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Mauro Berruto a TN: “Toro, una sintesi tra tifosi e società è ancora possibile”

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Le parole di Mauro Berruto ai microfoni di Toro News sulla stagione del Torino appena conclusa e sul futuro
Irene Nicola
Irene Nicola Redattore 

In occasione del premio “Gian Carlo Bonetto”, diverse personalità legate ai colori granata sono accorse al Filadelfia dove il magistrato Gian Carlo Caselli ha ritirato il riconoscimento conferitogli (QUI le sue parole). Tra loro c’era anche Mauro Berruto, pluripremiato coach di pallavolo maschile e ct della Nazionale italiana dal 2010 al 2015, guidata al bronzo nelle Olimpiadi di Londra nel 2012 e due volte all’argento agli Europei. Dalle elezioni dello scorso settembre, Berruto è diventato inoltre Deputato della Repubblica italiana per il PD. Di seguito le parole che ha rilasciato ai microfoni di Toro News al margine dell'evento.

Di recente aveva affermato che il Torino avesse le potenzialità per credere fino in fondo all'Europa. Ha lottato fino all'ultima giornata per l'ottavo posto per poi chiudere al decimo. Le sue aspettative sono state deluse?

"Deluse direi di no. Una buona notizia è stata quella di giocarsi un obiettivo fino all'ultima giornata di campionato, cosa che nel recente passato non sempre era avvenuta. Molto spesso le stagioni erano finite prima. Siamo stati in gara, mi verrebbe da dire, fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata di campionato. Chiaro che il giudizio è fondamentalmente legato da quello che succederà da ora in avanti. Raccolgo come un'ottima notizia la conferma di Juric, considero anche che quest'ottimo campionato è arrivato, mi permetto di aggiungere, con la seconda rosa più giovane del campionato. Ora arrivati al limite della soglia europea, se Juric avrà a disposizione almeno qualcosa di ciò che chiede rispetto al suo obiettivo tecnico direi che il Toro si possa ormai chiaramente giocare di rimanere non solo nella parte sinistra nella classifica ma di giocare per le posizioni che valgono l'Europa e possibilmente rimanerci"

Juric ha chiesto conferme sul progetto tecnico nell'incontro con la società. Due giocatori su cui ha puntato molto sono Vlasic e Miranchuk, il cui futuro è incerto. Cosa si augura?

"Stimo entrambi i giocatori, secondo me sono stati molto importanti quest'anno. Esprimo un giudizio da tifoso quindi strettamente personale. Non conta niente, ma lo dico. Credo che tra i due Vlasic abbia per potenzialità la possibilità di diventare un giocatore importante. Mi auguro che la prima trattativa che vada a buon fine possa essere la sua. Poi abbiamo alcuni giocatori molto forti e molto giovani che vanno messi in sicurezza subito. Per quanto riguarda Miranchuk, so che è una richiesta di Juric. Conta l'allenatore e partirei dalle sue richieste, mettendolo nelle condizioni di portare avanti il proprio progetto tecnico"

Juric si è detto rammaricato di non essere riuscito ad avvicinare tifosi granata e società. Da ex tecnico e tifoso, quanto possono incidere queste frizioni e cosa pensa a riguardo?

"Noi del Toro siamo complicati, mi metto dalla parte dei tifosi. Abbiamo una storia importante, qualche volta addirittura ingombrante a tal punto che è molto difficile trovare la sintesi tra società e tifosi. Ma non solo è possibile, è doveroso farlo ed è rispettoso nei confronti della possibilità che la storia possa essere un trampolino di lancio verso il futuro. Fortunatamente, nessuno ci tocca la nostra storia: è un patrimonio immateriale dell'umanità, come diceva il giudice Caselli, e lo abbiamo solo noi. E' ovvio che bisogna guardare non solo al passato ma anche al futuro. Ci sono tutte le condizioni per poterlo fare. Concordo che un'ottimizzazione del rapporto tra una squadra così giovane, ambiziosa e che vuole migliorare di anno in anno e il popolo granata sarebbe uno straordinario successo per tutti"

Lei è primo firmatario della Proposta di legge di modifica all'articolo 33, volta al riconoscimento dello sport come valore educativo e sociale tutelato dalla Costituzione. Nel Torino una persona che ha messo al centro lo sport come valore di base è Silvano Benedetti nei 22 anni da Responsabile della Scuola Calcio granata. Cosa può dire di un promotore del suo calibro, arrivato ai saluti?

"Un enorme ringraziamento e un abbraccio a Silvano. Lui in campo e fuori dal campo ha segnato la storia di questa società. Credo che si debba eternamente essergli grati. Gli auguro tutto il successo in quello che vorrà fare e spero che un giorno lo potremo riabbracciare. Credo che il suo patrimonio sia uno di quelli che non vada disperso. Ribadisco, in campo e fuori dal campo da allenatore e poi guida della Scuola Calcio, l'affetto che ha dimostrato per la maglia del Toro non è consuetudinario. Mi dispiace profondamente salutarlo, ma lo ringrazio per tutto quello che ci ha dato"