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Torino, rispetto al 2019 il monte ingaggi decresce di 3 milioni: ma in 5 anni è triplicato

FLORENCE, ITALY - SEPTEMBER 19: Andrea Belotti of Torino FC looks on during the Serie A match between ACF Fiorentina and Torino FC at Stadio Artemio Franchi on September 19, 2020 in Florence, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Analisi / Nel 2016/2017 ammontava a 16,650 milioni, oggi supera i 50. L'anno scorso era 54 milioni (record dell'era Cairo)

Andrea Calderoni

Il monte ingaggi totale (al lordo) 2020/2021 del Torino è pari a 51 milioni di euro, secondo La Gazzetta dello Sport. Vale precisamente 3 milioni in meno rispetto alla stagione 2019/2020, quando si attestava sui 54 milioni. Torna, perciò, a diminuire un dato che è sempre molto interessante da tenere in considerazione. I 54 milioni hanno rappresentato un record nella gestione Urbano Cairo, anche perché negli ultimi 15 anni lo stipendio medio di un calciatore è cresciuto. La squadra allenata da Walter Mazzarri nel 2018/2019 si fermava a quota 43 milioni, mentre quella di Sinisa Mihajlovic del 2017/2018 raggiungeva quota 45 milioni con Niang che affiancava Belotti e Sirigu nella casella dei più pagati.

IMPENNATA - Questi numeri non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli del settembre 2016 per la stagione 2016/2017 o del settembre 2015 per l’annata 2015/2016. A quel tempo, infatti, ci si fermava rispettivamente a quota 16,650 milioni di euro e a 11 milioni di euro. Sono significativi in tal senso gli ingaggi percepiti dai giocatori granata nel 2016/2017: il più pagato era al tempo Ljajic con 1,4 milioni (oggi i più pagati sono Belotti e Sirigu, che percepiscono 2 milioni), seguito da Hart (1,2 milioni) e da Falque (un milione). Soltanto tre giocatori granata cinque stagioni or sono viaggiavano sopra il milione. Belotti addirittura si fermava alla cifra di 800mila euro (stesso stipendio di Castan per intenderci). Dunque, in un lustro il Torino ha dovuto conformarsi ai nuovi standard del calcio mondiale.

LEGGERO CALO - È indubbio, tuttavia, che c’è stato un importante investimento di capitale da parte della dirigenza tra nuovi acquisti e soprattutto adeguamenti dei contratti. Proprio come tra settembre 2017 e settembre 2018, anche quest’anno rispetto all’anno scorso si nota una leggera flessione, favorita da alcune operazioni in uscita e da altre in entrata. Almeno a monte ingaggi, perciò, il Torino non dovrebbe combattere per la salvezza ma il dato dell’anno scorso resta un monito da non dimenticare: i 54 milioni del 2019/2020, investiti per giocarsi l’Europa, sono serviti a malapena per evitare una clamorosa retrocessione in Serie B, perché nel calcio e nella vita spendere tanto conta ma è ancora più importante spendere bene.

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