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Sotto la lente: Torino-Genoa

Bellanova
Ilic e Radonjic portano alla vittoria un Toro lento, prevedibile e schierato male
Francesco Bonsi

Nella terza partita della stagione, arriva finalmente la vittoria, appena prima della sosta per le nazionali. Davanti a più di 24.000 spettatori, il Torino batte 1-0 il Genoa, con il gol vittoria che è arrivato nei minuti finali, precisamente al 94'. Tuttavia, la partita mostra anche parecchi risvolti negativi, che si trovano, ancora una volta, nella fase di possesso. Nell'analisi di oggi, ci sarà l'opportunità di capire perché il Toro ha fatto così tanta fatica a trovare la rete.

Lo schieramento dei granata presenta molte novità, ma quella che attira maggiormente l'attenzione è rappresentata da Duván Zapata, che sostituisce l'indisponibile Sanabria. Sulla trequarti troviamo insolitamente Ricci che affianca Vlasic, mentre la mediana è composta da Tameze e Linetty. Il resto della formazione è composto dagli stessi interpreti che abbiamo visto nelle precedenti due partite.

Il Genoa invece, ha cambiato il proprio schieramento ancora una volta,  passando ad un 4-3-2-1, con Gudmundsson e Malinovskyi alle spalle del centravanti Retegui.

 

FASE DI NON POSSESSO

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Il Genoa partiva con il presupposto di costruire dal basso, sfruttando in particolare le qualità da play-maker del proprio portiere Josep Martinez, che tra i rossoblù, è stato il giocatore ad aver toccato più palloni (54). Ciò non è stato possibile, per via del pressing a uomo dei granata, che ormai conosciamo bene.

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La decisione degli uomini di Gilardino è stata quella di giocarsi la parità numerica nella metà campo avversaria, appoggiandosi a Retegui. L'attaccante italo-argentino ha però dovuto battersi con Schuurs e soprattutto Buongiorno, che gli hanno concesso di toccare la palla pochissime volte.

 

COSTRUZIONE LIBERA

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Il Genoa non ha optato per una prima pressione alta e pungente, ma che tendesse a bloccare le opzioni centrali. Quando la palla veniva scaricata sul braccetto, tutte le opzioni vicine venivano chiuse.

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Il braccetto poteva allora condurre il pallone e trovare spazi in zone meno dense, come vediamo dall'immagine.

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Una volta capito che questo tipo di pressione non funzionava, il Genoa ha abbassato sempre di più il proprio baricentro.

 

ERRORI NELLA METÀ CAMPO AVVERSARIA

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Nella metà campo avversaria, il Toro ha faticato moltissimo a creare grattacapi al Genoa: una lenta circolazione della palla e una pessima occupazione degli spazi hanno permesso agli avversari di compattarsi senza subire pericoli.

Come vediamo la densità sulle catene non veniva sfruttata a dovere, tuttavia questo ha permesso ai granata di trovare spazi da attaccare sul lato debole.

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Ma complici cambi gioco lenti e imprecisi, quando Bellanova veniva servito, si trovava sempre marcato da due uomini e non aveva nessuna opzione di gioco in avanti.

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I problemi dei granata sono derivanti anche da uno schieramento iniziale che ha mandato in confusione la squadra: Tameze si è trovato per la prima volta in mezzo al campo affiancato da Linetty che non è un vero riferimento per quanto riguarda la fase di costruzione. I due si sono lasciati andare a diversi errori che hanno impedito di creare occasioni, o che addirittura hanno permesso al Genoa di ripartire.

Nel seguente esempio Tameze può ricevere palla e muoversi spazio libero alle spalle dei centrocampisti genoani, ma è messo male col corpo e di conseguenza controlla male il pallone.

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Nel secondo esempio, vediamo che Linetty può servire il taglio in profondità di Zapata, ma il passaggio è calibrato male, e il colombiano finisce a controllare la palla vicino alla bandierina. Conoscendo i giocatori, sappiamo che questi errori, in fase di sviluppo, Ricci e Ilic non li avrebbero commessi.

