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Esclusiva

Schwoch a TN: “Torino, cambiare tanto agevola la società e non sempre è un male”

Schwoch a TN: “Torino, cambiare tanto agevola la società e non sempre è un male” - immagine 1
In esclusiva su Toro News le parole dell’ex attaccante di Napoli e Torino in vista della partita di sabato alle 15 al “Maradona”

Andrea Calderoni

Stefan Schwoch è passato dal Napoli al Torino a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio. Sia in una piazza sia nell’altra ha vinto ed è passato dalla Serie B alla Serie A. Al Torino l’ha fatto con Giancarlo Camolese al termine di una grande rimonta. In esclusiva su Toro News parla proprio della sfida tra partenopei e piemontesi in programma sabato 1° ottobre alle 15.

Buongiorno Stefan. Cosa si aspetta dal punto di vista tattico sabato tra Napoli e Torino?

“Mi aspetto una partita dai ritmi molto alti. Il Napoli gioca a ritmi alti e il Torino tende a imporli. Mi aspetto il Torino che giocherà addosso al Napoli, uomo contro uomo. I granata dovranno essere bravi a non far palleggiare e fraseggiare i partenopei perché se la squadra di Spalletti dovesse superare la prima pressione del Torino sarebbero guai per l’avversario”.

Spalletti e Juric sono al loro secondo anno sulle panchine di Napoli e Torino. Come giudica i loro percorsi?

“Sono due percorsi importanti. Il Napoli era primo e ora si sta confermando ai vertici del torneo. Sono due allenatori che impongono la loro filosofia di gioco, sta nel loro Dna. A Juric piace aggredire uno contro uno a tutto campo, Spalletti ama di più il palleggio. Sono due allenatori che stanno facendo molto bene. Juric ha avuto un anno di rodaggio per far comprendere le sue singolarità senza dimenticare che il Torino aveva una squadra dalla qualità differente”.

Tra l’altro Juric ha dovuto fare i conti con tante partenze e tanti arrivi in estate...

“Cambiare tanto non agevola il lavoro, ma penso che agevoli la società. Ogni volta che modifichi tanti giocatori riesci magari a trovare degli interpreti sempre più adatti al modo di giocare dell’allenatore. Non è quindi sempre un male cambiare la composizione della rosa”.

L’hanno convinta fin qui Radonjic e Vlasic?

“Sì, mi hanno convinto. Sono due giocatori tecnici. Dalla metà campo in su, che se ne dica, serve la qualità, non basta saper aggredire. Loro sono due profili muniti di qualità”.

Può Vlasic riscattarsi dopo l’esperienza non troppo felice in Premier League?

“Sì, penso che Nikola possa dare quello che in Premier non era riuscito a esprimere. Però, non bisogna dimenticare che un giocatore per esprimersi ad alto livello ha bisogno di continuità. Senza continuità non è semplice garantire una costanza di prestazione sul lungo periodo”.

Il Torino costruisce tanto ma non sempre concretizza. Già con l’Inter lo si è visto.

“Con l’Inter ci sta perdere ma potevi portare a casa un pareggio. Quando crei tante occasioni da gol e non riesci a realizzare, soprattutto contro squadre come l’Inter paghi dazio. Se tu avessi uno come Belotti che ti garantiva 15/20 gol a campionato, la fase realizzativa sarebbe più facile. Se costruisci tanto e fatichi a segnare, è un bel problema”.

Però, probabilmente un Sanabria è più utile in fase di costruzione.

“Tutto vero, ma nel calcio servono i gol per vincere, altrimenti al massimo pareggi”.

I suoi ricordi di Napoli e Torino?

“Di Napoli conservo ricordi bellissimi: ho vissuto un anno e mezzo in città, si è instaurato un rapporto viscerale. A Torino sono stato bene e ho incontrato un bello spogliatoio. Riuscimmo anche a vincere dopo una partenza disastrosa. Dal punto di vista della città l’ho frequentata meno rispetto a Napoli. Proprio per questo ho meno amici a Torino che a Napoli. Però, quello che ho dato sotto la Mole è lo stesso che ho dato sotto il Vesuvio. Ho avuto la fortuna di vestire due maglie importantissime. Sono state due esperienze gratificanti e mi hanno fatto crescere come calciatore”.

Chi ricorda maggiormente in quello spogliatoio del Torino?

“Beh rispondo Antonino Asta. Con lui ero già a Napoli e poi ci trasferimmo insieme al Torino”.