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Ludergnani ESCLUSIVO: “Strutture e Under 23, la mia visione per il Torino”

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Le parole di Ruggero Ludergnani, Responsabile del Settore giovanile del Torino, in esclusiva per Toro News
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

La Primavera del Torino competitiva ai massimi livelli in campionato e Coppa Italia, l’ultimazione del progetto Robaldo, la crescita di giovani calciatori. Solo chi segue il mondo delle giovanili granata da vicino sa quanto lavoro ci sia dietro a tutto questo. A coordinarlo è il responsabile del settore giovanile Ruggero Ludergnani, che in due anni e mezzo di lavoro ha ottenuto risultati apprezzabilissimi e altri ancora ne vuole conquistare. Il dirigente granata ha concesso in esclusiva ai microfoni di Toro News un’intervista in cui ripercorrere passato, presente e futuro delle giovanili del Torino FC. Dalle sue parole traspare chiaramente una visione precisa, quella di alzare la qualità del lavoro a 360°.

Direttore Ludergnani, uno dei risultati conseguiti in questa stagione è aver riportato le partite nel Torinese, a Orbassano. Quali sono i vostri piani per quanto riguarda questo centro sportivo? "L'idea è quella di dare la massima importanza fin da subito alle strutture dedicate a Settore giovanile maschile e femminile, Attività di Base e Scuola Calcio in modo tale da mettere tutte le varie aree in condizione di lavorare bene da qui ai termini dei lavori del Robaldo. In cooperazione con la struttura dello Sporting Orbassano, dove il Torino lavora da anni, è stato varato un progetto pluriennale che prevede inizialmente, come sta già accadendo, che questo centro sia la base per Under 19, Under 18 e Under 17. Nel momento in cui sarà pronto il Robaldo questo centro sportivo sarà comunque di supporto: il progetto è spostare a Orbassano tutte quelle squadre che nella struttura stessa del Robaldo non riusciranno a stare, perché chiaramente è impensabile che tutte le aree possano stare al suo interno. Questo consentirà un domani che tutte le squadre possano lavorare in condizioni buone. Da qui è nato un percorso di investimento da parte del Torino nella struttura di Orbassano. Sono stati ripensati uffici, una sala infermeria e una nuova aula video; poi ci sono stati investimenti importanti sulla palestra che è sempre stato un mio chiodo fisso da quando faccio questo lavoro e sarà un asset fondamentale per noi. Nel progetto c'è poi l’allestimento di un ulteriore campo misto, come il campo 1 e 2 del Filadelfia". Quanto è stato oneroso l'investimento? "È stato fatto un progetto intelligente nell'ottica di una convivenza tra noi e lo Sporting Orbassano nella gestione della struttura stessa. Alcuni investimenti sono stati fatti da loro, altri da noi. Posso dire che il presidente Cairo è stato sempre molto vicino a questo progetto. Quando io gli ho prospettato insieme a Vagnati, Moretti e Caprari l'idea su quel che doveva diventare questo centro sportivo, il presidente è stato il primo a dire: 'Ok. Portatemi tutto quello che c'è da portare, facciamo quello che c'è da fare'. Il suo supporto è stato importante". Lei dà gran valore alla qualità tecnica nella ricerca dei giocatori. Ma quanto è importante supportare la loro crescita fisica sfruttando la nuova palestra? Fondamentale. Va in quell'ottica che l'Under 15 si alleni al Cit Turin dove c'è una palestra nella quale l'anno scorso si allenavano Primavera e Under 18. Va in quell'ottica tutta una serie di modifiche del centro sportivo Robaldo, il cui asset fondamentale doveva essere la palestra. Inizialmente era troppo piccola, ora ne abbiamo fatta una di 310 metri quadri. La qualità tecnica deve essere alla base di un giocatore, ma nel calcio di adesso le qualità fisiche sono tanto importanti quanto le qualità tecniche. Per questo bisogna lavorarci". La sua attenzione a 360° data al Settore giovanile è stata una delle motivazioni che hanno spinto Cairo a rinnovarle il contratto sino al 2025? "Non so il pensiero del presidente. Io dico sempre che per fare Settore giovanile servono condizioni ottime per poter lavorare in un certo modo. Io dico sempre che per ottenere risultati non bastano i singoli giocatori o i singoli allenatori, ci sono diverse componenti. I giocatori devono star bene, gli allenatori devono sentirsi in un ambiente professionale per trasmettere professionalità al gruppo. Ci sono tutta una serie di aspetti collaterali che sono fondamentali. I ragazzi che vengono qui devono sentirsi giocatori in un ambiente professionale. Così crei mentalità, noi dobbiamo creare mentalità. Dobbiamo non aver paura di giocare con nessuno, dobbiamo sentirci forti. Tutte queste cose le fai creando componenti, strutture e aspetti che favoriscono questo tipo di mentalità".

