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Un altro Toro è possibile. Se la comunità granata saprà regalarselo

Mondo Granata / La sensazione è che una lontananza così forte, diffusa e quasi incolmabile tra società e tifosi non sia mai stata vissuta sulla piazza granata

Guido Regis

Questo tragico 2020 va a braccetto con il momento più triste della storia del Toro? Forse no. La comunità granata ha dovuto superare, da Superga al fallimento, una serie di eventi tragici e di momenti bui che probabilmente, visti nel loro insieme, hanno segnato la storia del Toro più di quanto stia avvenendo ora. Ciononostante la sensazione è che una lontananza così forte, diffusa e quasi incolmabile tra società e tifosi non sia mai stata vissuta sulla piazza granata. Si sbaglia a far passare il messaggio che questo sia legato esclusivamente agli insuccessi dei ragazzi che calcano i vuoti e silenziosi stadi, ai presunti o veri errori nelle scelte di allenatori e di mercato, alla presunta o vera scarsa propensione di un presidente a mettere mano al portafoglio.

Per molti di noi anche un improbabile plurimiliardario che ci portasse a vincere una Champions League ma che continuasse a trattarci da semplici clienti followers del suo giocattolo, non riuscirebbe a lenire l’amarezza e la tristezza di non sentirci più parte della Storia. Quella meravigliosa ed unica storia che la comunità granata ha disegnato grazie ai Presidenti e ai tanti ragazzi pedatori che si sono succeduti da Dick, passando per Valentino per arrivare a Pinga. Ma non solo. Insieme a loro questa Storia l'ha scritta la gente granata, visceralmente unita al suo Club come poche altre al mondo.

 REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - OCTOBER 23: Andrea Belotti of Torino FC shankes hands with Torino FC President Urbano Cairo during the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Città del Tricolore on October 23, 2020 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Ma oggi questo filo tra il Torino Fc e la sua comunità si è spezzato. Quasi come fosse superfluo, piuttosto che indispensabile. Una volta c'era il Toro e la ‘società Torino’ traeva quotidianamente energie e investiva risorse tra la sua gente: dal barbiere, al sarto, al ristoratore, all’ufficio stampa, sino ad arrivare al direttore sportivo, al direttore generale, al capitano della prima squadra e di ciascuna delle giovanili. Il Club era costituito in massima parte da una sua comunità sportiva e umana viva ed attiva ed e' proprio questa formidabile gente del Toro che ha fatto diventare ‘granata per sempre’ uomini come Mazzola, Meroni, Sala, Junior, Bruno, Martin Vazquez, Casagrande, Asta, e tanti altri che non erano nati granata e che hanno sperimentato l'unicita' di un luogo come il Filadelfia proprio per il fatto che non era fatto solo di mattoni ma di persone vere.

Questa formidabile gente granata ha bisogno che colui che si ritrovi ad essere proprietario della società, sappia anche comportarsi da tutore della comunità e del valore che il Toro rappresenta per quel territorio, in Torino, in Piemonte, In Italia, nel mondo. Perché ciò che chiamiamo Toro è appunto l'unità tra la società sportiva granata e la sua gente, un'unitaà che incarna un formidabile fenomeno sportivo e sociale che è iniziato 114 anni fa e anche prima. E tutti i tifosi del Toro sono rimasti affascinati in gioventù da questa storia e dai valori espressi da persone, mica da un'impresa registrata in camera di commercio! Questo, per l’Europa non è stato inteso negli ultimi 20 anni; un tesoro che nemmeno quei pochi uomini presenti in società che questa comunità hanno vissuto (i quali peraltro non possono non sapere quanto sia preziosa e generosa, se chiamata e messa alla prova senza inganni) sembrano non comprendere.

Da qui nasce la sensazione di un 2020 già tragico per il mondo a causa di un virus maledetto, ma ancora più tragico per la comunità granata che a causa di un altro virus, purtroppo, sembra rendere presuntuoso, cocciuto, sordo e cieco chi dirige questa società in pressoché completa solitudine. Non esiste considerazione per la propria comunità sportiva, laddove all'estero quasi tutti i più grandi Club del mondo ne fanno invece la risorsa fondamentale su cui costruire la propria grandezza, economica e non solo. E' una situazione molto amara per la gente del Toro, ben nota per essere costituita da persone dotate di fantasia, dedizione e trasporto difficilmente riscontrabili altrove.

ToroMio, con il Circolo Soci, l’ Associazione Memoria Storica Granata, l'Associazione calciatori, l’UCG e tanti Toro Clubs hanno cercato di trasmettere questa filosofia, illudendosi per un certo periodo di esserci riusciti. Paradossalmente noi di ToroMio siamo riusciti a cominciare a farlo comprendere di più alla politica, che ha iniziato a recepire il lavoro di costruzione di un percorso legislativo che provi a riportare lo sport e le società sportive a fondersi con l'associazionismo dei propri appassionati. Questo è normale per tutte le società tedesche, che anche in epoca Covid riescono a vivere uno spirito di partecipazione costruttivo ed appagante, nonostante le sconfitte e la crisi economica.

Ma intanto, qui a Torino, nulla. La speranza si è persa definitivamente. Ciascun tifoso granata avverte nei confronti della società una frattura insanabile e dolorosa. E così non c'è più Toro, tantomeno in campo. C'è solo un Torino Fc diviso dalla ‘sua gente’. Questo semplicemente non è il Toro nonostante, forse sbagliando, si continui a chiamarlo così. E allora proviamo a farci un regalo quest’anno. Proviamo a prepararci per un altro Toro. Noi che insieme stiamo continuando a tenere viva più che mai la tradizione e la storia di questa unica e gloriosa società, dobbiamo farci trovare pronti, dimenticando la parola ‘io’ strutturando la parola ‘noi’ in un unico grande gruppo, in un'unica grande comunità granata che faccia intendere chiaramente a chiunque si trovi a capo della società granata questo concetto.

Un Presidente, chiunque esso sia, può anche dire che il Torino FC sia suo, ma il Toro è Mio. È anche mio. E' mio semplicemente perché senza di me, senza la gente granata, il Torino Fc non è e non sarà mai Toro. Allora, con questa semplice parola, ToroMio, un altro Toro sarà possibile. E dato che il Toro ha fatto la storia del calcio e della passione sportiva mondiale, allo stesso modo potrebbe fare la vera fortuna, anche economica, di un suo Presidente-investitore che volesse riallacciare il legame spezzato tra il Torino Fc e la sua gente. Un altro Toro è possibile! Buon Natale a tutti i tifosi granata.

Sabrina Gonzatto, Guido Regis, Massimiliano Romiti

Associazione ToroMio