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Eppur si muove

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Torna l’appuntamento con RisorgimenToro, la rubrica a cura di Massimiliano Romiti

Massimiliano Romiti

Di una cosa che cresce spesso non si riesce a cogliere lo sviluppo istante per istante se ce l’hai continuamente sotto gli occhi. A distanza di tempo puoi invece coglierne il “salto di crescita” o invece constatare che non è cresciuta affatto oppure, ancora peggio, che sta peggio di prima o è addirittura scomparsa. Ogni cosa viva poi in ogni fase della sua vita, sia essa di crescita o di stasi, si muove e quando non si muove più, si sa, quasi sempre è perché è morta. Il Torino Fc si muove ma è sicuramente, dopo qualche anno di decrescita invero poco felice per tutti, in una fase di stasi che sembra però poter preludere a una inversione di tendenza. La sua ultima (e forse unica) fase di crescita durevole il “nuovo” Torino di Cairo l’ha avuta nel periodo di Ventura-Petrachi. Ma poi ha clamorosamente fallito il salto di qualità sotto la guida tecnica di Mihailovic prima e Mazzarri poi. Con Longo, Giampaolo e Nicola ci si è poi tornati ad adagiare pericolosamente e stabilmente dalla parte destra della classifica, laddove per inciso i due allenatori “granata dentro” che si sono succeduti con emozione al Filadelfia sono stati assolutamente encomiabili a rispondere con grande disponibilità e abnegazione alla chiamata di soccorso di una società che però li ha tenuti in considerazione solo per questo temporaneo aiuto e non per far partire con loro un nuovo ciclo.

Quest’anno Juric, ha senz’altro dato una scossa all’ambiente “costringendo” la società, con una clamorosa intervista a Firenze, a far arrivare alla fine del mercato, una serie di validi giocatori. Si è così irrobustito un organico che altrimenti sarebbe stato assolutamente mediocre, soprattutto a centrocampo. In quel reparto saggiamente infatti sono stati fatti 4 innesti in tutte le zone, anche avanzate, della linea mediana (Juric infatti predilige giocare con un solo attaccante di ruolo e due trequartisti). Ma non può bastare il solo allenatore a fornire struttura e spina dorsale ad una società sportiva anche se, come visto, può essere di certo un efficace stimolo. E in verità anche quando c’erano Ventura, Petrachi e anche Renato Misischi (per citare il medico sociale del tempo che era a capo di uno staff medico che funzionava bene e lo dico dato che anche questo aspetto è stato duramente criticato da Juric) comunque la struttura societaria, a livello di uomini, sarebbe stata già in allora ancora da implementare con dirigenti di spessore e personale vario in grado di trasmettere a tutti i vari livelli, agonistici e non, il carattere distintivo del Club. Senza trascurare l’aspetto del rapporto con i tifosi, anch’esso da migliorare già in quegli anni.

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E invece no, ci si è limitati prima a cambiare il mister una volta che Ventura aveva esaurito il proprio ciclo, andando però a smantellare una buona parte dello staff precedente, a partire proprio da quello medico, che come detto funzionava bene. Si è poi successivamente tardato a cambiare il Direttore Sportivo quando Petrachi è partito per altri lidi, rimanendo di fatto scoperti per un intero mercato in un ruolo chiave (e mandando allo sbaraglio, bruciandolo, un povero Bava che era stato per risultati il più valido dirigente delle nostre giovanili da molti anni a questa parte). Per migliorare il rapporto con i tifosi non si è investito nulla ed insomma, in quattro e quattro otto, ci si è  ritrovati di nuovo punto e a capo rispetto ad una piccola “rampa di lancio” che ci si era costruiti dopo tanta fatica nel precedente periodo. Quest’anno a livello dirigenziale mi pare ci sia stata solo l’ingresso del nuovo consigliere di amministrazione Paolo Bellino (di per se’, in verità, un buon innesto) e il taglio del Direttore Generale Comi. Ma di ben più convinto potenziamento dell’organico societario o di sviluppo dell’area “rapporti con i tifosi” nessuna traccia. Il tutto peraltro dovrebbe farsi con l’idea di avere una società dove chiunque arrivi, calciatore, allenatore, dirigente o che ricopra altri ruoli, percepisca in chi incontri un vero spirito granata.

