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Juric batte Motta grazie a 45′ da Toro. E sulla trequarti tornano le alternative

Juric batte Motta grazie a 45′ da Toro. E sulla trequarti tornano le alternative - immagine 1

Il confronto tra i due allenatori, ex compagni ai tempi del Genoa, dopo la vittoria per 2 a 1 del Torino sullo Spezia

Andrea Calderoni

Ivan Juric ha vinto tatticamente la sfida contro il suo ex compagno ai tempi del Genoa Thiago Motta. Nel primo tempo il Torino ha dominato la partita contro lo Spezia e avrebbe meritato di rientrare negli spogliatoi con un bottino di gol ben più nutrito. I granata hanno messo in vetrina una manovra fluida e idee di calcio molto chiare. I liguri hanno sofferto l'aggressività dei padroni di casa e non sono riusciti a trovare delle contromosse degne di nota. Juric si è permesso di schierare ben sei volti nuovi rispetto alla gara di Roma con la Lazio e ha ricevuto risposte confortanti da tutti, compreso Seck ("ha fatto benissimo" il commento del tecnico croato al termine della partita). Insomma, il Torino ha fatto il Torino dei giorni belli nei primi 45 minuti, sfornando un approccio da grande squadra e poi continuando a spingere sull'acceleratore.

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BARICENTRO - Nella ripresa Motta è riuscito a cambiare le carte in tavola e qualche beneficio il suo Spezia l'ha tratto. In primo luogo ha limitato le giocate uno contro uno che tanto male avevano fatto alla sua squadra nella prima frazione. Ha cambiato modulo, passando al 4-2-3-1, e così ha tolto punti di riferimento al Torino. E poi si è affidato a qualche lancio lungo in più in modo tale da superare il centrocampo. "Sono contento che nel secondo tempo abbiamo fatto molto meglio. Li abbiamo costretti anche a difendersi e a stare bassi" ha sottolineato l'ex nazionale azzurro (LEGGI QUI). In effetti, il secondo tempo è stato più equilibrato, nonostante il gol del 2 a 0 targato nuovamente Lukic. Al 61' Juric ha potuto riprovare un'ebrezza che da tempo non poteva vivere, ovvero sostituire in un colpo solo entrambi i trequartisti dando linfa vitale al reparto nell'ultima mezz'ora. Gli ingressi di uomini di fantasia freschi nell'arco della partita era stato uno dei segreti del Torino formato autunnale, poi gli infortuni e i cali di condizione di alcuni elementi avevano reso più complicata la gestione di Juric, costretto tra l'altro nel recente passato a schierare sulla trequarti Lukic o Pobega.

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MOSSE - Togliere Seck e Pjaca e far entrare Brekalo e Praet rappresenta un bel messaggio e testimonia che al completo questa squadra ha qualità e abbondanza. Purtroppo anche ieri, sabato 23 aprile, Juric ha dovuto sostituire due terzi di difesa per acciacchi fisici, non potendo attingere come avrebbe voluto dalla panchina (fuori a inizio ripresa Rodriguez per Buongiorno e poi Bremer per Djidji). Era prossimo a subentrare, ad esempio, Pellegri nel corso della ripresa e invece non è stato possibile, anche perché il quinto e ultimo cambio è stato conservato fino all'85' quando Ansaldi ha preso il posto di Singo. Sull'argomento ha fatto chiarezza proprio Juric: "Si è fatto male Bremer e dovevo mettere Djidji così ho bruciato un cambio. Poi ho dovuto aspettare se qualche altro giocatore si faceva male. Singo ha fatto una grande partita e ha corso tanto, per questo ho fatto entrare Ansaldi. Mi dispiace per Pellegri perché era carico ma avrà altre occasioni" (LEGGI QUI). Detto dell'ottima prima frazione del Torino, bisogna aggiungere che nel finale sono comparsi gli stessi fantasmi dell'intero arco della stagione, ma con una differenza: il Toro ha comunque dimostrato anche nella ripresa di essere migliorato nel palleggio, gestendo tutto sommato meglio il doppio vantaggio.

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