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Il granata della porta accanto

“Svoltiamo” anche noi tifosi come ha fatto Vojvoda

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Torna "Il Granata della Porta Accanto" la rubrica di Alessandro Costantino: "Storie come quella di Mergim ci confermano che tifare Toro sia una cosa un po' speciale e diversa, perché chi indossa quella maglia sa essere un po' speciale e diverso"

Alessandro Costantino

Meno nove dalla salvezza. L'anno scorso avremmo commentato così la vittoria sulla Samp, con uno sguardo ansioso alla classifica e il rapido calcolo dei punti mancanti per arrivare alla fatidica quota 40. Oggi per fortuna, il successo di Marassi ci proietta in una dimensione che negli ultimi due anni sembrava lontanissima dal poter essere raggiunta, immersi come eravamo nel gorgo della lotta con le unghie e con i denti per la salvezza. Non credo che questo Toro sia da Europa, almeno non quest'anno, ma confesso che è bello poter di nuovo guardare la classifica e pensare a quanti (pochi) punti ci separano da un posto in paradiso piuttosto che contare quanti passi ci separano dall'inferno.

Ma la cosa più bella è vedere di nuovo un Torino che è tornato Toro: nell'approccio, nella voglia, nell'intensità, nella caparbia e nella capacità di saper soffrire quando conta, ma anche nel gioco, nel pressing, nell'attaccare a pieni ranghi con tanti uomini costantemente in proiezione offensiva. Se mi avessero chiesto come dovrebbe essere il Toro dei miei desiderata, beh, avrei descritto qualcosa di molto simile a quello che sta plasmando Ivan Juric.

È il mister l'artefice di questa rinascita, ma sono stati anche molti giocatori a saper cogliere l'occasione e ad invertire la marcia rispetto al proprio rendimento delle ultime due stagioni. Rodriguez, Djidji, Lukic, Vojvoda sono alcuni dei nomi di quelli che hanno elevato il livello delle proprie prestazioni e sono cresciuti seguendo i dettami del mister croato. Il terzino kosovaro in particolare è l'uomo copertina del momento. L'umile giocatore, sottovalutato da tutti, che con impegno e abnegazione si ritaglia un ruolo da protagonista, è la classica storia "da Toro" che piace tanto a noi tifosi. Quelle storie alla Antonino Asta, per intenderci, quelle che ti fanno continuare a pensare che tifare Toro sia una cosa un po' speciale e diversa, perché chi indossa quella maglia sa essere un po' speciale e diverso.

Ma anche noi tifosi dobbiamo essere un po' come Vojvoda: come lui ha osservato Ansaldi e ne ha carpito i segreti innalzando il proprio livello di gioco, così noi dobbiamo pensare che il nostro profilo bassissimo non è una condanna perenne con la quale convivere giocoforza per sempre. Possiamo essere migliori anche noi. La sfiga, le tragedie, i presidenti truffaldini, gli arbitraggi avversi o i pali nelle finali non potranno per sempre costringerci a strozzare i nascenti entusiasmi o a soffocare gli abbozzi di ambizione. È ora che anche noi iniziamo a goderci le cose quando accadono, senza fasciarci la testa prima di tornare a batterla. C'è Juric, c'è un Toro che finalmente gioca da Toro, ci sono dei giocatori che stanno provando a fare qualcosa di diverso? Bene, stiamo con loro, diamogli fiducia, sosteniamoli e godiamoceli! Cosa farà Cairo (o peggio, cosa non farà…) non deve distogliere in questo momento il nostro pensiero positivo verso la squadra che finalmente ha intrapreso un cammino costruttivo e di grande crescita. La salvezza arriverà e tutto quello che la classifica ci porterà in più non potrà che essere fonte di soddisfazione e semina per la prossima stagione. Non voglio dire che dobbiamo abbassare la guardia e lasciare che il copione che ci viene proposto da sedici anni a questa parte sia quello solito, deludente come sempre, ma dico che per una volta non dobbiamo rovinarci il momento ed anzi dovremmo trarre forza da questi germogli di Toro per chiedere con ancora più vigore a chi ha in mano il Torino che ci meritiamo di più e di meglio. Ma se il cervello è sintonizzato, giustamente, sul domani, il cuore deve battere per l'oggi. In fondo si tifa per vivere momenti come quelli che abbiamo vissuto a Marassi o in casa con la Fiorentina. Non per fare i commercialisti o gli esperti di bilancio...

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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