"Il Torino non va oltre al pari contro il Genoa: c’è chi evidenzia l’insufficienza della produzione offensiva dei granata, chi invece valorizza il punto ottenuto contro una delle formazioni più in palla del campionato. E all’orizzonte c’è lo scontro diretto importantissimo contro il Cagliari: in “Parola al Mister”, Serino Rampanti torna ad analizzare i temi più caldi del momento in casa Toro.
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Rampanti: “Il calo di Singo? Era un cavallo selvaggio, ora…”
Parola al Mister / Serino analizza così i temi caldi di casa Toro dopo il pareggio col Genoa
"Serino, credi che l’operato di Nicola stia dando dei frutti positivi?
"“Credo che Cairo abbia fatto la scelta migliore possibile prendendo Nicola, un allenatore che ha già dimostrato di saperci fare partendo da situazioni complicate. Inoltre c’era da considerare come avrebbe reagito la piazza all’arrivo di un nuovo allenatore e anche su questo si sono fatte le valutazioni giuste. Sarà dura ma credo che piano piano Nicola riuscirà a condurre la squadra in acque sicure”.
"Cosa te lo fa pensare?
"“Il fatto che il Torino, anche con gli innesti di Mandragora e Sanabria, abbia un organico migliore rispetto a diverse squadre”.
"E allora come mai la squadra si trova in questa situazione?
"“Chi segue la nostra rubrica da tempo sa bene come la penso sul fatto che la crisi di risultati affonda le sue radici in tempi ormai lontani: moltissimi sono stati gli errori commessi dalla società, dal burrascoso divorzio con Petrachi alla gestione del caso Nkoulou passando per l’acquisto di giocatori sbagliati. E quanti errori sono stati fatti anche da Vagnati, che come temevo – e lo scrivemmo già a maggio 2020 – si è rivelato inesperto. Ha voluto intromettersi anche nella gestione della Primavera portando un allenatore del tutto estraneo all’ambiente Torino, ma i risultati non gli stanno dando ragione e mi dispiace particolarmente vedere la Primavera in difficoltà visto il mio passato. Tornando alla prima squadra, almeno a gennaio sono state messe delle toppe con il cambio di allenatore e l’arrivo di Mandragora”.
"Hai una buona opinione su di lui?
“Credo che sia un ottimo giocatore, per me si è inserito già bene ma potrà dare ancora di più in futuro. Non dimentichiamo che arriva da un infortunio grave, diamogli ancora un po’ di tempo e secondo me scopriremo un giocatore importante”.
"Come valuti allora il pareggio ottenuto contro il Genoa?
“Bisogna considerare il momento del Genoa, che con Ballardini arrivava da un periodo molto positivo. Il Torino ha affrontato la squadra rossoblù con rispetto, forse anche troppo; a volte bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e prendersi qualche rischio. Comunque con Nicola vedo un Torino più determinato rispetto a prima. Di certo ci sono alcuni singoli che continuano a non rendere, inoltre aspettiamo con curiosità di vedere quale sarà l’impatto di Sanabria. In generale, credo che bisogna dare fiducia a Nicola: è un tecnico che sa dare il meglio nelle difficoltà, dunque lasciamolo lavorare in pace”.
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" Torniamo al mercato invernale. Segre ha lasciato il Torino, te lo aspettavi?
"“Credo che in generale per un giovane centrocampista sia molto più difficile affermarsi in Serie A rispetto a chi gioca in altri ruoli, come i difensori e i laterali. Questo per motivi legati alle difficoltà connaturate al ruolo. Chi gioca in mediana deve avere qualità fisiche e tecniche, resistenza alla fatica, sufficiente velocità, bravura nel gioco aereo, visione di gioco, senso della posizione, tiro in porta… Mentre un difensore per me deve avere qualità fisiche, applicazione, doti di anticipo, disinvoltura palla al piede e bravura nel gioco aereo. A un laterale invece è richiesta lucidità di pensiero nel coprire diversi metri di gioco, personalità nel proporsi, bravura nelle letture tattiche e capacità di tiro o cross. Tutto questo per dire che affermarsi ad alti livelli per un mediano giovane è sempre più complicato rispetto a quanto accade a un difensore giovane, come ad esempio Buongiorno, o a un giocatore di fascia, come Singo, perché servono più requisiti. Ecco perché questi due giocatori sono rimasti e si stanno ritagliando il loro spazio, mentre Segre ha dovuto tornare in Serie B per aver la sicurezza di giocare”.
"Proprio su Singo mi soffermerei: nelle ultime partite è parso un po’ appannato. Tu che lo hai sempre stimato molto, come te lo spieghi?
"“Innanzitutto ora gli avversari lo conoscono meglio. Poi va detto che per un giocatore giovane è difficile non rimanere “contagiato” dalla “malattia” della squadra in cui gioca. Soprattutto, ho l’impressione che a Singo vengano affidati troppi compiti tattici. Quando è esploso seguiva l’istinto come un cavallo selvaggio, ora deve concentrarsi sui dettami dell’allenatore. Gli va concesso il tempo di metabolizzare le istruzioni tattiche che gli vengono date. Tra l’altro, i laterali sono sempre i più bersagliati dalle grida di un allenatore perché sono i giocatori a lui più vicini per metà partita. Hai notato che Singo ultimamente dà il meglio quando gioca sulla corsia opposta alle panchine?”.
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