IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO

The Big One

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Il Granata della Porta Accanto / Come il “famoso” terremoto atteso in California, anche per Cairo ci sarà un giorno una plusvalenza di dimensioni esagerate
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Chi vive a Los Angeles, oltre al traffico e al pericolo per l'enorme diffusione delle armi da fuoco, teme una sola cosa: the Big One. La California è una penisola (la Bassa California messicana è infatti bagnata dall’Oceano Pacifico e dal Mare di Cortez) geologicamente situata su di una faglia, la famosa faglia di San Andreas, molto instabile. I terremoti sono molto frequenti da quelle parti, ma i sismologi hanno preconizzato che prima o poi, probabilmente entro il 2038, ne arriverà uno di intensità talmente alta da provocare enormi danni e quasi sicuramente molte vittime e lo hanno soprannominato proprio The Big One.

Chi legge il titolo del pezzo e vede la foto del presidente Cairo potrebbe infatti pensare che questo articolo voglia celebrare la grandezza del nostro patron, ma in realtà il riferimento al Big One, cioè al grande terremoto che un giorno sconvolgerà la California, è, parlando di Toro, destinato a quella che in termini altrettanto giganteschi potremmo definire la più grande plusvalenza mai realizzata. E non parliamo della cessione di un giocatore di calcio, quindi non della consistente plusvalenza che il presidente potrebbe fare cedendo, per esempio, Buongiorno al Milan per 40 milioni come si è vociferato in ambienti di mercato negli ultimi giorni, ma alla Big One che Cairo realizzerebbe cedendo l’intera società. Un Toro venduto tra i 200 e i 300 milioni (la stima del valore del Torino è variabile, ma potrebbe attestarsi su quegli importi fatte le proporzioni con le ultime cessioni di altre società di calcio) garantirebbe al presidente una plusvalenza di quasi il 100% dell'intera cifra avendo Cairo rilevato dai lodisti il Toro per il classico “tozzo di pane”.

Come il Big One californiano, però, anche in questo caso nessuno sa con certezza quando una cosa del genere potrà accadere, anche perché più volte il nostro presidente ha affermato di non voler passare la mano. Negli ultimi tempi però qualche segnale del fatto che in un certo senso ci si stia preparando ad arrivare al punto di mettere il cartello vendesi sul Torino FC c'è in effetti stato: niente di eclatante, ma qualche segnale in questo senso potremmo dire che c'è stato. Ha fatto parecchio rumore, ad esempio, il fatto che la Cairo Editore abbia di colpo chiuso cinque testate, tra cui alcune storiche come Airone o For Men, per ridurre i costi e frenare ingenti perdite a livello economico. Un gruppo quindi in salute come quello di proprietà di Cairo ha iniziato a mostrare qualche crepa alla quale misure drastiche come la chiusura di alcuni giornali potrebbero bastare per rimettere la nave sulla giusta rotta: ma se così non fosse e il patron granata avesse bisogno di liquidità, quale mezzo migliore che ritirare alla cassa un bell'assegno a parecchi zeri dalla vendita del Torino e vivere felice e contento?

Inoltre si narra nel sottobosco della politica che a Cairo sia stata offerta la possibilità di candidarsi a Sindaco di Milano alle prossime elezioni comunali. Che Cairo abbia flirtato con la politica in passato non è un mistero, che il più grande editore italiano finora si sia ben guardato dallo “scendere in campo” è sotto gli occhi di tutti, ma è altrettanto noto che il personaggio in questione ha avuto un percorso molto simile a quello del suo mentore Silvio Berlusconi e che solo la politica sia l'unico step che ancora gli manca per emulare in toto il fondatore di Forza Italia ed ex presidente di Milan e Monza. Ecco quindi che un eventuale impegno politico in una città come Milano, aprirebbe uno scenario interessante anche per le sorti del Torino: chissà come gli spin doctors di Cairo vedrebbero ai fini della sua campagna elettorale l'essere ancora proprietario della squadra che porta il nome della città di Torino. Magari non inciderebbe in nulla o magari non sarebbe così ben visto dal milanese medio il fatto di avere un sindaco con il “cuore” a Torino (sebbene su questo ce ne sarebbe da dire…)

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Ad ogni modo, qualunque sia lo sviluppo delle vicende legate a Cairo, una sua presidenza quasi ventennale, di fatto sterile per risultati e crescita anche extra campo, non potrà continuare all'infinito. Volenti o nolenti prima o poi la Big One (plusvalenza) ci sarà, proprio come il Big One (terremoto) in California…

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