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In estate è andata in scena una grossa rivoluzione in termini di allenatori e responsabili nel Settore giovanile e nell'Attività di Base. Come sta procedendo il lavoro? "Il tempo passato è troppo poco per dire se ci sono stati profitti. La cosa che mi fa più piacere è che c'è grande vicinanza nei vari settori, la stiamo cercando ancora maggiormente. Il fatto di allenarci a Orbassano con due o tre squadre, e avere l'Attività di Base la sera aiuta di più. La delocalizzazione aumenta la lontananza tra i vari settori, la scelta di Orbassano sta aiutando ancor di più questo tipo di vicinanza. Il nuovo responsabile dell’Attività di Base. Corrado Buonagrazia. sta facendo un gran lavoro con i suoi collaboratori, non avevo dubbi su questo. Noi, per quanto riguarda il Settore giovanile, abbiamo alzato tantissimo il livello in due anni e mezzo. L'Attività di Base richiede ancora più tempo perché è un lavoro sui piccolini che richiede pazienza e metodologia, oltre che tempo. Già c'era un certo tipo di impostazione, ma la cosa più importante è la vicinanza tra i gruppi".

Crede che sia uno step necessario l'Under 23 per costruire in casa i calciatori? È un argomento all'ordine del giorno. Prima di tutto il Torino si deve prefissare quello che stiamo facendo e che dobbiamo finire di fare: mettere in sicurezza l'attività quotidiana, il dove svolgerla. Per me questo è lo step fondamentale per pensare poi anche all'Under 23. Bisogna arrivare all'Under 23 tramite un percorso di costruzione e di portafoglio giocatori.Non vogliamo fare l'Under 23 prendendo giocatori di Serie C, ma portando su i giocatori su cui si è costruito un percorso partito dal basso. È un pensiero che ha il presidente, che abbiamo noi come dirigenti ma proprio per questo ci vuole tempo fisiologico per arrivare all'Under 23 nel modo giusto, con le strutture giuste e con i giocatori giusti. Sicuramente, visto quello che stiamo facendo in termini di qualità dei gruppi Primavera, è un pensiero che sta entrando sempre di più nelle idee del Torino perché bisogna creare ai giovani un canale una volta finito il percorso in Primavera.Però dobbiamo andare per step, inutile partire dal tetto senza aver fatto le fondamenta. Le fondamenta si stanno creando, e sono fondamenta belle e solide. Abbiamo tutti la volontà di arrivare al tetto, ma dobbiamo farlo rispettando gli step giusti".

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Qualche pilastro della Primavera potrebbe andare via a gennaio per fare esperienza? "Le chiacchiere quando c'è mercato sono tante, ma contano le cose concrete. Sono situazioni che verranno gestite anche dal presidente e da Vagnati, e se mi chiederanno un parere lo darò naturalmente. Però noi in questo momento vogliamo migliorare la squadra, non indebolirla. Poi, come successo con Dembelé al Venezia, se ci sono opportunità che crediamo possano dare un percorso di crescita migliore come percorso rispetto a quello che possiamo dare noi in questo momento ben vengano".

Capitolo calciomercato: ci dobbiamo aspettare colpi in entrata per la Primavera negli ultimi giorni di gennaio? "Se ci sono opportunità, non solo per la Primavera, per cui pensiamo che valga la pena sì. Dobbiamo anche stare attenti ai regolamenti, in Primavera sono diventati stringenti e lo sono ancora di più dopo la riforma. Ogni movimento va fatto non solo per migliorare questa squadra. Intanto dobbiamo vedere se ci sono giocatori di prospettiva, poi fare ragionamenti sulle restrizioni".

Rasheed e Magui, 2006 presi per l’Under 18, potrebbero giocare in Primavera? "Esiste un sistema tra prima squadra e Primavera che penalizza la categoria Under 18. Devo ringraziare chi c'era l'anno scorso (Antonino Asta, ndr) e chi c'è quest'anno (Antonio La Rocca, ndr) a seguire l'Under 18 perché sono penalizzati nella gestione. Abbiamo cercato e stiamo cercando soluzioni che permettano innanzitutto all'Under 18 di essere più tranquilla rispetto ai primi due o tre mesi di difficoltà. Poi stiamo cercando individualità che si possano rivelare interessanti per la Primavera dell'anno prossimo o anche per la Primavera di quest'anno. Alcuni giocatori potrebbero già essere utili in Primavera da qui alla fine. Poi andremo anche alla Viareggio Cup, non solo per partecipare, e per questo sono arrivati alcuni ragazzi. Forse qualcun altro arriverà. L'obiettivo è stare con le antenne dritte laddove ci siano opportunità che possano rivelarsi interessanti". Per quanto tempo Ruggero Ludergnani si vede ancora al Toro? "Sono molto diretto. A me piace molto fare il Settore giovanile, lo faccio da undici anni. Non ho altri pensieri o ambizioni. Fin dove il Torino o un club ha voglia di lavorare nel Settore giovanile, portare avanti e condividere idee che io ho, sto bene in quel posto. Non deve essere solo il sottoscritto a voler restare, ma anche la società a voler continuare con me".

