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Inzaghi onora il campionato, Juric si arrende ma le prova davvero tutte

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Nel finale di partita si è ammirato il Torino più a trazione offensiva del biennio di Ivan Juric complice gli ingressi di Karamoh, Seck e Pellegri
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Niente ottavo posto, un'altra sconfitta di misura contro una grande del nostro campionato (come spesso è capitato soprattutto nella prima annata di Ivan Juric) e un'altra prestazione di livello soprattutto nella seconda metà della serata. Così va in archivio la stagione 2022/2023 del Torino. L'Inter, prossima alla finale di Champions League contro il Manchester City, non si è assolutamente risparmiata sotto la Mole. Simone Inzaghi, giustamente, dopo una settimana senza partite e a sette giorni precisi dalla partita più importante dell'ultimo decennio nerazzurro, ha scelto una tra le squadre migliori a disposizione, fatto salvo per il portiere (Handanovic al posto di Onana) e per Gagliardini e Gosens. Ha oculatamente fatt0 ruotare i suoi uomini, inserendo nella ripresa i vari Barella, Dzeko e Acerbi; inoltre, non ha rischiato Skriniar e D'Ambrosio appena rientrati da degli acciacchi. Nel primo tempo la qualità dell'Inter è emersa tutta e il Torino ha faticato a essere produttivo nella metà campo meneghina. Nei primi 10 minuti di gara, complice anche il campo molto scivoloso, i granata hanno sbagliato moltissimo in fase di impostazione rischiando di patire due o tre ripartenze letali della coppia Lukaku-Martinez. Poi, le cose sono migliorate ma le soluzioni offensive sono state di poco valore.

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Il Torino più offensivo del biennio di Juric: Vlasic, Miranchuk, Sanabria, Karamoh, Seck e Pellegri tutti in campo

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Nella ripresa il Torino si è ripresentato in campo sotto di un gol e con l'obbligo di vittoria per centrare in extremis l'ottavo posto. Juric ha quindi proposto la formazione più offensiva del proprio biennio, cambiando anche modulo al 12'. L'ingresso di Karamoh per Rodriguez ha trasformato il 3-4-2-1 in un 4-2-3-1 con Karamoh largo a sinistra; nello stesso momento è stato inserito anche Aina per Vojvoda. Con Karamoh in campo il Torino ha in effetti aumentato la propria pericolosità offensiva e nell'ultima mezz'ora c'è stata un'evidente egemonia territoriale da parte dei granata, sebbene anche l'Inter abbia avuto in ripartenza le proprie occasioni (vedi il palo di Dzeko dopo lo scambio con Lukaku). Non pago, Juric a 10 minuti dalla fine ha anche messo Pellegri e Seck per Ilic e Singo: in altre parole si è giocato il tutto per tutto. Qualche cosa di interessante da parte di Seck si è vista, anche se ormai erano saltati un po' tutti gli schemi. Le mosse di Juric hanno quindi permesso alla squadra di essere più pericolosa sotto porta e le opportunità da rete sono finalmente maturate (parata di Handanovic su Karamoh, miracolo di Cordaz su Sanabria, errore di Sanabria su ottima intuizione di Schuurs).

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Buongiorno su Lukaku, Schuurs braccetto di destra: le scelte di Juric

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Non si può dunque dire che il Torino non abbia lottato negli ultimi novanta minuti stagionali. L'avversario era di assoluto valore e l'ha dimostrato interpretando bene la partita e utilizzando tutte le proprie armi. Il Torino ha giocato da squadra e Juric ha studiato bene la partita. Ha azzardato Buongiorno su Lukaku e ha avuto ragione perché il prodotto del settore giovanile granata non ha affatto sfigurato, sebbene il belga abbia vinto alcuni duelli. Schuurs da braccetto di destra ha dato ulteriori risposte confortanti. La coppia Ricci-Ilic ha giocato con l'ormai consueta maturità. Davanti, invece, hanno fatto meglio i subentrati che i titolari. Vlasic e Miranchuk non hanno inciso, meglio hanno fatto Karamoh e Seck quando sono stati chiamati in causa. Il sipario è perciò calato con una sconfitta e con l'evaporazione dell'ottavo posto, ma anche contro l'Inter è stato messo in vetrina un buon prodotto che ha ancora tanti margini di miglioramento nel prossimo futuro (incontro odierno in sede tra la società e Juric permettendo).

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