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Esclusiva

Mauro Milanese a TN: “Radonjic? Juric è stato coerente, come sempre”

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In esclusiva le parole dell’ex Torino e Napoli, oggi dirigente sportivo. “Il Toro può ambire all’Europa con la sua spensieratezza”

Andrea Calderoni

Mauro Milanese ha giocato una stagione, la 1995/1996, con la maglia del Torino. La ricorda ancora con grande orgoglio ed emozione. Nell’annata successiva passò dal Piemonte a Napoli. A tutti gli effetti è quindi un doppio ex della sfida di domenica 19 marzo alle 15. In esclusiva su Toro News l’ex laterale difensivo, oggi direttore sportivo, affronta diversi temi.

Buongiorno Mauro. Il Torino può veramente puntare all’Europa dopo le vittorie con Bologna e Lecce?

“Non è facile perché ci sono Juventus e Atalanta. Senza penalizzazione la Juventus è al secondo posto e quindi ha ampi margini per fare tanti punti da qui alla fine; l’Atalanta sta invece vivendo il suo peggior momento e dunque ha tutte le possibilità per rifarsi nell’ultimo segmento di stagione. Il Torino, dal canto proprio, è in un ottimo momento. Ma la strada verso l’Europa non è semplice. Mi farebbe molto piacere vedere il Torino in Europa, però è chiaro che per la rosa a disposizione Atalanta e Juventus hanno un vantaggio. Il Torino potrà vivere il finale di stagione con maggiore spensieratezza avendo meno pressioni da questo punto di vista”.

Cosa le piace del Torino?

“Il Toro gioca a tutto campo e sa pressare alto, ciò significa avere grande pensiero comune; si vede sempre la mano dell’allenatore. Il Torino sa giocare con spensieratezza e lotta per la vittoria sia in casa che in trasferta. Si percepisce leggerezza nei granata”.

Qual è il merito di questo Torino?

“Di aver centrato presto l’obiettivo salvezza. Tutte le squadre di media classifica hanno l’incubo di retrocedere, quindi mettersi a posto fin da subito in tal senso è fondamentale. Il Torino ha raggiunto l’obiettivo essenziale e adesso può pensare a qualcosa in più. Può giocarsela alla grande, non rischia nulla e non deve più giocare per il punto. Può guardare solo davanti a sé: questo è un bel vantaggio”.

Il Torino affrontò il Napoli al “Maradona” a viso aperto e pagò dazio. Cosa devono fare i granata?

“Per tutti oggi come oggi è difficile affrontare il Napoli. Anche se ti chiami Real Madrid o Bayern Monaco devi prendere con le molle il Napoli attuale. Giocare a viso aperto contro giocatori veloci e bravi tecnicamente sarebbe un vantaggio per il Napoli. Bisogna trovare il giusto equilibrio. Non basta alzare il muro, ma nemmeno essere troppo spavaldi. Juric, comunque, sa meglio di tutti noi come fronteggiare la capolista”.

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Juric ha usato il bastone e la carota con Radonjic. Gestione condivisibile?

“A me è piaciuta perché Juric è stato coerente, come sempre. Se uno merita gioca, se uno non merita sta a guardare. Quello che è accaduto a Radonjic è un avvertimento per tutti gli altri giocatori. Ci sono regole in gruppo: non bisogna prevalere come singolo ma bisogna ragionare per il collettivo. Juric è un giusto e un equo. Nessun allenatore mette fuori giocatori in forma e che decidono le partite, ma ci sono delle regole di campo da dover rispettare”.

Cosa le resta dopo parecchi anni dell’esperienza a Torino?

“Il Torino fu la mia prima grande piazza. Arrivai dalla Cremonese, poi andai al Napoli, all’Inter e al Parma. Il Parma in cui giocai era fortissimo con Buffon, Thuram, Cannavaro, Crespo, Chiesa e molti altri. Torino ha una piazza più calda rispetto a quella di Parma. La passione del tifoso granata è diversa rispetto alla passione di altre tifoserie. La Juventus ha vinto di più, ma non ha una tifoseria come quella del Toro”.

Il momento più bello?

“Resta la salita a Superga con la lettura dei nomi. Da triestino sono molto legato a Grezar, a cui era dedicato lo stadio di Trieste prima dell’avvento del Rocco. Fu una giornata speciale e toccante. Ricordo con grande affetto la piazza del Torino e sono contento che i tifosi possano godersi un finale di stagione senza patemi e con l’opportunità di qualificarsi all’Europa”.

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