Il momento che l'ha resa più orgogliosa da quando è arrivato al Torino? "Le dico la verità, l'ho detto a più di una persona. Dopo due anni e mezzo al Torino, la giornata di cui sono stato più orgoglioso e che veramente mi ha fatto capire cosa vuol dire essere al Torino è stato il derby con la Juventus a Orbassano vinto lo scorso 6 gennaio. C'era tutta quella gente, tutti quei bambini anche del Settore giovanile con la sciarpa del Torino e un tipo d’ambiente che mi è piaciuto moltissimo. Quando vedo che c'è un movimento che vive tutto insieme, che soffre insieme per il Settore giovanile e per i ragazzi, è questa la soddisfazione più grande. Non parlo del risultato finale, quando ho visto tutta quella gente al derby mi è venuta la pelle d'oca. Vedere i ragazzi contenti, i bambini contenti, la gente felice uscire dall'impianto è stato il momento che più mi ha toccato e mi ha fatto essere orgoglioso di essere il Responsabile del Settore giovanile del Torino e di quanto abbiamo fatto in due anni e mezzo".

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Pensa che la Primavera possa vincere Scudetto e Coppa Italia Primavera? "Penso che il Torino fosse una squadra molto forte anche l'anno scorso. Non ho digerito la sconfitta contro il Genoa in Coppa, avremmo potuto fare quel che stiamo ripercorrendo adesso. È innegabile dire che pensiamo di essere una squadra competitiva, poi come è successo l'anno scorso quando arrivi alla semifinale scudetto e ti giochi tutto in una partita ci sono mille variabili. La cosa più importante e di cui deve andare di più fiero lo staff, Scurto e chi tiene al Toro è che da un anno e mezzo a questa parte abbiamo trovato continuità in Primavera e nelle altre categorie in termini di crescita costante. Chi è che non vuole vincere lo Scudetto? Chi è che non vuole provare ad arrivare in finale e vincere la Coppa Italia? Tutti dentro di noi abbiamo questo desiderio e questa volontà, ma il calcio è una materia strana. Penso che già essere in semifinale di Coppa Italia ed essere a lottare per arrivare alle fasi finali di Primavera 1 dopo alcuni anni difficili sia in questo momento la cosa che ci deve rendere più felici. Poi se riusciremo a centrare un grande obiettivo, esulteremo tutti insieme. Come è giusto che sia".

Mister Scurto sta facendo un cammino importante. Orgoglioso di averlo scelto? "Dobbiamo vivere con grande equilibrio questo momento positivo. Con Scurto ho un rapporto di amore e odio, come è normale che sia tra allenatore e direttore. Quando decisi di portarlo qui è perché lo conoscevo e pensavo potesse dare una mano alla crescita di questo Settore giovanile. Lui è uno che pondera molto ogni decisione, molto più di me. Credo che la cosa più importante sia aver visto la squadra domenica a Roma così tanto in crescita rispetto a quando siamo partiti ad agosto. Il lavoro è tangibile, sotto gli occhi di tutti. L'ho portato qua perché sapevo quello che poteva darci, ne conoscevo i pregi e i difetti, c’è qualcosa su cui vorrei che mi ascoltasse di più per il suo bene. Però ripeto, siamo contenti. Quest'anno sono contento di tutti gli allenatori del Settore giovanile, stanno tutti facendo un lavoro bellissimo e mi piace veder giocare le squadre. Poi ci sono gruppi che hanno vissuto più o meno difficoltà, gruppi su cui mi aspetto di più e altri su cui c'è da lavorare insieme all'area scouting per migliorarli. Ma quest'anno abbiamo veramente un bellissimo gruppo di lavoro dopo due anni e mezzo. Ci troviamo, ridiamo e scherziamo. A mister Catto dissi dopo un periodo difficile di non preoccuparsi che ne saremmo venuti fuori con il lavoro e così è stato; anche con Vegliato... La cosa più importante è aver trovato oltre a degli ottimi allenatori delle grandi persone, che nel Settore giovanili sono la cosa più importante".

Chi ha considerato oltre a Scurto per la panchina Primavera due anni fa dopo il divorzio con Coppitelli? Palladino era effettivamente un'opzione? "In quel momento lì dovevamo fare una scelta. Palladino era una delle opzioni prese in analisi, ma alla fine con il presidente Cairo e Vagnati abbiamo preferito Scurto. Mi sembravano profili interessanti per il Torino".

Quale è il prossimo step per migliorare il settore giovanile"Abbiamo migliorato tante aree, anche quella medica. Ma sicuramente ci sono cose in cui possiamo migliorare, penso ad esempio al tema della psicologia. Si fa presto a dare giudizi ai ragazzi, ma c'è bisogno di supporto per loro che fanno tanti sacrifici. Vorrei intervenire su quest'area. Io credo che in questo momento il Torino abbia raggiunto un ottimo livello di organizzazione e strutturazione. Poi tutto è migliorabile, dobbiamo crescere ancora ma ora posso dire che abbiamo raggiunto un buon livello".

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