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editoriale

Il problema dell’attaccante

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Il Toro ha un grande problema in attacco che è sia qualitativo che quantitativo perché in estate sono state fatte scelte col senno di poi rivedibili

Gianluca Sartori

A questo Toro manca un attaccante che abbia confidenza con il gol. Tutti gli altri limiti sarebbero mascherati, o comunque peserebbero molto di meno, se la rosa fosse stata costruita in modo diverso fin dall’estate. La partita contro la Cremonese ne è stata solo l’ultima, palese dimostrazione. Dopo un primo tempo con il 61% di possesso palla occorre andare a segno almeno due volte. Il Toro invece ha di fatto da quattro mesi a questa parte solo una punta arruolabile: il buon Sanabria, bravo nei movimenti e nel giocare spalle alla porta ma troppo leggero in area di rigore.

Il Toro ha un grande problema in attacco che è sia qualitativo che quantitativo perché in estate sono state fatte scelte col senno di poi rivedibili, scelte che però sono state condivise se non suggerite da Juric. Si è puntato su Pellegri e l’azzardo fin qui non ha pagato, preferendo imbottire la squadra di trequartisti; molto meglio sarebbe stato poter contare anche su un terzo attaccante in più. A gennaio poi Juric ha chiesto un attaccante, ma si sa che il mercato invernale è particolarmente difficile, chi ha un attaccante forte se lo tiene a meno di offerte da capogiro. Così da molto tempo a questa parte il Torino ha Sanabria come unico referente offensivo ed è difficile avere ambizioni vere se poi l’unico attaccante ha nelle corde 7-8 gol a stagione. In estate si potrà migliorare confermando lo zoccolo duro della squadra e concentrando gli investimenti proprio sulla fase offensiva.

Intanto il Toro di oggi là davanti ha troppo poco per essere competitivo per l’Europa in un campionato normale, ma questo non lo è perchè condizionato dalle inchieste della giustizia sportiva. Diventa fondamentale rimanere in lotta fino alla fine per l’ottavo posto, e se è vero che due punti in tre partite contro Verona, Spezia e Cremonese abbattono le azioni del Torino, è anche vero che altre concorrenti come Bologna, Monza e Fiorentina non sembrano così superiori e che la squadra granata dà spesso la sensazione di poter vincere e perdere contro tutte. Vedremo se si avrà una conferma di questo pure nel derby.

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