Il Torino Fc quindi è (ancora) vivo, si muove, certo, ma la sua propensione è comunque per una certa immobilità, per un “saldo zero” di certo importante per sopravvivere ma tutt’altro che entusiasmante. Per fortuna che a livello di campo l’atteggiamento dei nostri ragazzi in maglia granata è indubbiamente cambiato e questo almeno tira su il morale. Il Torino gioca meglio ma questo, si sa, non basta a garantire che non possa essere solo una congiuntura passeggera. Bisogna dare solidità ad un Club che oggettivamente se la merita e per la solidità che intendo io non occorrono investimenti da emiri ma solo un cambio di visione ed un allargamento della base di sostegno della società. Ci sono ambiti di una società di calcio dove si può “investire” spendendo pochissimo a livello di denaro, se solo si pensa a quanto si pagano in questo calcio giocatori che non fanno affatto la differenza. Oggi la crisi economica del sistema calcio c’è, è inutile negarlo e i tifosi non si possono certo permettere di pretendere grandi sforzi economici laddove chi spende è un altro. Bisognerebbe però che il Torino Fc si decidesse finalmente ad ingaggiare il cosiddetto da sempre “dodicesimo uomo”: la tifoseria granata.

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Per essa spenderebbe e all’anno molto meno che per tanti giocatori in rosa e la soddisferebbe anche solo con una considerazione che meriterebbe e che invece le è sempre stata negata da questa presidenza. In cambio il Club avrebbe maggior sostegno, maggior entusiasmo, maggiori denari da stadio e merchandising, un network più efficace per la raccolta sponsor e supporto per mille altre iniziative. Che paura ha il Torino Fc? Che paura hanno praticamente tutti i Club italiani di serie A a ritornare, almeno un poco veramente dei Club? Non c’è che da sperare che anche la situazione creata dalla pandemia faccia finalmente riflettere. Se non per convinzione per bisogno magari… Intanto a Bilbao i tifosi la settimana scorsa si sono ritrovati in assemblea in tribuna al San Mames e a Monaco di Baviera il Bayern, modello adottato anche da Interspac dopo che ToroMio l’ha indicato per anni, resta la squadra più ammirata d’Europa come rapporto tra fatturato, organizzazione, rapporto con i tifosi e successi sportivi. Nel mentre però anche qualcos’altro si muove, anche se non si vede. A Parma, lo scorso 9 ottobre, allo Stadio Tardini, grazie all’ospitalità della Parma Partecipazioni Calcistiche e alla disponibilità di Parma Calcio, è ripartito parzialmente in presenza anche il cammino del Comitato “Nelle origini il futuro” o NOIF, di cui sono Presidente.

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I rappresentanti di ToroMio, MyRoma, APA Milan e Milanisti 1899, Parma Partecipazioni Calcistiche, Cosenza nel Cuore, Cooperativa Modena Sport Club, Amici del Rimini, Fondazione Torres, Leones Italianos dell’Athletic Club di Bilbao, Unione Club Granata con gli invitati Livorno Popolare e Noi siamo Acireale hanno discusso insieme a Mauro Berruto e Simone Valente rappresentanti politici intervenuti per PD e M5S di riaprire a breve un fronte politico trasversale e che veda quindi coinvolte tutte le componenti di buona volontà (anche la Lega con Giancarlo Giorgetti e Daniele Belotti è sempre stata interessata al tema), per portare a termine il cammino già ben avviato di arrivare a fare promulgare una legge che finalmente riconosca a livello istituzionale e conseguentemente promuova il valore della partecipazione popolare nel calcio e nello sport. E che bello sarebbe un giorno dire un giorno: “Per il suo abituale raduno, ove quest’anno  partecipano ben 300 realtà da tutta Italia in rappresentanza di varie tifoserie non solo calcistiche, Il NOIF si è ritrovato sabato scorso allo Stadio Olimpico Grande Torino grazie all’ospitalità di ToroMio e alla disponibilità del Torino Fc”. Suonerebbe proprio bene. Questa sinceramente è la cosa più bella che io possa augurare alla gente del Toro. E’ sperare troppo? Eppur si muove…

Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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