Il breve addio di Sinisa Mihajlovic: cronaca di una scelta che divide

"Saluta Torino e il Torino dopo 18 mesi Sinisa Mihajlovic, a seguito  della sconfitta contro la Juventus in Coppa Italia e - soprattutto - al termine di una parabola a due facce, anzi tre: la prima, quella delle vittorie inaspettate e dell'illusione (Roma e Fiorentina nello scorso anno, Lazio e di nuovo Roma in questo). La seconda, quella dei 13 gol presi dal Napoli in 3 partite, della difesa ballerina e di una squadra che non sembrava riuscire ad evolversi nel corso del tempo.

"La terza, quella che forse ha fatto da ago della bilancia, fatta dai paregginie dalle occasioni perse, dall'incapacità di mantenere il risultato, dai tanti - tantissimi - punti sfuggiti quando ormai sembravano realtà.

"E allora finisce in anticipo sui due anni previsti il rapporto tra il Torino e Mihajlovic, forse quando meno ce lo si aspettava: il momento più buio arrivò dopo il 3-0 patito contro la Fiorentina, ma la successiva vittoria sul Cagliari placò gli animi e riassestò i bulloni alla panchina del serbo, che paga oggi la sconfitta forse più prevedibile, ma anche un atteggiamento (la sfuriata contro Doveri dopo l'ormai celebre consulto al VAR) che non è piaciuto alla dirigenza granata, che in nottata ha deciso di comunicare l'esonero (la ricostruzione dei fatti).

"Il settimo posto non era lontano (2 punti), ma a preoccupare era la mancata crescita di un gruppo che pareva sempre ancorato alle stesse paure e agli stessi errori. Mihajlovic dà così l'addio a un progetto su cui ha certamente messo la faccia, sul mercato (Ljajic e Niang su tutti), ma non solo ("Se non andremo in Europa, sarà soltanto colpa mia"). Al suo posto arriva Mazzarri, sicuramente un profilo molto diverso sia dal punto di vista tattico sia da quello della personalità. Il Torino scopre le carte e si gioca tutte le carte. Il risultato lo si vedrà solamente alla fine della mano.