paradiso, se invece non esistesse, non cambierebbe comunque nulla e sarebbe come se non ci avessimo mai voluto credere. 

"Io credo che Nicola ci possa salvare e mi affido ad alcuni numeri che in questo momento ci danno un'indicazione di un trend positivo in divenire. È inutile sparare sul mister per i cambi poco efficaci o tardivi (analisi che condivido, peraltro): giusto avere qualche perplessità su alcune scelte, come è normale che sia, ma penso francamente che sia il  momento di serrare le fila per ottenere la salvezza e non criticare a prescindere solo perché siamo esasperati da situazioni precedenti di cui Nicola non ha colpe. Inutile disperdere energie in altre polemiche che tanto non ci tirano fuori dalla melma in cui siamo finiti. Io opto per un atteggiamento positivo e mi posiziono idealmente in quel cerchio fatto da Nicola e dai giocatori: scommettendo sul mister abbiamo solo da guadagnarci. E anche Pascal sarebbe d'accordo con me… 

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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