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Giampaolo in ritardo rispetto a Di Francesco e alcune scelte sono discutibili

Marco Giampaolo ed Eusebio Di Francesco

Il Confronto / Il derby tra abruzzesi viene vinto meritatamente dall'ex Roma e Sampdoria

Andrea Calderoni

Il Torino non è ancora quello di Marco Giampaolo. La sconfitta interna contro il Cagliari lo ha confermato. Torino-Cagliari era la sfida tra due nuovi progetti tattici e tecnici dopo le parentesi di Moreno Longo e Walter Zenga. Eusebio Di Francesco ha fatto vedere che il suo Cagliari è più avanti rispetto al Torino di Giampaolo. Non ci sono dubbi a tal proposito. Le idee dell'ex tecnico di Roma e Sampdoria lentamente stanno prendendo piede tra i sardi. Quelle dell'ex allenatore di Empoli, Sampdoria e Milan sono invece ancora su carta ed in campo stentano a vedersi, non vengono concretizzate. Giusto concedere altro tempo al nuovo Torino di Giampaolo, ma l'avvio di campionato è stato indubbiamente choc: tre gare giocate, tre sconfitte e un precedente che preoccupa, quello del 2003.

 TURIN, ITALY - OCTOBER 18: Vojnovic Lyanco of Torino FC in action against Nahitan Nandez of Cagliari Calcio during the Serie A match between Torino FC and Cagliari Calcio at Stadio Olimpico di Torino on October 18, 2020 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

"LYANCO DAL 1'? - La sfida tra allenatori abruzzesi, pertanto, ha premiato senza ombra di dubbio il più giovane dei due. Non hanno convinto nemmeno le scelte tecniche di Giampaolo per la seconda gara interna della stagione. In primis, la scelta di schierare Lyanco dal 1' al posto di Bremer? La staffetta tra brasiliani ha sorpreso. Lyanco, finito a lungo sul mercato in uscita durante l'ultima sessione, ha doti tecniche che tornano utili nella prima impostazione (difatti è stato il granata che più palloni ha toccato), ma Bremer, uno dei migliori granata sia a Firenze che in casa con l'Atalanta, ha dimostrato una netta crescita negli ultimi mesi e difensivamente dà più garanzie. Sicuramente la scelta non ha sortito gli effetti sperati viste le colpe specifiche dell'ex San Paolo sui gol cagliaritani. Anche su Lukic trequartista si potrebbe aprire una parentesi, sebbene il serbo abbia provato a svolgere la sua onesta partita. Se non si poteva puntare su Gojak o Verdi dall'inizio, forse sarebbe stato meglio, per una volta, snaturare il 4-3-1-2. Il serbo ha diverse qualità ma non l'estro che Giampaolo richiede a chi gioca dietro le punte. Il tecnico ha motivato questa scelta spiegando di aver voluto tenersi una carta offensiva importante come Verdi da giocarsi a gara in corso, specie dopo aver perso un paio di attaccanti per coronavirus.

"GESTIONE CAMBI - Capitolo sostituzioni. Si può dibattere a lungo sul perchè quelle granata siano state effettuate tutte abbondantemente dopo la mezz'ora. Il Cagliari non ha cambiato nessuno fino al 76' ma era in una situazione di gestione della gara, anche dopo il pareggio ad inizio ripresa di Belotti. Cambi ritardati, ma anche cambi discutibili. Vojvoda, ad esempio, appariva il meno stanco dell'undici granata. Era uno dei pochi in grado di garantire corsa e cross. Al rientro dall'infortunio e da impegnative partite in Nazionale, Rodriguez sulla sinistra sembrava meno pimpante del kosovaro. Probabilmente sarebbe stato preferibile sostituire lo svizzero, anziché Vojvoda. Lo stesso Verdi, già citato in precedenza, poteva trovare spazio prima del 34' della ripresa, soprattutto perché Meité è stato la bruttissima copia del dopo lockdown. Restano, pertanto, alcuni dubbi sulle scelte compiute da Giampaolo. E sopratutto c'è una chiara impressione: al 18 di ottobre il progetto Di Francesco al Cagliari è più avanti di quello di Giampaolo al Torino.