Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

columnist

Cambia lo spartito, ma la musica…

MILAN, ITALY - NOVEMBER 22: Simone Zaza of Torino celebrates with team mates after scoring their sides first goal during the Serie A match between FC Internazionale and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on November 22, 2020 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Editoriale / Il dato delle rimonte subite è davvero imbarazzante, ma il ritorno al 3-5-2 potrebbe essere la chiave giusta

Gianluca Sartori

Due gol presi in due minuti, per la terza volta nel giro di un mese. Quattordici punti persi da situazioni di vantaggio, solo cinque quelli in classifica. La fragilità mentale del Torino è sempre più imbarazzante. In un contesto normale, dopo una partita come quella di San Siro, da parte granata l’accento sarebbe caduto soprattutto sulla bellissima ora di gioco in cui la squadra ha tenuto sotto scacco l’Inter. Ma in questa situazione da manicomio (per citare Conti) non si può che attribuire maggior peso al modo con cui questo Toro si sia sciolto come neve al sole nel momento di difficoltà, perché questo copione è ormai diventato un’abitudine.

Singolare (e preoccupante) che i primi a perdere la testa e a propiziare l’ennesimo crollo verticale della squadra siano stati i due giocatori più esperti, Rincon e Nkoulou. Giampaolo non ha potuto stare a contatto con la squadra nell’ultima settimana, ma al momento si direbbe che l’allenatore sul piano nervoso non sia ancora riuscito a dare compattezza. Non è bastata la vittoria di Genova, ottenuta contro un avversario scadente, per togliere tutti i dubbi.

Sul piano tattico, invece, contro l’Inter la notizia è stato il ritorno al 3-5-2. È stata sicuramente una scelta ispirata dalle assenze, però non ci stupiremmo se si continuasse su questa strada. Del resto la squadra, si sa, è abituata a interpretare questo modulo e dare ai giocatori qualche certezza in più può essere utile; e così verrebbero valorizzati Singo e Ansaldi, che sono senza il minimo dubbio i due esterni più forti in rosa e si trovano meglio da quinti di centrocampo. Il primo tempo di San Siro è stato ottimo soprattutto se si considera il valore dell’avversario, che è un parametro sempre importante per valutare una prestazione di squadra. Continuare con questo spartito sembra a questo punto una buona idea, per provare a far sì che cambi anche la musica.