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La leggenda e i campioni

Luca Marchegiani. Un pezzetto di cuore è rimasto a Torino

precedenti, Marchegiani
Torna l’appuntamento con "La Leggenda e i Campioni", la rubrica di Gianni Ponta: "Se esordisce uno dei nostri ragazzi, per noi granata si tratta sempre di un momento di soddisfazione..."
Gianni Ponta

31 dicembre 1988. Si gioca il derby. Ma, dico io, come si poteva mettere in calendario la "nostra" partita (allora lo era...) l'ultimo dell'anno? Vinceranno i gobbi con goal di "Spillo" Altobelli il quale, già antipatico di suo, ha pensato bene di completare l'opera andando a militare tra le file bianconere. Ma, ascoltando di tanto in tanto la radio sul lungomare di Sestri Levante, apprendo una notizia interessante. Se esordisce uno dei nostri ragazzi, per noi granata si tratta sempre di un momento di soddisfazione. Esordisce tra i pali Luca Marchegiani, di Jesi, proveniente dal Brescia, al posto di Fabrizio Lorieri. Negli highlights (pardon, allora si diceva sintesi filmata) lo si vedrà molto sicuro, addirittura passarsi la palla dietro la schiena, seduto quasi sulla linea di porta.

Domenica 5 gennaio 1992, Stadio Luigi Ferraris, Genova. Il Torino AC di Emiliano Mondonico ha dominato il Genoa CFC 1893 allenato da Osvaldo Bagnoli, ma è in vantaggio soltanto di un goal, segnato sotto la Sud da Casagrande al 15' della ripresa su magistrale cross d'esterno destro di Martin Vazquez. Il Genoa preme per il pareggio. Cross dei rossoblù nell'area affollata del Toro, sotto la Gradinata Nord. E lo vedo svettare su tutti, compagni ed avversari. Con una mano sola, Luca Marchegiani blocca la sfera e la fa sua. Un gesto elegante, spavaldo, sicuro, efficace, che vale da solo il prezzo del biglietto. Come Hugo Orlando Gatti del Boca e, come scriveranno i giornali del lunedì, come Lido Vieri.

A proposito, la vicenda e l'affermazione in campo professionistico di Marchegiani non può essere disgiunta dall'incontro con Lido Vieri: "Ho l'orgoglio di aver allenato, incoraggiato e sempre difeso un grande portiere: Luca Marchegiani". Nel corso delle sue stagioni al Filadelfia, il giovane portiere di Jesi affinò soprattutto la capacità di gestire i sedici metri, o come dicono gli inglesi "the 18-yards box", terreno sacro di un grande portiere. Una sicurezza costruita con Vieri, implacabile nel proporre cross e contro-cross, usare barriere mobili, sipari di tela da cui all'improvviso sbuca il pallone. E l'allenamento bendato, a ricevere e bloccare sul petto la sfera "sentita" solo al tatto.

Portiere della indimenticabile magnifica cavalcata nella Coppa UEFA 1991-92.

Anche se...nonostante i due pali e la traversa di Sordo che ancora trema (partita di ritorno ad Amsterdam 0-0), nell'incontro di andata con l'Ajax a Torino, "la figuraccia sulla sassata di Jonk (14') è una di quelle gaffe che non si cancellano. Certo, ci sono molte attenuanti, la traiettoria della palla, che pareva telecomandata, addirittura stregata. Sicuramente avvelenata, per lui": Franco Colombo, Tuttosport.

Quell'errore di Marchegiani, di emotività più che di valutazione, consentì ai lancieri di portarsi sullo 0-1 in apertura di partita e ci tagliò letteralmente le gambe per tutto il primo tempo. Certo, compromise seriamente le probabilità di successo dei granata all'andata (risultato finale 2-2) e quindi quelle di aggiudicarsi il trofeo europeo sui 180' (2-2 a Torino e 0-0 con tre pali in Olanda, vigente la regola dei goal segnati in trasferta con valore doppio). Ma si sa, sull'errore di un estremo difensore non c'è appello.

Ma ad onor del vero, occorre dire che le mani di Marchegiani ci sono eccome sulla Coppa Italia edizione 1992-93, ultimo trofeo conquistato dal Torino. Un fotogramma potrebbe illustrarne la grandezza ed il suo impatto nel corso del torneo. Contro la Lazio, allenata da Dino Zoff. La sua parata su Gascoigne nella nebbiosa sera del febbraio '93, quarti di finale, fu un capolavoro. In uscita uno contro uno, situazione che normalmente prelude ad un intervento del portiere a terra, riuscì in una parata con un balzo prodigioso all'indietro, sulla parabola alta arcuata forte dell'inglese. Fu un "Banks-like save". In effetti, negli annali del calcio, è possibile trovare qualcosa di analogo nell'intervento di Gordon Banks su Denis Law in Inghilterra-Scozia 2-3 del 15 aprile 1967. Roba indimenticabile per chi ama il ruolo del portiere. Quello che, prima di tutto, deve parare.

In quell'edizione della Coppa Italia eliminammo la goeba in semifinale. In finale, dopo la vittoria 3-0 sui giallorossi al Delle Alpi, resistemmo ai loro soprusi all'Olimpico (5-2).

Così Tuttosport: "Portata in salvo la Coppa malgrado 3 rigori alla Roma. Le due reti di Silenzi però valgono l'Europa".

E ancora Franco Colombo: "Marchegiani 7: travolto da un'insolita valanga di goal e soprattutto di rigori, ma l'arbitro Sguizzato -tre penalty in soccorso della Roma- aveva deciso che il proprio addio doveva oscurare quello del resto del mondo. Ma lui non c'è stato, con due grandi parate nel finale ha messo le mani sulla Coppa".

Il giorno dopo, di prima mattina, Luca Marchegiani raggiunse con un amico Superga. Un gesto, silenzioso, a salutare Quelli Là e ad abbracciare di lassù con lo sguardo una città e una squadra cui aveva dato tanto e che gli avevano dato tutto. Che sapeva di dover lasciare. La chat dei ragazzi della UEFA '91-92 è sempre aperta e attiva...SFT

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