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Come se non bastasse, Ricci si è trovato per la prima volta ad agire sulla trequarti, lui che è un regista basso da sempre. L'ex Empoli ha avuto delle difficoltà in questo nuovo ruolo, poiché non conosce bene quelli che sono i movimenti che deve effettuare un trequartista. Questo ha messo in grande difficoltà anche Bellanova, che come vediamo, veniva sempre servito da Ricci quando aveva uno o due uomini addosso, non potendo di conseguenza fare nulla.

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Oltretutto, quando l'esterno riceveva largo a destra, non aveva quasi mai una soluzione in avanti, che doveva essere presentata da Ricci. Nell'immagine vediamo che si crea uno spazio molto vasto nell'half-space di destra, che non viene però occupato.

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Ma sono stati commessi vari errori tecnici anche da parte di altri componenti della rosa. In questo caso si crea un grande spazio tra le linee, che può essere occupato da Vlasic, che però controlla male il pallone.

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La tendenza a costruire rimane quella che abbiamo già visto: se il centro è bloccato, si passa dall'esterno per poi tornare dentro, ma in questo caso Vojvoda non serve Linetty, ma Vlasic, che verrà recuperato dal difensore.

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Bellanova può finalmente servire un inserimento nel mezzo spazio, che viene fatto da Zapata, il quale avrebbe la strada spianata verso la porta, ma l'ex Inter decide di tornare di nuovo indietro.

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INGRESSO DI ILIC E RADONJIC

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Nel secondo tempo c'è stato un leggero cambiamento, incentivato dagli ingressi di Radonjic, Pellegri e Seck, che hanno aggiunto più movimento nel terzo di campo avversario. Ricci è tornato nel suo ruolo a centrocampo, ed è stato affiancato da Ilic, anche lui entrato dalla panchina. Questo cambio ha dato maggiore equilibrio all'intera squadra, ma allo stesso tempo più dinamismo e imprevedibilità. Il primo segnale è stato dato da una triangolazione interessante, che per poco non si è conclusa: Radonjic si inverte con Vojvoda, che dopo aver ricevuto la palla, vuole andare troppo presto a servire Pellegri nello spazio, che non può arrivare.

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L'ingresso di Ilic porta a fare finalmente le scelte giuste in zona di rifinitura. Il filtrante per Pellegri viene effettuato con le giuste misure, permettendo all'attaccante di guadagnare un calcio d'angolo.

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Arriviamo al tanto atteso gol-partita, ma prima bisogna analizzare un movimento sfuggito a tutti: Vojvoda stringe al centro del campo, accoppiandosi con un difensore, concedendo a Radonjic di occupare l'ampiezza e di sfruttare un eventuale 1v1 sulla corsia.

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L'occasione si presenta dopo pochi secondi. Si crea densità sul lato destro del campo, e viene servito Ilic privo di marcature, che finalmente effettua un cambio di gioco calibrato bene. Il pallone arriva perfettamente sui piedi di Radonjic, che non è marcato da due uomini, ma solo da uno, e può quindi puntare l'area di rigore. Lo farà, e segnerà il gol della vittoria.

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La partita ha presentato di nuovo diversi ostacoli, che si concentrano sempre nello stesso settore. Tuttavia, sono arrivati i tanti attesi 3 punti, che possono dare una scossa nell'ambiente granata, e possono permettere di lavorare con più serenità nelle prossime due settimane. La scossa è arrivata negli ultimi 15 minuti, e bisogna ripartire da lì, cominciando dal match contro la Salernitana di lunedì 18 settembre. Dinamismo, efficienza, e imprevedibilità: queste possono essere le chiavi per provare a cambiare direzione.

Francesco Bonsi, nato a Ferrara, ha 16 anni e tifa Torino e Spal. Lavora come match-analyst in una squadra di prima categoria, e il suo sogno è quello di farlo professionalmente. Oltre a questo, si dedica a scrivere analisi su Twitter e per varie testate giornalistiche.

Gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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