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Rampanti: “Toro, per il futuro guai a privarsi di Rodriguez”

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Serino analizza così la vittoria di Verona: “La differenza di risultati tra casa e trasferta? Per me è dovuta alle caratteristiche dei giocatori”

Il Torino vince a Verona lanciando la volata per l’ottavo posto, che domenica prossima vivrà una tappa fondamentale se non decisiva nello scontro diretto contro la Fiorentina. Di questo abbiamo parlato con Serino Rampanti, nella nuova puntata di “Parola al Mister”.

Serino, a Verona per il Torino l’unica macchia è stata non fare il secondo gol, sei d’accordo?

“Sono partite in cui se non metti al sicuro il risultato, può sempre capitare l’incidente. Meno male che stavolta non è successo al contrario di altre volte. Sarebbe stato un peccato perché il Torino avrebbe dovuto fare 4-5 gol. A volte però stravincere non fa bene, mentre queste vittorie un po’ sofferte sono molto positive per una semplice ragione: danno più spunti all’allenatore per preparare la gara successiva. Al contrario, se si fanno tanti gol, magari si genera troppo entusiasmo che può portare a un rilassamento. In questo caso, secondo me, aver vinto solo 1-0 è positivo”.

Cosa è stato decisivo per la vittoria del Torino?

“Juric ha surclassato tatticamente il Verona. Gli inserimenti continui di Buongiorno, con le conseguenti diagonali di Rodriguez, sono stati decisivi; spingendosi in avanti, Alessandro ha sfiancato Djuric che era costretto a inseguirlo, e il Verona non è stato in grado di prendere le contromisure. Le condizioni psico-fisiche delle due squadre hanno fatto il resto, ma questa gara l’ha stravinta tatticamente Juric”.

A cosa è dovuta la differenza di rendimento tra partite fuori casa e in casa?

“Fuori casa trovi più spazi, e le caratteristiche atletiche dei giocatori del Torino, capaci di buttarsi dentro lo spazio, si esprimono meglio fuori casa. Se avessi la maggioranza di giocatori piccoli che vogliono la palla sui piedi, allora forse sarebbe il contrario. Avendo invece giocatori bravi a correre negli spazi, le cose fuori casa sono più facili”.

Con Vlasic, il match-winner di Verona, cosa faresti?

“Io riscatterei sia lui che Miranchuk, a me piacciono molto entrambi. Secondo me quest’ultimo può migliorare anche sul piano fisico e su quello mentale, diventando un giocatore importante. Come lo sarà Ilic. Sono giocatori che non mi farei scappare, poi non sono nelle tasche di Cairo”.

Oltre a lui, chi ti sta piacendo in particolare?

“Da un po’ apprezzo la continuità e la sagacia tattica di Rodriguez, un giocatore meno appariscente di altri, ma uno che non ti dà mai meno del sei. Un giocatore che è cambiato assolutamente rispetto al suo primo anno al Toro, quando c’era Giampaolo. Sembrava davvero un elemento sul viale del tramonto, e invece è diventato importantissimo. Lui è uno da prendere come esempio, un giocatore davvero affidabile. Io, comunque, lo preferisco come terzo che sulla fascia, perché non ha la continuità nella doppia fase, anche se può giocare anche lì. In difesa, invece, è fondamentale per la sua esperienza”.

Il suo contratto scade nel 2024. Rinnoveresti?

“Assolutamente sì, a 31 anni è nel pieno della maturità. Guai a farselo scappare, dà sicurezza a tutta la difesa, è un giocatore di sostanza e di regolarità. Ha un equilibrio mentale pazzesco, guai a privarsene”.

Ora lo scontro diretto con la Fiorentina sarà decisivo per l’ottavo posto?

“Sarà una partita dall’importanza micidiale. Ho sempre detto che vedevo la Fiorentina più forte, invece adesso le due squadre sono a pari punti e ci sarà un motivo, vuol dire che, come valori, siamo lì. Loro hanno la Conference League in settimana e in questo il Torino potrebbe essere avvantaggiato. Mi aspetto una partita apertissima. Non so chi possa essere la squadra favorita, ma la potenziale stanchezza della Fiorentina è un fattore che potrebbe incidere”.

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